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Il Comune di Roma chiede la rimozione dei manifesti della Lega sulla Sicurezza: "Censura comunista"

Il Campidoglio ha disposto la rimozione entro 24 ore dei manifesti della Lega sul decreto Sicurezza, la risposta del Carroccio: "Censura comunista"

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Luca Mastinu

GIORNALISTA

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Il Comune di Roma ha chiesto la rimozione da tutto il territorio capitolino dei manifesti della Lega con gli spot sul decreto Sicurezza. Lo fanno sapere dalle stanze del Carroccio: il partito di Matteo Salvini, infatti, ha pubblicato un post di protesta in cui parla di “censura comunista“. L’amministrazione della Capitale ha risposto che la richiesta è stata inviata a seguito dell'”applicazione puntuale delle norme vigenti” in quanto quei manifesti conterrebbero “stereotipi legati all’appartenenza etnica“.

Manifesti sulla Sicurezza, la mossa del Comune di Roma

In un post pubblicato il 26 luglio la Lega fa sapere che il Comune di Roma ha chiesto l’intervento della società rimozione manifesti per rimuovere gli spot affissi su tutto il territorio capitolino con gli slogan del decreto Sicurezza.

Un’iniziativa che l’amministrazione Gualtieri ha preso a seguito di “segnalazioni ricevute da cittadini”. Il Campidoglio ha chiesto che i manifesti vengano rimossicoperti entro 24 ore.

Come noto, le affissioni servono a sintetizzare i contenuti del decreto Sicurezza. In un caso, lo slogan: “Scippi in metro? Ora finisci in galera senza scuse” è accompagnato dalla rappresentazione creata con intelligenza artificiale di uno scippatore rom. In un altro caso, lo slogan: “Occupi una casa? Ti buttiamo fuori in 24 ore”, gli occupanti abusivi sono rappresentati da individui di evidente provenienza africana.

La decisione del Campidoglio non è passata inosservata. Davide Bordoni, segretario regionale della Lega, ha dichiarato: “I nostri consiglieri comunali presenteranno un’interrogazione“.

L’attacco della Lega: “Bavaglio comunista”

In una nota pubblicata dalla Lega il partito di Matteo Salvini ricorda che il Comune di Roma “aveva sostenuto politicamente e finanziariamente la manifestazione di sinistra convocata da Michele Serra a favore dell’Europa”. La decisione contro i manifesti sul decreto Sicurezza, quindi, arrivano sui tavoli del Carroccio come un “evidente caso di bavaglio comunista” e dunque come un “attentato alla democrazia“.

“Faremo di tutto per non farci imbavagliare”, continua la nota. La Lega “reagirà duramente in tutte le sedi, comprese quelle istituzionali”, si legge.

La replica del Campidoglio: “Nessuna censura”

All’attacco della Lega è seguita la replica del Campidoglio: “I manifesti della Lega sono stati rimossi perché violano le norme vigenti circa i contenuti etici delle pubblicità“, si legge in una nota riportata dal Corriere della Sera.

Inoltre il Comune di Roma fa sapere che il contenuto dei manifesti rappresenta “stereotipi legati all’appartenenza etnica” e che “si tratta di un atto adottato autonomamente dagli uffici competenti”.

Quindi “non si tratta di censura, ma dell’applicazione puntuale delle norme vigenti”. Infine, il Campidoglio ricorda che “resta ovviamente possibile presentare ricorso contro la decisione o proseguire la campagna pubblicitaria, modificando i contenuti in modo da renderli conformi al Regolamento“.

Cosa dice il Regolamento

Il Regolamento in materia di esposizione della pubblicità e delle pubbliche affissioni è facilmente consultabile sul sito istituzione del Comune di Roma, un documento di 38 pagine in formato pdf.

Nell’articolo 12-bis, sotto la voce Contenuto del messaggio pubblicitario, il comma 1 dispone il divieto di “esposizione pubblicitaria il cui contenuto contenga stereotipi e disparità di genere, veicoli messaggi sessisti, violenti o rappresenti la mercificazione del corpo femminile”. Il comma 2, ancora, vieta “l’esposizione pubblicitaria il cui contenuto sia lesivo (…) dell’appartenenza etnica”.

ANSA

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