Decreto Sicurezza è legge, cosa cambia dalle manifestazioni alla cannabis light: quali sono i nuovi reati

Approvato in Senato, nonostante le proteste delle opposizioni, il decreto Sicurezza, che diventa quindi legge: cosa cambia, quali sono i nuovi reati

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Il 4 giugno 2025 il Senato ha approvato in via definitiva il nuovo decreto Sicurezza, trasformandolo quindi in legge. Il provvedimento introduce significative modifiche in materia penale e amministrativa, con l’introduzione di nuovi reati e aggravanti, e ha suscitato proteste da parte delle opposizioni, che hanno cercato di bloccare la seduta a Palazzo Madama. Ecco cosa cambia.

Il decreto Sicurezza è legge

Nella giornata di oggi – mercoledì 4 giugno 2025 – il decreto Sicurezza è stato approvato dal Senato con 109 voti favorevoli, 69 contrari e un’astensione.

Il testo, composto da 39 articoli, introduce 14 nuovi reati e 9 aggravanti, riguardanti ambiti quali le manifestazioni pubbliche, la cannabis light, le occupazioni abusive e le rivolte in carcere e nei centri per migranti.

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La protesta delle opposizioni nell’aula del Senato durante il voto di fiducia sul decreto Sicurezza, diventato legge

Tra le novità più rilevanti, la criminalizzazione del blocco stradale, la stretta sulle infiorescenze di canapa e la modifica del regime per le detenute madri.

Cosa cambia tra reati e aggravanti

Tra le modifiche più rilevanti c’è l’introduzione del reato di blocco stradale, che prevede pene fino a due anni per chi, in gruppo, ostacola la libera circolazione su strada o ferrovia. Viene inoltre vietata l’importazione, lavorazione e vendita delle infiorescenze di canapa, di fatto equiparando la cannabis light alle sostanze stupefacenti.

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Sul fronte delle occupazioni abusive, l’occupazione arbitraria di immobili viene punita con la reclusione da due a sette anni.

Il decreto introduce anche sanzioni specifiche per le proteste in carcere e nei centri per migranti, prevedendo pene fino a sei anni per i partecipanti e fino a dieci per i promotori di rivolte.

Tra le aggravanti, spiccano quelle per reati commessi in prossimità di stazioni ferroviarie o metropolitane, nonché per azioni finalizzate a impedire la realizzazione di infrastrutture.

Novità anche per le detenute madri, con un inasprimento delle condizioni per accedere alle misure alternative al carcere.

Le proteste al Senato

Durante la discussione e l’approvazione definitiva del decreto Sicurezza, il Senato è stato teatro di una protesta da parte delle opposizioni. Alcuni senatori si sono seduti a terra in aula, mostrando cartelli contro il provvedimento per manifestare il loro dissenso verso quella che considerano una stretta autoritaria.

Il gesto è stato accompagnato da cori e slogan volti a denunciare la compressione delle libertà civili e i rischi di criminalizzazione del dissenso politico.

I rappresentanti di Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi-Sinistra e Più Europa hanno criticato duramente le misure contenute nel decreto, definendole punitive e sproporzionate, soprattutto per quanto riguarda le manifestazioni pubbliche e il commercio legale della cannabis light.

Le opposizioni hanno anche contestato il ricorso alla fiducia da parte del governo, ritenendolo un modo per impedire un confronto parlamentare su un tema di rilevante impatto sociale.

Nonostante le proteste, la maggioranza ha confermato la fiducia, portando all’approvazione del testo senza modifiche.

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