Cosa prevede l'articolo 18 sulla cannabis light del decreto Sicurezza e cosa rischia chi viola il divieto
Con il decreto sicurezza, il Governo ha equiparato la cannabis light a quella illegale: 6 anni di carcere per chi la vende
Il Parlamento ha approvato il decreto Sicurezza in via definitiva, rendendo quindi legge anche le nuove misure sulla cosiddetta cannabis light, la canapa a basso o nullo contenuto di principio attivo, contenute nell’articolo 18. Il nuovo testo la equipara di fatto al resto della cannabis, con pene che possono andare dai 6 mesi ai 6 anni di carcere per chi la vende.
- Cosa dice l'articolo 18 del decreto Sicurezza
- Cosa rischia chi vende cannabis light
- Addio a migliaia di posti di lavoro
Cosa dice l’articolo 18 del decreto Sicurezza
Nel nuovo decreto Sicurezza del Governo Meloni, approvato in via definitiva dal Senato il 4 giugno, è presente una nuova normativa molto rigida sulla cosiddetta cannabis light, le inflorescenze di canapa a contenuto basso o nullo di principio attivo.
Il testo vieta: “L’importazione, la cessione, la lavorazione, la distribuzione, il commercio, il trasporto, l’invio, la spedizione e la consegna delle inflorescenze della canapa, anche in forma semilavorata, essiccata o triturata, nonché di prodotti contenenti tali infiorescenze, compresi gli estratti, le resine e gli olii da esse derivati”.
ANSA
Questa riforma colpirà quindi non solo i prodotti a basso contenuto di Thc, il principio attivo psicotropo della cannabis, ma anche quelli a base di Cbd, un olio privo di capacità psicotrope.
Cosa rischia chi vende cannabis light
Il decreto Sicurezza sancisce che chi viola questa nuova norma sia punito secondo “le sanzioni previste al Titolo VIII del D.P.R. n. 309/1990 in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza”.
Questo significa che la cananbis light, che non ha alcun effetto psicotropo e proprio per questa ragione era considerata legale prima dell’approvazione del decreto, sarà equiparata ai normali estratti di cannabis.
La pena prevista per chi la vende è tra i 2 e i 6 anni di reclusione e una multa tra i 5.164 euro e i 77.468 euro. In caso di lieve entità del fatto, la pena può essere ridotta a una carcerazione tra i 6 mesi e i 5 anni e multe tra i 1.000 e i 10.000 euro.
Il possesso di cannabis, e quindi ora anche di cannabis light, anche se acquistata legalmente nei giorni scorsi, non è un reato ma un illecito amministrativo che può comportare la sospensione della patente e del passaporto.
Addio a migliaia di posti di lavoro
La cannabis light non è illegale in Italia dal 2016, per via di un buco legislativo. In questa zona grigia, in 10 anni, è cresciuto un settore che dà lavoro a 11mila persone e che, secondo le associazioni di settore, potrebbe sparire ora che il decreto è diventato legge.
Anche se gli usi industriali della canapa, che può essere utilizzata anche per la creazione di carta o di filati, non sono stati resi illegali, le inflorescenze erano una parte fondamentale del business di molte aziende.
