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La variante Stratus del Covid ha la rauceudine tra i sintomi, cosa sappiamo sulla "Frankenstein"

Massimo Ciccozzi, epidemiologo dell’Università Campus Bio-Medico di Roma e tra i massimi esperti di varianti Covid, parla della Stratus: quali sono i sintomi

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Eleonora Lorusso

GIORNALISTA

Giornalista professionista dal 2001, ha esperienze in radio, tv, giornali e periodici nazionali. Conduce l’annuale Festival internazionale della Geopolitica europea. Su Virgilio Notizie si occupa di approfondimenti e interviste, in particolare su Salute, Esteri e Politica.

Fino a poche settimane fa circolava prevalentemente la variante Nimbus, ora soppiantata da Stratus. Si tratta della nuova mutazione del virus Sars-CoV-2, responsabile del Covid e ritenuto il nuovo lignaggio più diffuso in tutta Europa, Italia compresa. Tra i sintomi avrebbe la raucedine, ma Massimo Ciccozzi, epidemiologo dell’Università Campus Bio-Medico di Roma e tra i massimi esperti di varianti, rassicura tutti a Virgilio Notizie: “Dovremo fare i conti con nuove varianti, perché il Covid è ormai endemico e dovremo conviverci per i prossimi mille anni”.

Covid, cos’è e come riconoscere la variante Stratus

Le attenzioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) sono ora rivolte a Xfg, nota anche come Stratus, come è stata ribattezzata dagli esperti la nuova variante Covid, ora prevalente in Europa e nel Sud-Est asiatico.

Secondo l’Oms, che monitora la situazione (in gergo si parla di Variant Under Monitoring – VUM), al momento i rischi in termini di epidemie e possibili conseguenze gravi sono ritenuti bassi.

Massimo Ciccozzi, epidemiologo dell’Università Campus Bio-Medico di Roma

La previsione è che possa continuare a circolare, però, per tutta l’estate.

La raucedine tra i sintomi

Diversamente dal passato, uno dei sintomi principali sarebbe la raucedine.

Nel proprio report, l’Oms scrive che “è possibile identificare profili di mutazioni distinti nella proteina Spike” del virus Sars-CoV-2.

Secondo i ricercatori, queste caratteristiche “migliorano l’elusione degli anticorpi“.

Stratus, nome scelto per attinenza al tema meteorologico della precedente variante Nimbus, sarebbe una variante Frankenstein dei lignaggi LF.7 e LP.8.1.2, cioè la loro derivazione.

Anche se è solo adesso che Stratus è diventata predominante, la prima identificazione risale al 27 gennaio 2025.

Il primo Paese nel quale Stratus si è affermata è stato l’India, fin dalla primavera: sono stati proprio i medici locali a parlare di sintomi nuovi, in particolare di raucedine.

Secondo quanto riporta il Times of India, infatti, uno dei tratti distintivi della variante sarebbe proprio la voce roca individuata come tratto frequente tra i pazienti colpiti dall’infezione.

A questa si aggiungerebbero:

  • tosse secca
  • irritazione
  • mal di gola
  • forti bruciori al momento della deglutizione
  • stanchezza
  • tosse lieve
  • febbre
  • dolori muscolari
  • congestione

L’intervista a Massimo Ciccozzi

Il Covid torna a far parlare di sé, con la variante Stratus. Cosa sappiamo di questa mutazione?

“Quello che è stato scoperto è che si tratta di una forma di combinante tra due sottovarianti, si parla di ‘lignaggi’ diversi, il che è normale per un virus di questo tipo. Ho dei dubbi, però, sul fatto che possa eludere le difese immunitarie o il vaccino”.

Quindi potremmo già essere “coperti” rispetto al Covid dato da questa variante?

“È come se questa variante avesse la stessa ‘madre’, cioè JN1: dal momento che il vaccino copre da questa variante, ha una sua efficacia anche nei confronti di Stratus, che ne è una sottovariante. Quanto al sistema immunitario, il comportamento rispetto al virus è un po’ come quello di ‘guardie e ladri’, tipico di ogni variante. Credo che dovremmo semplicemente abituarci a confrontarci con queste varianti: ciascuna, al momento della comparsa, soppianterà quella precedente. Potrebbe essere più aggressiva o contagiare di meno, ma la risposta del sistema immunitario ci sarà comunque: all’inizio la variante lo eluderà, quindi avrà maggiore diffusione, poi però gli anticorpi reagiranno, colpendola. È un po’ il valzer delle varianti”.

Tra i sintomi ci sarebbe la raucedine. Come mai variano e come si fa a riconoscere se si tratta di Covid?

“In realtà mi fa un po’ sorridere che si possa identificare tramite la raucedine. Stiamo parlando di un sintomo comune e confondibile. In ogni caso non deve farci paura nel modo più assoluto. Come detto, dobbiamo abituarci a un andamento di questo tipo, con fasi di maggiore aggressione e diffusione, ad altre di remissione. Ma il Covid non scomparirà più, perché è endemico: ci conviveremo per i prossimi mille anni”.

Il fatto che si presenti in estate è un’anomalia? Quali previsioni per il prossimo autunno-inverno?

“Non è strano, anzi. Non dobbiamo pensare che il periodo di maggiore diffusione dei contagi sia necessariamente quello autunnale o invernale, a meno che non si tratti di influenza. In questo caso c’è una stagionalità che inizia a ottobre e termina tra febbraio e marzo, a seconda degli anni. Ma per altri virus, come il Sars-Cov2, non c’è questo tipo di temporalità. Casomai si potrebbe individuare un nesso con il movimento delle persone e quindi con i maggiori contatti o una maggiore vicinanza”.

Chi potrebbe essere a rischio con questa variante?

“Il quadro di rischio è lo stesso delle varianti precedenti, quindi le persone da salvaguardare sono sempre gli anziani e i fragili, come nel caso di altre patologie di tipo respiratorio”.

Al momento l’OMS non ritiene comunque che ci siano rischi importanti. Concorda?

“Sì. Siamo in una fase di monitoraggio, che è poi anche il compito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Ma non c’è preoccupazione, anche perché ritengo che non ci siano più varianti preoccupanti. Se proprio dovessi indicare una fonte di preoccupazione, invece, penserei all’aviaria: con il virus che continua a circolare, specie negli allevamenti intensivi, ci potrebbero essere mutazioni in grado di attaccare l’uomo e quindi potremmo assistere al passaggio umano, anche se al momento non siamo in questa condizione”.

ANSA

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