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Laura Santi e la sclerosi multipla, il video registrato per i politici prima del suicidio assistito

Il video appello registrato da Laura Santi prima di ricorrere al suicidio: la richiesta ai politici

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Marco Vitaloni

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto di politica e con una passione per tecnologia e innovazione, scrive quotidianamente di cronaca e attualità. Marchigiano, studi in Comunicazione, collabora con diverse realtà editoriali locali e nazionali.

“Quello sul fine vita è un disegno di legge veramente infausto. Da esseri umani vi chiedo di bocciarlo”. Così in un video pubblicato postumo sui social Laura Santi, la giornalista affetta da sclerosi multipla e morta con il suicidio assistito a Perugia. Nel videomessaggio Santi lancia un appello ai politici e ai parlamentari italiani sulla legge sul fine vita.

Laura Santi morta con il suicidio assistito

Lunedì 21 luglio è morta nella sua casa di Perugia Laura Santi, giornalista affetta da una forma avanzata di sclerosi multipla.

La 50enne è morta con il suicidio assistito, a cui ha avuto accesso dopo un lungo e complesso iter giudiziario.

 Laura Santi con Filomena Gallo e Marco Cappato dell’associazione Luca Coscioni

Questo perché, nonostante i ripetuti inviti della Corte Costituzionale dopo la storica sentenza del 2019, in Italia non c’è ancora una legge sul fine vita che disciplini modi e tempi di accesso al suicidio assistito.

Il video appello per i politici

Per questo Laura Santi ha registrato un videomessaggio prima di ricorrere al suicidio assistito, che è stato pubblicato sulla sua pagina Facebook dal marito dopo la morte.

Nel video la giornalista perugina lancia un appello ai politici italiani a occuparsi del tema del fine vita e a bocciare il disegno di legge proposto dal governo Meloni.

“Quello sul fine vita è un disegno di legge veramente infausto. Da esseri umani vi chiedo di bocciarlo”, dice Laura Santi.

“Non è un intento di regolamentare il fine vita ma di escluderlo. Non abbiate paura, non porterà a nessun abuso questo diritto. Vi chiedo buon senso di esseri umani“.

“Vi prego, vi prego con tutto il cuore, fate quello che volete con la politica ma vi prego, Paese Italia, occupatevi delle sofferenze dei malati più gravi”.

Cos’è la sclerosi multipla

La sclerosi multipla è una malattia degenerativa che colpisce il sistema nervoso centrale.

Si tratta di una patologia autoimmune caratterizzata dalla perdita di mielina, la sostanza che riveste gli assoni (le fibre nervose). Può colpire più aree, come il cervello, il midollo spinale e il nervo ottico.

La sclerosi multipla è una malattia cronica: al momento non esiste una cura ma sono disponibili diverse terapie che consentono di rallentarne la progressione.

Può manifestarsi con sintomi anche molto diversi tra loro, i più comuni sono perdita della forza muscolare, disturbi visivi e della sensibilità.

Il disegno di legge sul fine vita

Nel 2019 la Corte costituzionale dichiarò legittimo il ricorso al suicidio assistito. Da allora ha più volte invitato il Parlamento a legiferare sul tema.

Attualmente è in discussione in Parlamento un disegno di legge sul fine vita presentato dal Governo Meloni.

Un ddl contestato da più parti, dalle opposizioni ma anche all’interno della stessa maggioranza, con Forza Italia che ha espresso dubbi sul testo.

Secondo l’associazione Luca Coscioni il ddl del governo cancella di fatto il diritto al suicidio assistito, “restringendo drasticamente i criteri di accesso in violazione della Costituzione e delle sentenze della Corte”.

I punti più controversi della legge sono due: il primo riguarda l’esclusione del servizio sanitario nazionale per tutte le procedure relative al fine vita.

Il secondo il comitato di esperti che saranno chiamati a decidere sull’ammissibilità delle richieste, nominato integralmente dalla presidenza del Consiglio.

“Il testo non mira a privatizzare l’aiuto alla morte volontaria, ma a vietarlo“, ha detto Marco Cappato.

“Questa legge infatti cambia i parametri stabiliti dalla Corte costituzionale, perché restringe l’accesso solo alle persone collegate a macchinari”. Di fatto, spiega, si esclude in partenza “la quasi totalità delle persone che ne hanno bisogno”.

Facebook Laura Santi

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