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Mimmo Lucano decaduto da sindaco di Riace non ci sta e annuncia il ricorso: "È ingiusto"

Dopo la condanna definitiva a 18 mesi, Mimmo Lucano è stato dichiarato decaduto dalla carica di sindaco di Riace, in Calabria

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Mauro Di Gregorio

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Approdato a QuiFinanza e Virgilio Notizie dopo varie esperienze giornalistiche fra Palermo e Milano. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Mimmo Lucano è stato dichiarato decaduto dalla carica di sindaco di Riace. La decisione del tribunale di Locri arriva a seguito della condanna definitiva a 18 mesi per falso materiale e ideologico in atti pubblici, in applicazione della legge Severino, normativa che prevede la sospensione e l’incandidabilità per gli amministratori condannati anche con pena sospesa.

Mimmo Lucano condannato in via definitiva

Lo scorso febbraio la Corte di Cassazione aveva confermato la condanna di Mimmo Lucano a 18 mesi di carcere, con pena sospesa, per “falsità materiale e ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici”.

Lucano fu sindaco di Riace dal 2004 al 2018. Venne poi rieletto nel giugno del 2024.

Lucano è finito nell’occhio del ciclone per una delibera su un contributo per l’accoglienza di alcuni migranti.

La condanna di primo grado includeva anche altre imputazioni, poi superate in appello con assoluzioni confermate dalla Cassazione.

La sentenza che colpisce Lucano si inserisce nell’ambito del processo Xenia, che aveva acceso i riflettori sulla gestione dell’accoglienza dei migranti nel piccolo comune calabrese, trasformato sotto l’amministrazione Lucano in un simbolo di integrazione riconosciuto a livello internazionale. In tutto il mondo si parlò del cosiddetto “Modello Riace“.

Lucano, in sintesi, è stato assolto per accuse più gravi, mentre gli è stata confermata una condanna per un atto legato a una delibera amministrativa. In primo grado il tribunale di Locri aveva condannato Lucano a 13 anni e 2 mesi. Poi, come detto, erano arrivate diverse assoluzioni.

Il diretto interessato, però, non ci sta e annuncia battaglia: “La resistenza continua. Ormai mi sto abituando. Non mi illudo”.

“Me l’aspettavo – ha aggiunto Lucano – perché ho avuto tantissimo tempo per capire che l’intenzione era quella di applicare la legge Severino. Il mio reato è stato quella di proporre una soluzione umana rispetto a una narrativa che giustifica la protezione dei confini e il percepire i migranti come i nemici. Per Riace, invece, sono stati preziosi cittadini”.

E ancora: “Con i miei legali presenteremo appello contro questa sentenza che reputo ingiusta”.

Cosa fa oggi Mimmo Lucano

Oggi Mimmo Lucano ricopre la carica di europarlamentare sotto le insegne di Alleanza Verdi e Sinistra. Sua collega di partito a Strasburgo è Ilaria Salis. Lucano è membro della Commissione per lo sviluppo.

Le reazioni

Le reazioni non si sono fatte attendere: Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni (Avs) hanno dichiarato che “nell’Italia dei ministri e dei sottosegretari impuniti di fronte alla legge, ai politici corrotti o corruttori, la decisione di oggi di un tribunale contro Mimmo Lucano nella sua qualità di sindaco di Riace suona come un’ingiustizia. Ma siamo certi che Mimmo continuerà a combattere in altre sedi giudiziarie per affermare le sue ragioni”.

Di tono opposto le parole di Maurizio Gasparri (Forza Italia): “La giustizia ha fatto il suo corso… Cosa ha da dire adesso una certa sinistra che per anni lo ha celebrato come un eroe? Cosa ne pensa la rivista Fortune, che lo aveva inserito tra gli uomini più influenti del pianeta? E cosa ne pensano quelli che hanno prodotto una fiction sulla Rai spendendo milioni di euro per dipingerlo come paladino delle giustizia? Con la giustizia Lucano ha avuto certamente a che fare, ma non come paladino”.

ANSA

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