Nella sua forma più classica appartiene soprattutto alle auto con propulsore anteriore e trazione posteriore (ma è presente anche nelle vetture a quattro ruote motrici e, in forma meno ingombrante, in quelle a trazione anteriore). Nelle autovetture del passato, per questo compito si utilizzavano dispositivi di trasmissione a cinghia o a catena, mentre oggi è universalmente diffuso il più robusto Albero di Trasmissione, che assolve all’incarico di trasmettere la potenza alle ruote motrici, collegando il motore (all’uscita del cambio) col differenziale posteriore.
Solitamente costruito in acciaio oppure in fibra di carbonio (per le auto più raffinate e sportive, come l’Alfa Romeo Giulia), strutturalmente ha le forme di un lungo tubo disposto longitudinalmente nel pianale del veicolo. Talvolta è diviso in due sezioni ben distinte e – a seconda della lunghezza – può essere sostenuto anche da un supporto intermedio.
La fondamentale importanza dei giunti
Per compensare le variazioni di distanza tra l’uscita del cambio e la cosiddetta scatola del ponte posteriore (nella quale sono alloggiate la coppia conica della riduzione finale e il differenziale per trasmettere il moto alle ruote tramite due semialberi) che si verificano durante gli spostamenti verticali delle sospensioni, si utilizza un giunto scanalato (detto anche “millerighe”) che consente lo scorrimento assiale dei due componenti.
Completano il quadro, un giunto elastico per assorbire le “botte di coppia” che si verificano in accelerazione, e due giunti omocinetici a crociera per garantire l’allineamento con gli altri elementi della vettura. In questo modo si agevola la trasmissione anche nei sollevamenti e negli abbassamenti di avantreno e retrotreno causati dal lavoro delle sospensioni.
Anche l’Albero di Trasmissione può usurarsi e rompersi
A seconda dell’utilizzazione alla quale è sottoposta la vettura, anche l’Albero di Trasmissione può danneggiarsi o addirittura arrivare a rompersi. Come ogni altro componente, infatti, ha una durata prestabilita (si definisce “obsolescenza programmata”), che dipende soprattutto dalla percorrenza, ma considerati i notevoli stress a torsione ai quali è sottoposto, può arrivare a deteriorarsi anche con una condotta di guida brusca e inappropriata, oltre che in caso di incidente.
I punti più deboli di questo importante organo sono, evidentemente, i giunti cardanici: statisticamente i primi a dovere essere sostituiti. Quando qualcosa non va, un orecchio esperto percepisce subito la presenza di rumori da sfregamento e di vibrazioni talvolta eccessive (che possono trasformarsi in veri e propri “strattoni”): in questo caso i componenti vanno sostituiti al più presto. Per tutelarli basta basarsi sulle regole del buon senso: evitare strappi di frizione e cambio, dare potenza con moderazione e transitare su buche e dossi a velocità moderata. Tutto questo è consigliabile farlo non solo per preservare il proprio portafogli, ma anche la sicurezza, visto che in caso di rottura dell’Albero o di un giunto durante la marcia, si può perdere facilmente il controllo del veicolo.