La denominazione di questo dispositivo di comunicazione wireless (cioè senza fili), che è inserito nei sistemi multimediali di gran parte delle vetture di recente produzione (per consentire il collegamento dei telefonini e permettere il loro funzionamento in vivavoce attraverso l’impianto audio di bordo), in italiano significa “dente blu” e ha un’origine davvero curiosa.
Ma perché proprio “dente blu”?
La storia racconta che re Harald di Danimarca (che divenne poi Sant’Aroldo, detto Blåtland, cioè “dente blu” in danese, perché in battaglia era solito colorarsi così i denti per incutere più terrore nei nemici), dal 970 al 987 fu in grado di riunire le regioni scandinave in un unico grande regno e sotto la stessa religione (il Cristianesimo). Proprio ispirandosi all’opera di riunificazione attuata dal re scandinavo, un ingegnere della Ericsson (l’azienda che ha ideato il dispositivo) ha pensato di chiamare “Bluetooth” la nuova tecnologia, perché riunisce tutti i dispositivi di bordo (ma, volendo, anche di casa) sotto un unico protocollo di comunicazione.
Così puoi avere tutto nel tuo infotainment
Nato nel 1998, e diventato rapidamente lo standard per la connessione fra telefoni e sistemi vivavoce grazie a un affidabile microchip a basso costo e al ridotto consumo energetico, questo dispositivo è in grado di creare una rete privata senza fili, nota anche come PAN, cioè Personal Area Network (mentre il Wi-FI ne forma una chiamata LAN: Local Area Network).
Dopo avere verificato che il telefonino sia compatibile con la propria auto (se si tratta di un modello recente, di solito non ci sono problemi), la tecnologia wireless del Bluetooth permette di visualizzare i servizi e le prerogative dello smartphone (come musica, rubrica telefonica e app di messaggistica) direttamente nel sistema di infotainment della propria auto.
Proviamo a descriverlo tecnicamente
Nonostante abbia ormai una trentina d’anni, il bluetooth è ancora fra i dispositivi più furbi, intuitivi ed efficaci, soprattutto per trasferire dati fra due “device” senza disporre del cavo specifico. Operando nell’arco di frequenze attorno ai 2,45 gigahertz, trasmette con onde a potenza ridotta utilizzando una minima aliquota di energia (1 milliwatt), con un conseguentemente limitato raggio di azione (circa 10 metri), ma non soffre di eventuali ostacoli fisici fra i dispositivi.
In conclusione, segnaliamo che la prima Casa automobilistica a implementare la tecnologia Bluetooth nelle sue vetture è stata la BMW, per consentire ai guidatori di rispondere al proprio telefono cellulare senza dover staccare le mani dal volante (perlomeno quando ancora il Codice della strada permetteva di farlo…).