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Andrea Russo risucchiato dall'aereo a Orio al Serio, quant'è pericoloso il motore a turboventola: i precedenti

Andrea Russo è morto risucchiato dal motore di un aereo a Orio al Serio. Sono diversi i precedenti di persone morte in situazioni identiche per incidente o suicidio

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Mauro Di Gregorio

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Approdato a QuiFinanza e Virgilio Notizie dopo varie esperienze giornalistiche fra Palermo e Milano. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

All’indomani della morte di Andrea Russo, il 35enne risucchiato dal motore di un aereo all’aeroporto di Orio al Serio, in molti si pongono un interrogativo: quanto può essere pericoloso il motore di un aereo per chi si avvicina? È bene chiarire che i propulsori a turboventola, o turbofan, montati sulla quasi totalità degli aerei commerciali moderni, sono vere e proprie macchine di risucchio ad alta potenza.

Quant’è pericoloso il motore di un aereo

Quando il motore è acceso, anche solo al regime minimo, può aspirare tutto ciò che si trovi nel suo raggio d’azione. Già a quattro metri di distanza si può essere sbilanciati, e a meno di un metro si rischia di essere letteralmente inghiottiti. In fase di spinta più elevata, il pericolo si estende anche oltre i dieci metri.

“Il risucchio di un motore turbo-fan, che è la tipologia di motori montati sui comuni jet, è impressionante: in casi estremi può risucchiare addirittura un carrello portacontainer”, ha spiegato all’agenzia Agi Fabrizio S. Bovi, pilota, esperto di aeronautica e coordinatore del Gruppo Scienze Aeronautiche per l’Unione Giornalisti Italiani Scientifici (UGIS) commentando la tragedia di Orio al Serio.

La foto dell’aereo coinvolto inviata da un passeggero a Virgilio Notizie

Come funziona il motore di un aereo

Il motore funziona come un gigantesco aspirapolvere ad alta efficienza: la ventola frontale (fan) risucchia l’aria, che viene poi compressa, mescolata con carburante e fatta esplodere nella camera di combustione, generando la spinta necessaria al volo. La parte anteriore, dunque, è quella più pericolosa per chi vi si trovi davanti.

Superfluo precisare cosa succeda materialmente a un corpo umano che finisca fra le turbine di un aereo.

I precedenti

Non è la prima volta che si verifica un episodio come quello che ha portato alla morte di Andrea Russo a Orio al Serio.

Si ricordano infatti diversi casi di operatori aeroportuali o di persone a qualsiasi titolo presenti sulla pista d’atterraggio che sono finite vittime del potere di aspirazione dei motori a turboventola.

Nel giugno 2023 a San Antonio, in Texas, un dipendente dell’aeroporto di 27 anni si uccise lanciandosi verso il motore di un aereo della Delta da poco atterrato.

Nel gennaio 2024 all’aeroporto di Salt Lake City, in Utah, un passeggero 30enne con disturbi bipolari in attesa di imbarco sfuggì ai controlli e si lanciò verso il motore di un Airbus A220 Delta in fase di rullaggio sulla pista.

Nel maggio 2024, un dipendente aeroportuale si suicidò a Schipol, vicino Amsterdam, lanciandosi verso il motore di un Embraer 190 della Klm che stava per decollare.

Sarebbe stato invece un incidente la morte di una rampista aeroportuale di 34 anni che il 31 dicembre 2022 venne risucchiata dal motore di un aereo al Montgomery Regional Airport, in Alabama.

Andando più indietro negli anni, si ricorda il caso di un ingegnere morto all’aeroporto di Mumbai in India. Era il dicembre del 2015 e l’uomo venne risucchiato durante le operazioni di pushback. L’ingegnere stava supervisionando le operazioni trovandosi vicino al carrello anteriore dell’aereo.

iStock Javier Ballester

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