Aurora Maniscalco morta a Vienna, salma a Palermo per l'autopsia dopo l'indagine per istigazione al suicidio
A Palermo l'autopsia su Aurora Maniscalco morta a Vienna: il fidanzato indagato per istigazione al suicidio, il punto sull'inchiesta
Verrà svolta a breve a Palermo l’autopsia sul corpo di Aurora Maniscalco, la hostess di 24 anni precipitata dal balcone dell’appartamento dove viveva con il fidanzato a Vienna. Per la polizia austriaca il caso è chiuso, si sarebbe trattato di un incidente o di un suicidio. Non per la famiglia della ragazza e per la procura di Palermo, che ha disposto l’esame sulla salma della giovane e notificato un avviso di garanzia per istigazione al suicidio al fidanzato, anche lui palermitano.
- La salma di Aurora Maniscalco a Palermo per l'autopsia
- Il fidanzato indagato per istigazione al suicidio
- Le indagini sulla hostess morta a Vienna
La salma di Aurora Maniscalco a Palermo per l’autopsia
Rientrerà in Italia, a Palermo, nella giornata di oggi, martedì 8 luglio, la salma di Aurora Maniscalco.
Il corpo della hostess 24enne morta a Vienna sarà subito portato all’istituto di Medicina legale del Policlinico del capoluogo siciliano, dove verrà svolta l’autopsia disposta dalla procura palermitana.
Non è però chiaro quando verrà eseguita effettivamente l’autopsia, come ha detto a Fanpage il legale della famiglia della giovane palermitana, l’avvocato Alberto Raffadale.
Il fidanzato indagato per istigazione al suicidio
Intanto è rientrato in Italia anche il fidanzato di Aurora Maniscalco, il 27enne Elio Bargione, anche lui palermitano e assistente di volo.
Bargione era in casa con la ragazza la notte tra il 21 e 22 giugno, quando lei è caduta dal terzo piano. Il giovane è ora indagato per istigazione al suicidio.
Al momento “non significa nulla”, tiene a precisare l’avvocato Raffadale, in quanto l’iscrizione nel registro degli indagati è un atto dovuto per poter eseguire un atto irripetibile come l’autopsia e procedere con le indagini.
Le cose cambierebbero se durante l’esame emergessero alcuni elementi utili alle indagini e che potrebbero essere contestati al 27enne.
Le indagini sulla hostess morta a Vienna
Per la polizia e la magistratura austriaca il caso è chiuso: l’autopsia, come anche il sequestro dell’appartamento, non è stata fatta perché la morte di Aurora Maniscalco sarebbe da ricondurre a un incidente o a un suicidio.
Il fidanzato aveva raccontato agli inquirenti di aver visto la 24enne correre verso il balcone e lanciarsi nel vuoto dopo una accesa lite tra loro due. Una versione ritenuta credibile dagli investigatori viennesi.
La famiglia Maniscalco però non crede alla tesi del suicidio e ha presentato un esposto alla procura di Palermo, che ha avviato le indagini.
L’autopsia è il primo passo per poter andare avanti con le indagini. Successivamente gli atti verranno trasmessi alla procura di Roma, dove c’è l’ufficio competente per i reati commessi da italiani o ai danni di italiani all’estero.
L’avvocato della famiglia Maniscalco ha spiegato di non sapere se gli investigatori italiani abbiano disposto o chiesto alle autorità austriache altri accertamenti.
“Quello che sappiamo noi è che il fidanzato è entrato in Italia, quindi l’appartamento è stato lasciato”, ha detto.
Secondo il legale il sequestro dell’abitazione sarebbe utile alle indagini, anche a distanza di giorni. “Se si trovassero sangue o mobili rotti tutto cambierebbe”, ha spiegato.
I vicini di casa hanno raccontato che quella notte nell’appartamento in cui vivevano i due ci sarebbe stata una lite molto accesa, parlando di forti rumori come mobili spostati e oggetti lanciati.