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Delitto di Garlasco, l'avvocata Giada Boccellari su Ignoto 3: "Non c'è contaminazione, chi lo dice sbaglia"

Un Ignoto 3 nelle nuove indagini sul delitto di Garlasco, parla l'avvocata di Alberto Stasi: "Chi parla di contaminazione sbaglia", il motivo

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Luca Mastinu

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, scrive di cronaca nera e attualità. Muove i primi passi nel fact checking per poi appassionarsi al mondo dell'informazione. Collabora con altre testate e siti web, esperto di musica.

L’identità e le modalità con cui il profilo di Ignoto 3 sia entrato in contatto con la garza usata dal medico legale Dario Ballardini sono oggetto di dibattito tra le parti coinvolte, i periti e gli stessi organi di stampa. Secondo più punti di vista il Dna non ancora attribuito potrebbe essere la conseguenza di una contaminazione. A tal proposito Giada Boccellari, che difende Alberto Stasi, ha commentato: "Chi dice che è contaminazione sbaglia", ma se così dovesse essere ci si muoverà di conseguenza. Poi un appello: "Non normalizziamo la contaminazione" perché "Stasi è dentro sulla base di asserite prove scientifiche".

Boccellari: "Non c’è contaminazione"

Le telecamere di Quarto Grado hanno raggiunto Giada Boccellari, che difende Alberto Stasi insieme al collega Antonio De Rensis. L’argomento, da diverse settimane, è l’isolamento del Dna di Ignoto 3 da uno dei campioni prelevati dalla garza usata dal medico legale Dario Ballardini durante l’autopsia sul cadavere di Chiara Poggi, il 16 agosto 2007.

Da più parti, specialmente dalla difesa di Andrea Sempio rappresentata da Massimo Lovati e dal consulente Luciano Garofano, si sostiene che quel profilo genetico sia frutto di una contaminazione.

Su questo aspetto dallo studio di Quarto Grado, venerdì 25 luglio, è stata mandata in onda un’intervista a Giada Boccellari, che ha detto: "Certo è che abbiamo un Dna buono, leggibile, nucleare e Y da verificare". L’avvocata specifica che ciò significa che "chi dice che è contaminazione sbaglia, perché o ha un nome e un cognome e allora può dire che è con certezza contaminazione, così come non si può dire che è un correo (dunque complice di Stasi, ndr) con certezza".

Quindi: "Oggi abbiamo una persona, un maschio, ignoto", perciò sarà necessario "a mio modo di vedere escludere la contaminazione". Infine: "Se sarà contaminazione vedremo chi è il contaminante e poi capiremo che cosa fare".

Lo sfogo su Alberto Stasi

Alla fine del suo intervento Giada Boccellari chiede: "Non normalizziamo la contaminazione", perché "non posso riferire a Stasi: ‘Ah, vabbè, era tutto contaminato'", un’ipotesi che "non è accettabile".

Per concludere, l’avvocata ricorda che il suo assistito "è dentro per asserite prove scientifiche".

L’Ignoto 3 del delitto di Garlasco

Il nastro che la Procura sta tentando di riavvolgere, dopo la riapertura delle indagini a carico di Andrea Sempio, è ora fermo al 16 agosto 2007. In quel giorno il medico legale Dario Ballardini e il suo assistente Ernesto Gabriele Ferrari avevano usato una garza non sterile per esaminare il cavo orale di Chiara Poggi, uccisa tre giorni prima.

Nel maxi incidente probatorio in corso la genetista Denise Albani, incaricata dal gip Daniela Garlaschelli, ha isolato da quella garza cinque campioni. Tre di essi sono risultati inutilizzabili, nei restanti due è stato isolato il Dna di Ferrari in un caso, e il Dna dello stesso Ferrari e di un soggetto sconosciuto in un altro. Il profilo senza nome è stato indicato come Ignoto 3.

Denise Albani ha chiesto chiarimenti a Ballardini per conoscere le modalità con cui fu condotta l’autopsia, e sui motivi della presenza di un Dna Ignoto 3 sulla garza si è scatenato il dibattito: i più, infatti, sostengono che si tratti di una contaminazione o di una terza persona presente in sala autoptica durante l’esame o da altro cadavere.

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