Esplosione in via dei Gordiani a Roma, parlano i poliziotti D'Onofrio e Neri: "Ci ha travolti ma lo rifaremmo"
Dopo l'esplosione a Roma parlano due poliziotti intervenuti in via dei Gordiani: "Lo rifaremmo, siamo addestrati per questo". Il video dell'intervista
La conta dei danni dopo l’esplosione che ha disintegrato il distributore GPL di via dei Gordiani, a Roma, è ancora in corso. Nel frattempo la stampa ha raggiunto due poliziotti-eroi che hanno messo a repentaglio la loro vita per salvare due persone che mancavano all’appello. Si tratta di Francesco d’Onofrio, capo pattuglia del reparto volanti di Porta Maggiore, e di Marco Neri, vice ispettore. "Siamo stati la prima pattuglia inviata dalla sala operativa", raccontano. Arrivati in via dei Gordiani l’esplosione non era ancora avvenuta. Entrati nel locale interessato per trarre in salvo due persone, infine, sono stati travolti: "Lo rifaremmo", dicono dal letto dell’ospedale.
- La testimonianza di Francesco D'Onofrio
- Il vice ispettore Marco Neri: "Abbiamo pensato alla strage di Viareggio"
- La "catastrofe evitata"
La testimonianza di Francesco D’Onofrio
Raggiunto dalle telecamere dell’Ansa nella sua stanza dell’ospedale Francesco D’Onofrio, poliziotto del commissariato di Porta Maggiore, racconta ciò che è successo dopo la chiamata arrivata da Tor Pignattara, il quartiere confinante con via dei Gordiani dove, venerdì 4 luglio, un’esplosione ha cancellato il distributore GPL.
"Quando siamo arrivati c’era già un principio d’incendio, il fumo avvolgeva l’intera area del distributore", racconta D’Onofrio. I due agenti si sono subito resi conto che "non si trattava di un incendio normale: c’era un reale pericolo di scoppio", aggiunge.
Dopo aver delimitato la zona i due colleghi si sono resi conto che "c’erano ancora persone all’interno", ma soprattutto che "mancavano all’appello due persone". Quindi D’Onofrio e Neri sono rientrati nel luogo interessato nonostante l’evidente pericolo.
"Le abbiamo trovate e caricate su un’auto di servizio che si è subito allontanata". Subito dopo c’è stata l’esplosione. "Essere avvolti dalle fiamme è qualcosa che non auguro a nessuno. Non ho sentito dolore, solo la consapevolezza che dovevo uscire vivo". E D’Onofrio e Neri ce l’hanno fatta. Oggi i due colleghi non hanno dubbi: lo rifarebbero: "Siamo addestrati per questo".
Il vice ispettore Marco Neri: "Abbiamo pensato alla strage di Viareggio"
La stessa tempra è propria del vice ispettore Marco Neri, al fianco del suo collega D’Onofrio nella stanza del Policlinico Umberto I. Alle telecamere dell’Ansa conferma tutto.
"Siamo riusciti a portare fuori due civili. Ma mentre tentavamo di raggiungere un’ultima persona, l’esplosione ci ha travolti", spiega, raccontando il motivo dell’azione eroica: "Abbiamo pensato alla strage di Viareggio. Non c’era tempo da perdere". I momenti in cui la morte li ha sfiorati è ancora vivo nei suoi ricordi: "Ho visto la mia pelle bruciare. Il cinturone, la radio di servizio, tutto prendeva fuoco".
A salvarli, il coraggio: "Nonostante le ustioni, con l’adrenalina siamo riusciti a portarci fuori tutti e tre", dato che nel loro intervento era presente anche l’ispettore Celletti.
La "catastrofe evitata"
Anche Neri, come D’Onofrio, afferma che rifarebbe tutto: "Sì, come tutti i miei colleghi". E per loro, che sono sopravvissuti a una possibile tragedia, è un giorno di festa.
"Ce lo siamo detti anche al telefono, oggi è un giorno che si può festeggiare: nessun morto", conclude Neri, che parla di "catastrofe evitata".
L’esplosione ha provocato 50 feriti, lo stesso numero riguarda i residenti evacuati. 7, invece, sono le scuole danneggiate.