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CRONACA NERA

Femminicidio di Patrizia Russo a Solero, ergastolo al marito Giovanni Salamone che diceva di essere posseduto

Giovanni Salamone è stato condannato all'ergastolo in primo grado. Nel 2024 ha ucciso la moglie Patrizia Russo con 7 coltellate: "Ero posseduto"

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Luca Mastinu

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, scrive di cronaca nera e attualità. Muove i primi passi nel fact checking per poi appassionarsi al mondo dell'informazione. Collabora con altre testate e siti web, esperto di musica.

Giovanni Salamone è stato condannato all’ergastolo. Secondo i giudici della Corte d’Assise di Alessandria l’imputato, 62 anni, avrebbe ucciso la moglie Patrizia Russo nella loro abitazione a Solero (Alessandria) a coltellate. Deciso il commento di Salvatore Pennica, difensore di Salamone, che ha riferito: “Leggeremo le motivazioni, ma al 100% andremo in appello” in quanto “niente di quanto da noi proposto è stato accolto”. Dopo il femminicidio Salamone aveva chiamato le autorità dicendo di essere posseduto da Satana.

Ergastolo a Giovanni Salamone

Lunedì 14 luglio i giudici della Corte d’Assise di Alessandria hanno emesso il verdetto di primo grado: ergastolo per Giovanni Salamone. L’uomo, 62 anni, avrebbe ucciso la moglie Patrizia Russo con sette coltellate all’interno dell’abitazione di Solero (Alessandria) in cui la coppia viveva.

Salamone è difeso dall’avvocato Salvatore Pennica, che all’Ansa ha affidato il suo commento dopo il pronunciamento della sentenza: “La sintesi non può andare a discapito delle ragioni della difesa”.

Per il femminicidio di Solero è stato condannato all’ergastolo Giovanni Salamone. Per i giudici avrebbe ucciso la moglie Patrizia Russo a coltellate

Il pm aveva richiesto 21 anni di reclusioneRepubblica ricorda che per il processo i figli della coppia, Francesco Giuliana, si sono costituiti parte civile assistiti dagli avvocati Maria Luisa Butticè e Annamaria Tortorici. I giudici, inoltre, hanno riconosciuto per ciascuno dei figli una provvigionale di 250 mila euro.

Butticè e Tortorici, ascoltate da Repubblica, si sono dette “onestamente soddisfatte per l’esito sanzionatorio” in quanto i giudici hanno riconosciuto “la piena capacità dell’imputato nella commissione del delitto”. Per la Corte d’Assise, quindi, Salamone era perfettamente in grado di intendere e volere mentre consumava il femminicidio.

Il commento dell’avvocato dopo la sentenza

Come anticipato, l’avvocato Salvatore Pennica che assiste Giovanni Salamone ha annunciato la possibilità di ricorrere in appello. Secondo la difesa dell’imputato, che rispetta la sentenza, “niente di quanto da noi proposto è stato accolto”.

“La Camera di Consiglio è durata poco, dalle 12 alle 13.30, e l’impressione è che la decisione fosse già stata maturata“, ha riferito Pennica all’Ansa. L’avvocato, infatti, si era opposto alla proposta della Procura che chiedeva 21 anni di reclusione sostenendo che l’assistito non fosse in grado di intendere e volere mentre uccideva la moglie.

Per questo la difesa di Salamone – inizialmente rappresentata da Elisabetta AngeleriGianfranco Foglino del Foro di Alessandria – aveva chiesto in subordine l’accesso alla giustizia riparativa stabilita dalla Riforma Cartabia o, ancora in subordine, la riduzione ad un terzo della pena richiesta dall’accusa.

Il femminicidio di Patrizia Russo a Solero

I fatti risalgono al 16 ottobre 2024. Patrizia Russo, 53 anni, era un’insegnante. Il marito Giovanni Salamone, 62 anni, aveva lavorato nella coltivazione di olive ad Agrigento, dove la coppia aveva le origini. I due si erano trasferiti a Solero (Alessandria) a seguito di un incarico conferito alla donna come insegnante di sostegno.

Da tempo l’uomo – scrive Repubblica – manifestava i sintomi di una depressione causata dall’assenza di un’occupazione stabile. Condizione, questa, ben nota alla donna che aveva confessato una certa preoccupazione. Quella mattina Salamone uccise la moglie con sette coltellate. Dopo averla uccisa all’interno dell’abitazione chiamò i carabinieri. Ai militari arrivati nella residenza di via Cavoli disse: “Mi volevano fregare i soldi. No so spiegare chi e come. Ero posseduto da Satana“.

Dopo l’arresto il 62enne aveva tentato il suicidio all’interno del carcere ed era stato salvato dagli agenti della polizia penitenziaria.

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