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Garlasco, i dubbi sull'autopsia di Chiara Poggi: scontro su Ignoto 3 tra avvocati, periti e Procura

Il campione di Ignoto 3 contaminato da un altro cadavere? I dubbi sul caso Garlasco e gli scontri sull'autopsia di Chiara Poggi spiegati da un esperto

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Luca Mastinu

GIORNALISTA

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Secondo il procuratore Fabio Napoleone la garza usata per esaminare il cavo orale di Chiara Poggi durante l’autopsia non avrebbe subito contaminazioni. Di parere contrario è Marzio Capra, consulente dei Poggi dal 2007, che ha sollevato dubbi sul Dna di Ignoto 3 isolato da uno dei campioni. Per questo gli inquirenti danno la caccia al terzo ignoto venuto fuori dall’incidente probatorio, ma un’ulteriore proposta di spiegazione arriva da Alberto Bonsignore, direttore di Medicina Legale dell’ospedale Gaslini di Genova: quella garza potrebbe essere stata contaminata da un altro cadavere presente nella sala dell’autopsia.

Le differenze tra una garza e un tampone

L’identità di Ignoto 3 è uno degli scogli che stanno impegnando gli inquirenti della nuova inchiesta sul delitto di Garlasco. Una volta isolato questo profilo genetico la genetista Denise Albani, incaricata dal gip Daniela Garlaschelli per il maxi incidente probatorio, si sta muovendo per accertarsi sulle modalità con cui il 16 agosto 2007 fu condotta l’autopsia sul corpo di Chiara Poggi.

Ascoltato da Zona Bianca il 23 luglio Alberto Bonsignore, direttore di Medicina Legale presso l’ospedale Gaslini di Genova, ha provato a fare chiarezza. In primo luogo Bonsignore ricorda che una garza non è sterile, in quanto viene “posizionata su un carrellino a disposizione dell’operatore”.

La garza usata durante l’autopsia sul cadavere di Chiara Poggi potrebbe essere stata contaminata da un altro cadavere: le nuove ipotesi sul delitto di Garlasco

Un tampone oro-faringeo, invece, è sigillato ermeticamente ed è sterile. Dopo il suo utilizzo viene riposto nel suo apposito contenitore e non subisce contaminazioni.

Una garza, quindi, può essere soggetta a contaminazioni ambientali in quanto le sale autoptiche non sono soggette ai criteri di asetticità delle sale operatorie.

Lo scontro tra la Procura e i periti sul caso Garlasco

Come anticipato in apertura, l’isolamento del profilo genetico di Ignoto 3 è alla base di un dibattito tra la Procura di Pavia e i Poggi. Nello specifico, il procuratore capo Fabio Napoleone sostiene che il campione in cui è stato isolato il Dna non abbia subito contaminazione.

Secondo Marzio Capra, consulente dei poggi, il Dna di Ignoto 3 è invece conseguenza di una contaminazione. Una delle ipotesi di Capra è che il campione sia stato contaminato da un altro cadavere presente nella sala autoptica nel momento dell’esame sul corpo di Chiara Poggi.

I dubbi sull’autopsia di Chiara Poggi

A fare chiarezza sull’ipotesi della contaminazione da altro cadavere è Alberto Bonsignore. Intervistato per Zona Bianca ha riferito che ciò è “assolutamente possibile” nel caso di “un’autopsia eseguita precedentemente o in contemporanea”.

“Spesso ci troviamo ad operare su due tavoli paralleli” in quanto “nelle sale autoptiche ci sono più postazioni” e “magari condividendo il carrello autoptico, oppure anche in sequenza“.

ANSA / Mediaset

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