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Garlasco, rivelazione dell'ex carabiniere in servizio a Pavia: "Indagati contattati prima degli interrogatori"

Un ex carabiniere rivela pratiche irregolari prima di interrogatori come nel caso Sempio. Ci sono dubbi su molti degli investigatori del 2017

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Giorgia Bonamoneta

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, si concentra sulla politica e la geopolitica, scrive anche di economia e ambiente. Laureata in Editoria e Scrittura presso La Sapienza di Roma, ha iniziato a scrivere per una testata impegnata sui diritti civili, prima di lavorare in diverse testate di attualità.

Un ex carabiniere in servizio a Pavia ha parlato con i giornalisti e ha confessato un giro di favori riguardo a incontri e telefonate prima delle notifiche di interrogatorio. Quello accaduto con Andrea Sempio, secondo quanto dichiarato dall’ex carabiniere, non sarebbe un fatto raro ma una pratica comune. Il motivo sarebbe legato a un tornaconto personale. Sui carabinieri che hanno investigato nel 2017 si allargano i dubbi.

Tutti i contatti prima della notifica

A Chi l’ha visto? è stato fatto ascoltare un estratto di una chiamata che, per la natura del contenuto, dovrà inevitabilmente passare di fronte ai magistrati. Proprio per questo, il programma si è preso la responsabilità di farne ascoltare solo una parte. L’ex carabiniere che parla con il giornalista al telefono è stato cacciato dall’Arma con accuse gravi: per questo, le sue parole vengono comunque prese con cautela.

Nel suo racconto, però, afferma che non era una pratica rara quella di ascoltare, incontrare e parlare con gli indagati prima dell’arrivo della notifica ufficiale di presentarsi per l’interrogatorio. Accadeva, dice l’ex carabiniere, soprattutto con amici o persone conosciute.

Via di Garlasco

Questo lascia intendere che la pratica forse messa in atto da Silvio Sapone, che nell’ipotesi emersa in questi giorni avrebbe chiamato Sempio prima della notifica, fosse in realtà un’abitudine diffusa e che permetteva di ottenere qualcosa in cambio.

Sapone: “Non conosco i Sempio”

Silvio Sapone, secondo l’ipotesi, avrebbe chiamato Sempio prima della notifica dell’interrogatorio. Dalle intercettazioni, Andrea Sempio dice: “Mi ha chiamato un maresciallo dei carabinieri, che mi dice: ‘So che lei ha già parlato con Sapone’…”.

Intervistato nel merito, Sempio afferma che Sapone non lo avrebbe chiamato prima della notifica dell’interrogatorio. “È uno dei nomi che mi ricordo. Ai tempi ricevevo un sacco di chiamate, quindi una volta verificato che non fosse un giornalista che si spacciava per un’autorità, salvavo il numero”. Silvio Sapone era uno di questi, ma Sempio dice di non ricordare il motivo preciso della chiamata.

L’ex carabiniere Sapone, da parte sua, dichiara di non conoscere Andrea e di non aver mai avuto contatti con la famiglia Sempio. “È dal 2004 che abito a Pavia”.

Il ruolo di Spoto

Il maresciallo Spoto, sulle tempistiche ambigue della firma della notifica di Andrea Sempio, ha raccontato che avrebbe preso tempo per permettere l’installazione dei dispositivi di intercettazione. Così, quello che doveva essere un incontro da un’ora e dieci minuti, dai tabulati dell’intercettazione risulta essersi ridotto a 35 minuti.

Le tempistiche restano comunque ampie per una semplice firma, ma Spoto la giustifica così: serviva tempo ad Antonio Scoppetta per installare la microspia all’interno dell’auto di Sempio, parcheggiata davanti al centro commerciale.

Il servizio di Chi l’ha visto? pone una domanda: che fine hanno fatto le svariate ore di registrazione di prova della prima giornata della microspia? Sono stati infatti recuperati soltanto cinque minuti su oltre 15 ore, e la microspia ha iniziato a registrare solo dall’una di notte di quello stesso giorno.

Operazione Clean: Venditti, Scoppetta e Pappalardo

La squadra investigativa del 2017, quella che aveva riaperto momentaneamente le indagini su Andrea Sempio, poi archiviate, è oggi al centro di diversi dubbi. All’interno di un’altra inchiesta, il carabiniere Scoppetta è stato condannato a quattro anni e mezzo per corruzione, mentre, per la nuova indagine sui fatti dell’omicidio di Chiara Poggi, lo stesso Spoto non è indagato ma ha subito una perquisizione, così come anche Silvio Sapone.

Molta attenzione è rivolta soprattutto all’ex procuratore di Pavia, Mario Venditti, che coordinò l’inchiesta del 2017. È accusato di aver chiesto l’archiviazione di Andrea Sempio in cambio di 20-30.000 euro.

Il nuovo procuratore di Pavia ha rivolto le accuse a Venditti sulla base dei documenti trovati in un’altra inchiesta: l’Operazione Clean. Scoppetta, carabiniere che operava presso la polizia giudiziaria di Pavia tra il 2015 e il 2019, aveva accesso a una serie di informazioni riservate. Nell’inchiesta si è scoperto che passava tali informazioni a un altro carabiniere, il maggiore Maurizio Pappalardo.

Secondo i finanzieri che hanno indagato sui suoi conti, proprio Scoppetta, tra il 2017 e il 2020, avrebbe speso una cifra insolita nel gioco d’azzardo: circa 20.000 euro nel 2017 e circa 46.000 nel 2020, a fronte di uno stipendio annuo di 28.000 euro.

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