Incidente in cui morì Ramy Elgaml, la gip dice ancora no ai pm sulla super perizia: è “inammissibile”
Respinta la richiesta di una nuova perizia per far luce sull'incidente del 24 novembre 2024 in cui perse la vita Ramy Elgaml
Novità sull’incidente stradale avvenuto a Milano lo scorso 24 novembre in cui morì Ramy Elgaml. Il giovane perse la vita per le ferite riportate nello scontro tra lo scooter su cui viaggiava, insieme all’amico Fares Bouzidi, e una vettura dei carabinieri. La procura ha chiesto per la terza volta una perizia sull’incidente, richiesta respinta e ritenuta inammissibile dalla gip.
- Morte Ramy Elgaml, nessuna nuova perizia sull'incidente
- La richiesta dei pm
- Cosa successe un anno fa a Milano
Morte Ramy Elgaml, nessuna nuova perizia sull’incidente
È stata respinta – in quanto giudicata inammissibile – la richiesta avanzata dalla Procura di una nuova perizia per chiarire la dinamica dell’incidente in cui morì Ramy Elgaml.
La decisione è stata presa dalla gip Maria Idria Gurgo di Castelmenardo che ha così rigettato la richiesta così come aveva fatto pochi giorni prima. Anche in questo caso, la gip ha ribadito il suo no all’incidente probatorio in quanto si tratterebbe di “una forzatura” giuridica.
Murales che ricorda Ramy Elgaml
La richiesta dei pm
Una nuova perizia sull’incidente era stata richiesta lo scorso 7 ottobre e, dopo il primo rifiuto, era stata ri-avanzata qualche giorno dopo. In entrambi i casi, a proporla alla gip del Tribunale di Milano erano stati i pm Marco Cirigliano e Giancarla Serafini.
Il loro punto era quello di far luce sull’incidente che, lo scorso 24 novembre, portò alla morte del 19enne Ramy Elgaml, dopo lo scontro tra la moto su cui viaggiava il ragazzo e la gazzella dei carabinieri che li inseguiva. Il tragico impatto avvenne all’incrocio tra via Ripamonti e via Quaranta: per quel caso, gli inquirenti hanno chiuso le indagini per omicidio stradale che vedono Bouzidi e il carabiniere indagati.
Per la seconda volta in pochi giorni, però, dopo il no del 14 ottobre, nella giornata di sabato 25 ottobre, la gip ha rigettato tale richiesta, reputandola “inammissibile”. La prima volta, la gip aveva rigettato la richiesta della Procura ritenendo “carente il requisito della specificità della richiesta”, sostenendo che i magistrati non avessero chiarito “quali siano i ‘profili essenziali del fatto’ in ordine ai quali si assume che le conclusioni divergenti dei vari consulenti di parte non consentono di addivenire ad una ricostruzione univoca dell’evento”. La palla ritorna così nel campo dei due pm che dovranno ora decidere se impugnare l’ordinanza o meno.
Cosa successe un anno fa a Milano
La richiesta dei due pm segnalava l’esigenza di una nuova super perizia cinematica per ricostruire “l’esatta dinamica” dell’incidente in quanto, secondo gli inquirenti, quelle precedenti non riuscivano a stabilire appunto “una ricostruzione univoca”. Per Cirigliano e Serafini serviva una consulenza che si sarebbe dovuta concentrare sulla distanza tra i due mezzi (lo scooter su cui viaggiavano Ramy Elgaml e l’amico Bouzidi e l’auto dei carabinieri che li stava inseguendo) e sulle possibili manovre di emergenza che avrebbero potuto evitare l’impatto.
In particolare, doveva chiarire se tra lo scooter e l’auto dei carabinieri ci fosse o meno spazio per una frenata o manovra salvifica, il “punto in cui è avvenuto l’impatto tra i veicoli”, la “configurazione dei mezzi al momento dell’urto”, “traiettorie e angoli di traiettoria nelle fasi immediatamente precedenti all’impatto”, “assetto dinamico dei mezzi” e la “distanza tenuta” dalla macchina dei carabinieri rispetto allo scooter “prima dell’impatto”.
I due procuratori ipotizzavano un concorso di colpa tra Bouzidi e il carabiniere: il primo per guida pericolosa, il secondo per avere mantenuto una distanza “inidonea” di circa 1,5 metri dalla moto prima dello schianto.