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CRONACA NERA

Omicidio Davide Gorla a Busto Arsizio, il presunto killer Emanuele Mirti gli doveva 10 mila euro dell'affitto

Emanuele Mirti arrestato per l'omicidio di Davide Gorla a Busto Arsizio, forse alla base del delitto un debito di 10 mila euro

Pubblicato:

Marco Vitaloni

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto di politica e con una passione per tecnologia e innovazione, scrive quotidianamente di cronaca e attualità. Marchigiano, studi in Comunicazione, collabora con diverse realtà editoriali locali e nazionali.

Si chiama Emanuele Mirti l’uomo arrestato per l’omicidio di Davide Gorla, il negoziante ucciso a coltellate nella serata di mercoledì 25 giugno a Busto Arsizio. L’uomo, che nega le accuse, viveva in affitto in un appartamento di proprietà della vittima. Alla base del delitto potrebbe esserci un debito di 10 mila euro tra i due, ma le indagini sono ancora in corso.

Omicidio Davide Gorla a Busto Arsizio

Si è chiuso nel giro di alcune ore il cerchio attorno al presunto responsabile dell’omicidio di Davide Gorla, il commerciante di 64 anni ucciso mercoledì 25 giugno a Busto Arsizio, in provincia di Varese.

Gli agenti del Commissariato di Busto e della Squadra mobile di Varese hanno arrestato Emanuele Mirti, operaio 50enne, incensurato, residente a Castellanza.

 L’omicidio in centro a Busto Arsizio, in provincia di Varese

Come riporta il Corriere della Sera, a lui gli investigatori sono arrivati grazie alle immagini delle telecamere di videosorveglianza e al racconto di alcuni testimoni.

Sarebbe lui l’uomo brizzolato e di mezza età che era stato visto cambiarsi la maglietta sporca di sangue a un centinaio di metri dalla cartoleria di Gorla dove il negoziante è stato assassinato.

Interrogato dagli investigatori, l’uomo ha respinto ogni addebito.

Chi è l’uomo fermato, Emanuele Mirti

Davide Gorla e il suo presunto assassino si conoscevano: Il Giorno riferisce che Emanuele Mirti da un paio di anni viveva, da solo, in affitto in un appartamento a Castellanza, a pochi chilometri da Busto, di proprietà di Davide Gorla.

Il negoziante invece si era trasferito nell’abitazione di proprietà del fratello a Rescaldina.

Da quanto emerso, tra i due c’erano state delle tensioni che potrebbero essere alla base del delitto.

Il debito da 10 mila euro

Tensioni che sarebbero nate per un debito di circa 10 mila euro che Mirti doveva a Gorla per l’affitto non pagato.

E per i tentativi della vittima di chiedere all’operaio di saldare quanto previsto dal contratto.

Gli inquirenti però non escludono che possano esserci altri motivi di contrasto di natura personale tra i due alla base del delitto.

Sono in corso accertamenti per ricostruire il movente e le circostanze dell’omicidio.

Inoltre manca ancora all’appello l’arma del delitto, il coltello che l’indagato avrebbe usato per colpire a morte il negoziante.

ANSA

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