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CRONACA ESTERA

Provocazione di Ben Gvir alla Spianata delle Moschee, Onu denuncia che a Gaza si rischia di morire di fame

Ben Gvir, ministro di ultradestra, ha ripetuto la provocazione di Ariel Sharon e ha violato lo status quo al sito della Spianata delle Moschee

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Stefania Bernardini

GIORNALISTA

Giornalista professionista dal 2012, ha collaborato con le principali testate nazionali. Si occupa soprattutto di cronaca, politica, economia e spettacolo.

Il 3 agosto il ministro di ultradestra israeliano, Itamar Ben Gvir, ha violato lo status quo consolidato tra Israele e Giordania, che amministra il sito della Spianata delle Moschee attraverso il Waqf islamico della Città Santa. Il politico ha ripetuto la provocazione che, 25 anni fa, fece Ariel Sharon entrando con mille uomini armati e rivendicando per gli israeliani la sovranità anche di quella parte di Gerusalemme che gli accordi internazionali gli negavano. Intanto l’Onu denuncia che a Gaza milioni di civili rischiano di morire di fame.

La provocazione di Ben Gvir

Nel giorno del digiuno e del dolore di Tisha B’Av, ricorrenza della distruzione dei due templi ebraici di Gerusalemme, per la prima volta un ministro israeliano ha pregato apertamente sulla Spianata delle Moschee (Monte del Tempio) accompagnato da numerosi pellegrini.

Secondo fonti dei media, domenica ben 3.500 pellegrini ebrei hanno visitato la Spianata.

Ben Gvir alla Spianata delle Moschee

Ben Gvir, accompagnato dal ministro Yitzhak Wasserlauf e dal parlamentare del Likud Osher Shekalim (che ha postato una sua foto disteso a terra in segno di devozione) ha scritto sui social: “Se Dio vuole, lavoreremo per la piena sovranità e redenzione, sul Monte del Tempio e in tutta la Terra d’Israele”.

La dichiarazione di Netanyahu

Il premier Benyamin Netanyahu ha rilasciato una secca dichiarazione per dire che “la politica di Israele di mantenere lo status quo sul Monte del Tempio non è cambiata né cambierà”.

Invece il ministro della Difesa Israel Katz ha promesso che Israele rafforzerà la sua presa sul luogo sacro “per sempre”. “Duemila anni dopo la distruzione del Secondo Tempio, il Muro Occidentale e il Monte del Tempio sono di nuovo sotto la sovranità dello Stato di Israele”, ha scritto su X. “Noi rafforzeremo la nostra presa e sovranità su Gerusalemme, sul Muro Occidentale e sul Monte del Tempio”, ha aggiunto.

La replica dell’Anp alla provocazione di Ben Gvir

L’incursione del ministro Ben Gvir ha suscitato la dura condanna dell’Anp, con il portavoce del presidente Abu Mazen che l’ha definita “il superamento di ogni linea rossa”. Anche la Giordania, custode del sito, ha parlato di “provocazione inaccettabile e di un’escalation riprovevole”, sottolineando che la polizia israeliana ha scortato il ministro durante la visita alla Spianata, come si vede anche nei video sui social.

Riad si è unita alla condanna dichiarando che questi comportamenti “alimentano il conflitto nella regione”. Amman in questi giorni sta cercando di non compromettere ulteriormente i rapporti con Hamas, dopo che il leader e negoziatore del gruppo Khalil al-Hayya, rivolgendosi direttamente ai giordani e agli egiziani, li ha incitati alla “rivolta popolare in favore di Gaza”.

La tensione tra l’organizzazione fondamentalista e i Paesi arabi si è alzata nei giorni scorsi dopo che l’intera Lega Araba ha firmato un documento in cui per la prima volta ha condannato la strage del 7 ottobre, esortando Hamas a disarmare, lasciare il potere a Gaza e liberare gli ostaggi. Anche il Qatar, Paese finanziatore dei gruppo, ha siglato la “Dichiarazione di New York”, così come la Turchia che ospita diversi leader dell’organizzazione.

La denuncia dell’Onu: “Solo il 10% del cibo ai civili”

Intanto l’Onu ha calcolato che un milione di donne e ragazze a Gaza rischiano di morire di fame perché gli aiuti umanitari continuano a non arrivare.

Per le Nazioni Unite, da quando Israele ha riaperto alle forniture dopo due mesi di blocco totale, solo il 10% dei pacchi arriva a destinazione e chiede a Tel Aviv di interrompere le ostilità per aprire tutte le strade.

Il primo ministro Netanyahu, dal canto suo, ripete che la carestia a Gaza è “una menzogna di Hamas” e chiede alla Croce Rossa di portare aiuti agli ostaggi. “Hamas sta affamando gli ebrei come facevano i nazisti”, è la comunicazione d’Israele. Il gruppo fondamentalista però replica  che “non vogliamo affamare i prigionieri, mangiano quel che mangia il popolo e sì, siamo pronti a collaborare con la Croce Rossa, ma solo quando Israele aprirà corridoi umanitari in tutta la Striscia”.

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