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Riccardo Magi provoca il ministro Lollobrigida con un fiore di marijuana all'occhiello, il video dalla Camera

Riccardo Magi provoca il ministro Lollobrigida e si presenta in aula con un fiore di marijuana: il video dell'intervento del segretario di +Europa

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Simone Gervasio

GIORNALISTA

Giornalista professionista, napoletano trapiantato a Milano, si occupa di cronaca, attualità, cultura pop e sport. Dopo una laurea in Comunicazione e un master in Giornalismo, ha lavorato per diversi siti e redazioni. Oltre al web, ha avuto esperienze anche in tv e in radio

Riccardo Magi provoca il Francesco Lollobrigida e si presenta in Aula con un fiore di marijuana all’occhiello: subito virale il video dell’intervento del deputato e segretario di +Europa che, sul tema, voleva sollecitare l’opinione pubblica e il ministro dell’Agricoltura. Secondo Magi, la filiera della canapa è stata fortemente danneggiata dall’entrata in vigore del Decreto Sicurezza.

Riccardo Magi contro il ministro Lollobrigida: il video

Durante il question time alla Camera, il deputato e segretario di +Europa Riccardo Magi ha presentato un’interrogazione indirizzata al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. E lo ha fatto portando un fiore di marijuana nell’occhiello della sua giacca.

In questo modo ha voluto ribadire la precarietà e la necessità di tutela della filiera della canapa, un settore questo in grande difficoltà dopo la stretta sulla cannabis light voluta dal Governo e attuata con il Decreto Sicurezza.

Riccardo Magi

Le parole e il fiore di marijuana nell’occhiello

“Chiediamo cosa intende fare il Governo per tutelare uno dei fiori all’occhiello della produzione agricola italiana dall’azione dello stesso Governo che lo sta distruggendo. Parliamo della filiera della canapa, di tremila aziende, ventimila operatori che in questo momento sono a rischio“, ha cominciato così il suo intervento.

Magi ha poi proseguito rivolgendosi proprio al ministro. “Lollobrigida ha parlato molto, ma non ha risposto alla domanda essenziale: vi rendete conto del danno che il decreto sicurezza ha causato a un intero settore agricolo e industriale italiano? Non stiamo parlando di droghe, ma di una pianta che non ha effetti psicotropi, sostenuta anche da fondi pubblici. Oggi quelle imprese sono nell’incertezza, coi magazzini pieni e i dipendenti da pagare. Il ministro ha descritto una realtà che non esiste, ignorando il grido d’allarme di centinaia di giovani imprenditori”.

Quindi, ha chiosato parlando della scelta di apporre nel suo occhiello un fiore di marijuana. “Questo fiore lo porto all’occhiello con orgoglio, perché rappresenta un’Italia sana. Lollobrigida, invece, dovrà nascondere il volto davanti a chi ha tradito”, ha detto.

La stretta sulla cannabis light

La preoccupazione e le parole di Riccardo Magi arrivano dopo l’entrata in vigore del Decreto Sicurezza che disciplinava il sostegno e la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa e aveva previsto una forte stretta sulla cannabis light, parificandola alle droghe leggere. Esso dunque aveva sancito il divieto di “importazione, cessione, lavorazione, distribuzione, commercio, trasporto, invio, spedizione e consegna delle infiorescenze della canapa coltivata, anche in forma semilavorata, essiccata o triturata, nonché di prodotti contenenti o costituiti da tali infiorescenze, compresi gli estratti, le resine e gli oli da esse derivati”. Chi viola la prescrizione da allora viene punito con le sanzioni previste dal Testo unico sugli stupefacenti.

Questo provvedimento era entrato nell’ambito della questione sicurezza in quanto puntava a “evitare che l’assunzione di prodotti da infiorescenza della canapa potesse favorire – mediante alterazioni dello stato psicofisico – l’insorgere di comportamenti che possono porre a rischio la sicurezza o l’incolumità pubblica o la sicurezza stradale”.

Oltre a quello sulla cannabis, il decreto diventato legge rafforzava la sicurezza interna poi con l’introduzione di 11 nuovi reati e 11 aggravanti aggiuntive.

I precedenti e il vestito da fantasma

Non si tratta della prima protesta singolare da parte di Riccardo Magi che stavolta ha messo nel mirino Francesco Lollobrigida. Lo scorso 14 maggio il deputato e segretario di + Europa entrò in Aula vestito da fantasma e indossando quindi un lenzuolo bianco per protestare sui referendum. La sua accusa era rivolta al Governo, reo di aver insabbiato i temi referendari e di non aver dato loro la giusta attenzione che meritavano.

Per questo suo comportamento, l’ufficio di presidenza della Camera gli ha comminato due giorni di interdizione dai lavori parlamentari.

Commentando la sanzione, Magi aveva detto: “Prendo atto della decisione e la rispetto ma non posso non rivendicarla come un’azione politica e non come un illecito parlamentare. I motivi di quell’azione peraltro sono tutti irrisolti: la mancanza di informazione sui referendum e la paralisi della commissione di vigilanza Rai che è diventata fantasma anche lei. Per me resta l’amarezza, però rivendico la mia azione politica”.

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