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Roberto Bolle e gli attacchi di panico prima di salire sul palco: "stavo per mollare tutto e scappare"

Roberto Bolle, ospite negli studi di Verissimo, ha parlato del passato e del suo inizio di carriera: "Faticavo ad aver fiducia in me stesso poi ho imparato a gestire le emozioni"

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Giulia Bassi

GIORNALISTA

Laureata in Storia Contemporanea e specializzata in Editoria e Giornalismo alla Statale di Milano, ha frequentato un master in Giornalismo d'Inchiesta a Roma. Giornalista professionista dal 2016, si occupa di attualità. Ha realizzato due reportage in Iraq su donne ed ex calciatori.

La fatica dietro ogni successo ma anche la paura di non farcela. Roberto Bolle, uno dei ballerini più famosi nella storia della danza, si è raccontato senza filtri, ripercorrendo anche i momenti complicati e il timore di non essere all’altezza. "Ho avuto attacchi di panico prima di salire sul palcoscenico, poi col tempo ho imparato a gestire le mie emozioni", ha detto. "Faticavo ad aver fiducia in me stesso", ha aggiunto, raccontando anche del trasferimento a Milano ai tempi delle superiori e la distanza da casa: "Stavo per mollare tutto".

Roberto Bolle si confessa

Roberto Bolle si è raccontato Verissimo. Dalle paure di quando era piccolo, al timore di non essere abbastanza bravo, fino alle difficoltà dovute alla lontananza da casa.

Primo ballerino nella storia ad essere diventato contemporaneamente etoile del teatro "Alla Scala" di Milano e principal dancer dell’American Ballet Theatre di New York, anche Roberto Bolle ha avuto le sue difficoltà.

La prima, ad esempio, la distanza da casa dopo il trasferimento a Milano: "Quando avevo 13 anni nel passaggio dalle medie alle superiori e ho chiesto a mia madre di iscrivermi al liceo a Vercelli, nel caso in cui non ce l’avessi fatta", ha detto a Silvia Toffanin.

"Mi sono detto: vedo se riesco a continuare a Milano altrimenti torno a casa. Stavo per mollare tutto ma alla fine sono riuscito", ha raccontato riferendosi al trasferimento da Vercelli. "L’attaccamento alla famiglia era così forte che ogni ora in più a Milano per me era una sofferenza non poter tornare a casa", ha aggiunto.

L’amore per la danza

Milano, però, gli ha permesso di sviluppare e vivere a pieno la sua passione e il talento: "A Vercelli non condividevo con i miei compagni la mia passione della danza, era una cosa solo mia, quando poi sono arrivato a Milano è stato diverso", ha spiegato.

Poi ha aggiunto: "Ho superato indenne tutta la parte dell’adolescenza. La danza è stata la mia compagna di vita, da quando ero piccolo. Oggi sono sereno, il mio cuore sta bene".

Roberto Bolle, infatti, entrò alla scuola di ballo dell’Accademia teatro alla Scala quando aveva solamente 11 anni.

Gli attacchi di panico e la paura di non farcela

Roberto Bolle ha confessato anche di aver avuto attacchi di panico prima di salire sul palcoscenico.

"Faticavo ad aver fiducia in me stesso e godermi a pieno quella situazione. Sono stati momenti non facili, ma ho sempre cercato di dare il meglio, senza aspettarmi nulla", ha detto.

Poi ha svelato: "Con il tempo e l’esperienza sono riuscito a gestire le mie emozioni ed essere padrone del palcoscenico, avere la maturità che mi permette di vivere al meglio queste esperienze e queste opportunità".

La laurea honoris causa

Pochi giorni fa poi Bolle ha ricevuto dall’Università di Firenze la laurea magistrale honoris causa in "Pratiche, linguaggi e culture della comunicazione" per "la sapiente valorizzazione della danza come linguaggio universale" che fa di lui "l’interprete di una concezione dell’arte come veicolo di cultura, emozioni e socialità".

"La danza è una maestra di vita – ha detto in quell’occasione il ballerino – insegna la disciplina, l’ascolto, il rispetto, la fiducia in sé e negli altri".

Bolle ha inoltre ringraziato commosso i suoi genitori che "hanno lavorato instancabilmente per offrire a me e ai miei fratelli opportunità migliori. Quella loro generosità silenziosa è impressa nel mio cuore".

 

 

ANSA

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