Andrea Russo morto a Orio al Serio, la pista dell'istigazione al suicidio: nessun legame con l'aeroporto
La Procura di Bergamo ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio nelle indagini sulla morte di Andrea Russo, il 35enne risucchiato dal motore di un aereo a Orio al Serio
Si indaga per istigazione al suicidio per ricostruire le ultime ore della vita di Andrea Russo, il 35enne risucchiato dal motore di un aereo su una pista dell’aeroporto di Orio al Serio, vicino Bergamo. Il 35enne Russo era originario di Calcinate. La Procura ha intanto ricostruito il suo modus operandi e ha ripercorso i passi che l’hanno portato dal parcheggio della sua Fiat 500 alla pista d’atterraggio.
- Gli ultimi momenti di Andrea Russo prima del suicidio
- Chi era Andrea Russo
- Indagine per istigazione al suicidio
Gli ultimi momenti di Andrea Russo prima del suicidio
Secondo le ricostruzioni, Russo ha raggiunto il piazzale dell’aeroporto a bordo della sua Fiat 500 rossa, parcheggiata contromano nei pressi degli stalli dei bus.
All’interno dell’auto sono stati trovati alcuni oggetti: tubi, fascette da elettricista, farmaci, flaconi di vitamina C, abiti femminili, mozziconi di sigaretta infilati nei bocchettoni dell’aria condizionata.
Ma nessun biglietto, nessun messaggio d’addio, nessun elemento che chiarisca il perché del suo suicidio.
Andrea Russo è riuscito ad accedere indisturbato all’area arrivi, forzando una porta di sicurezza e invadendo la pista. Poi la corsa, inseguito da agenti e addetti aeroportuali.
E infine il tuffo fatale nel motore di un Airbus A319 della compagnia Volotea, pronto al decollo per Oviedo. A bordo c’erano 154 passeggeri e 6 membri dell’equipaggio.
Il decollo è stato interrotto, e l’intero scalo è rimasto chiuso per oltre due ore. Dodici voli sono stati cancellati, otto dirottati, mentre centinaia di passeggeri sono rimasti a terra. La compagnia Volotea ha messo a disposizione un supporto psicologico per chi ha assistito alla scena o era a bordo dell’aereo.
Ciò che emerge al momento, è che Andrea Russo non aveva alcun legame né motivo di astio nei confronti dell’aeroporto di Orio al Serio.
Chi era Andrea Russo
Andrea Russo era un uomo dal passato segnato dalla tossicodipendenza e dalla frequentazione di comunità di recupero.
Negli ultimi tempi viveva con un parente a Mornico al Serio, a pochi chilometri da Orio, e svolgeva lavori saltuari. Chi lo conosceva lo descrive come una persona silenziosa e riservata.
“C’era qualcosa di molto doloroso nel cuore di Andrea, che probabilmente nessuno ha capito e che lui non ha esternato”. Così ha dichiarato Lorena Boni, sindaca del paese d’origine della vittima, come riportato da Repubblica.
Indagine per istigazione al suicidio
La Procura ha avviato un’indagine per istigazione al suicidio, ipotesi formulata per consentire un accertamento approfondito: gli inquirenti vogliono capire se Russo possa aver subito pressioni o se qualcuno possa averlo spinto, in qualche modo, a compiere il gesto.
Virgilio Notizie ha recentemente raggiunto la psicologa e criminologa Roberta Catania, che ha spiegato in cosa consista l’istigazione al suicidio, reato previsto dall’articolo 580 del Codice penale.
“Diversamente dall’omicidio – spiega la criminologa – non c’è un gesto sul corpo della vittima, ma sicuramente una manipolazione psicologica che produce una scelta e che è tale da rendere l’altro inconsapevole. È come se la vittima si trovasse in una bolla emotiva in cui non scinde più la propria volontà dalla convinzione frutto di un’attività esterna”.
Determinare il nesso causale, per la magistratura, è difficile. Per quanto riguarda i tratti di personalità più ricorrenti nelle vittime dell’istigazione al suicidio, la criminologa indica “bassissima autostima, fragilità identitarie (per esempio, negli adolescenti, che già fisiologicamente vivono una fase in cui stanno creando una propria identità, che dunque ancora manca); oppure soggetti con dipendenze, anche affettive o relazionali”.
C’è da aggiungere che il reato di istigazione al suicidio viene utilizzato anche come tecnicismo strumentale per poter avere accesso ad analisi più approfondite in tempi più brevi, come richiedere ai social network e alle piattaforme digitali dati e contenuti tramite rogatorie internazionali, oppure indagare su possibili terzi coinvolti.