Delitto di Garlasco, le foto inedite della sala autoptica: il dettaglio della garza e le ipotesi su Ignoto 3
Spuntano le foto inedite scattate nella sala autoptica durante l'esame sul cadavere di Chiara Poggi dopo il delitto di Garlasco: le osservazioni
Nel corso dell’ultima puntata della stagione di Quarto Grado sono state trasmesse le immagini della sala autoptica in cui fu esaminato il cadavere di Chiara Poggi. Tra gli scatti, uno in particolare mostra un oggetto simile a una garza (o più garze) adagiata (o adagiate) senza protezione su un tavolo accanto a un contenitore di mascherine chirurgiche e un tubetto di disinfettante, oltre a un secchio probabilmente usato per raccogliere le garze usate. Il dettaglio della garza si collega al dibattito che sta occupando gli spazi di cronaca da diverse settimane: la probabile contaminazione del Dna di Ignoto 3.
- Le immagini inedite della sala autoptica
- Il dettaglio della garza
- Le ipotesi sull'Ignoto 3 del caso Garlasco
Le immagini inedite della sala autoptica
Le telecamere di Quarto Grado hanno raggiunto l’ospedale di Vigevano in cui, nella camera mortuaria, il 16 agosto 2007 fu effettuata l’autopsia sul corpo di Chiara Poggi.
Durante la puntata di venerdì 25 luglio sono state mandate in onda le foto inedite scattate nel momento in cui il cadavere della vittima del delitto di Garlasco veniva esaminato.
Tre gli scatti mostrati nel servizio: il primo, a sinistra del lettino autoptico, mostra un mobile in cui si nota un vasetto di formalina per la conservazione dei tessuti, un plico di documenti, i camici raccolti in un vano sottostante e il braccio di uno dei presenti con addosso il camice e un paio di guanti gialli monouso.
In un altro scatto, accanto a un lavandino, sono presenti un paio di forbici per l’incisione e un divaricatore. Nel terzo e ultimo scatto, che immortala la zona a destra del lettino, si vede un tavolo al di sopra del quale troviamo una piccola sega elettrica, un contenitore per i rifiuti contaminati, un tubetto di disinfettante, una scatola di mascherine chirurgiche e, al centro, una garza.
Il dettaglio della garza
Nel servizio mandato in onda da Quarto Grado il focus è tutto su quella garza adagiata sul tavolo a destra del lettino. Non c’è certezza che si tratti proprio della garza non sterile dalla quale la genetista Denise Albani ha isolato il Dna di Ignoto 3 in uno dei campioni nel corso del maxi incidente probatorio in corso.
Se così fosse, sarebbe ben chiara la modalità con cui l’autopsia sul cadavere di Chiara Poggi potrebbe essere stata condotta. E proprio i risultati del test del Dna sulla garza esaminata da Denise Albani è oggetto di un acceso dibattito tra le parti. Per questo motivo Denise Albani ha chiesto chiarimenti al dottor Ballardini, che condusse l’autopsia, per conoscere le modalità con cui si svolse l’esame.
Le ipotesi sull’Ignoto 3 del caso Garlasco
Come anticipato e come ben noto, sul profilo genetico di Ignoto 3 le parti stanno sfiorando lo scontro. Se l’avvocato di Stasi Antonio De Rensis invita ad attendere la conclusione degli accertamenti, dall’altra parte Massimo Lovati e Luciano Garofano, rispettivamente avvocato e consulente della difesa di Andrea Sempio, sostengono che si tratti di una contaminazione.
Un’ipotesi possibile, secondo Alberto Bonsignore, direttore di Medicina Legale presso l’ospedale Gaslini di Genova, dato che spesso "nelle sale autoptiche ci sono più postazioni" e gli esami vengono condotte in sequenza o in contemporanea. A tal proposito il consulente dei Poggi, Marzio Capra, non esclude una contaminazione con altro cadavere.
Resta da capire, ora, se il Dna di Ignoto 3 sia realmente dovuto a una contaminazione – o con altro cadavere o con una terza persona presente nella sala autoptica – o se appartenga a un correo dell’omicidio di Chiara Poggi. Trattandosi di un profilo isolato da una garza usata all’interno della bocca della vittima, quindi, tale correo potrebbe essere entrato in contatto con il volto della vittima con una mano, nel tentativo di impedirle di gridare o di immobilizzarla.
Per il momento, va detto, si naviga nel campo delle ipotesi nell’attesa di più riscontri e dei risultati del maxi incidente probatorio.