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Esame di Maturità 2025, le truffe e le fake news dalle tracce alle perquisizioni

La Maturità 2025 deve difendersi a truffe e fake news relative alle tracce e ai requisiti di ammissione: costante il monitoraggio della Polizia

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Ubaldo Argenio

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto di cultura, sport e cronaca, scrive anche di attualità, politica e spettacolo. Laureato in Scienze della Comunicazione, inizia a collaborare con testate locali di Benevento per poi passare a testate nazionali, per le quali si è occupato principalmente di approfondimenti sportivi e culturali. Lavora anche come editor.

Anche per la Maturità 2025 il periodo che precede gli esami è terreno fertile per bufale e truffe: nelle ultime settimane si sono diffuse notizie false su presunti cambiamenti nei requisiti d’ammissione, tracce anticipatamente rese note e perquisizioni agli studenti, ma il Ministero e la Polizia hanno lanciato campagne di allerta e chiarimento.

Rischio fake news e truffe per la Maturità 2025

Come negli scorsi anni, anche per la maturità 2025 diverse bufale hanno preso piede sui social e sulle app di messaggistica. Una delle più ricorrenti sostiene che il Ministero dell’Istruzione abbia modificato in corsa i requisiti per l’ammissione, cosa prontamente smentita dal MIM.

Altre fake news parlano di presunte tracce d’esame ottenibili in anticipo grazie a pagamenti online o hackeraggi di sistema, ma com’è risaputo nessun documento viene mai diffuso prima dell’apertura ufficiale delle buste nelle scuole.

Una classe durante l’esame di Maturità: anche per il 2025 ci sono state fake news e truffe riguardo le tracce

Alcune truffe più elaborate sfruttano siti che chiedono denaro in cambio delle “tracce certe”, sfruttando il nervosismo dei maturandi. Tra i temi più discussi, anche le ipotesi sulle tracce più probabili: da Manzoni e D’Annunzio a Mussolini e all’intelligenza artificiale.

Perquisizioni in classe e smartphone a rischio

Tra le dicerie più diffuse anche quella secondo cui i commissari d’esame possano perquisire gli studenti durante le prove scritte, o che la Polizia possa accedere da remoto ai loro dispositivi elettronici.

Secondo la campagna “Maturità al sicuro” della Polizia di Stato, nulla di tutto ciò è vero: smartphone e smartwatch devono essere spenti e consegnati prima dell’inizio delle prove, ma non è previsto alcun controllo telematico o intervento invasivo da parte del personale scolastico.

Gli unici accertamenti consentiti sono quelli visibili e immediati, in caso di comportamenti sospetti. A rafforzare l’allerta, anche le notizie su contenuti bizzarri assegnati negli esami di altri Paesi, come l’analisi della comunicazione legata a Chiara Ferragni in Tunisia.

Ministero e Polizia: interventi e campagne

Il Ministero dell’Istruzione ha chiarito che nessun cambiamento è stato introdotto rispetto ai criteri di ammissione all’esame, ad eccezione della valutazione sul comportamento, che è stata aggiornata secondo le nuove disposizioni normative.

Il resto dell’impianto normativo resta ancorato al decreto legislativo 62/2017. La Polizia di Stato, che insieme a Skuola.net ha rinnovato l’iniziativa “Maturità al sicuro”, mira a smascherare bufale, sconsigliare comportamenti scorretti e invitare gli studenti a rivolgersi solo a fonti ufficiali.

ANSA

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