Vittorio Feltri parla dell'impronta attribuita ad Andrea Sempio: "Non oso dire quello che penso"
Il giornalista Vittorio Feltri ha commentato la fuga di notizie che ha portato alla pubblicazione dell'attribuzione dell'impronta trovata a casa Poggi ad Andrea Sempio
Vittorio Feltri ha parlato delle nuove indagini sul delitto di Garlasco, smentendo le voci di pressioni su di lui ai tempi delle prime indagini, che portarono alla condanna di Alberto Stasi, e rifiutandosi di commentare la diffusione della notizia dell’impronta attribuita ad Andrea Sempio.
- L'opinione di Feltri sull'impronta di Garlasco
- La posizione di Feltri su Alberto Stasi
- La teoria delle pressioni ai tempi del delitto
L’opinione di Feltri sull’impronta di Garlasco
Il giornalista Vittorio Feltri ha commentato, in un’intervista rilasciata alla trasmissione Zona Bianca di Rete 4, le nuove indagini sul delitto di Garlasco, in particolare i rilievi effettuati nel canale di Tromello.
“È una comica. Dopo tanti anni in un fosso cosa vuoi trovare? Infatti c’era di tutto, martelli, pezzi di ferro. Ci stanno provando, ma dopo tanti anni mi sembra velleitario” ha dichiarato Feltri.
L’ex direttore di Libero e de Il Giornale si è poi rifiutato di commentare sulla fuga di notizie che ha permesso di riportare la notizia dell’attribuzione, da parte della procura di Pavia, dell’impronta trovata sulle scale della cantina di casa poggi ad Andrea Sempio: “Non oso dire quello che penso” ha detto Feltri.
La posizione di Feltri su Alberto Stasi
Ai tempi del delitto di Garlasco, Vittorio Feltri era direttore di Libero, e si era schierato apertamente a difesa di Alberto Stasi, che era fin da subito ritenuto il principale sospettato per l’omicidio di Chiara Poggi.
“Avevo fatto le mie analisi superficiali, ed ero arrivato alla conclusione che questo povero disgraziato [Alberto Stasi, ndr] non c’entrava niente” ha ricordato Feltri durante l’intervista.
Stasi, inizialmente assolto in primo grado, fu poi condannato, dopo una lunga vicenda processuale, a 16 anni di reclusione per l’omicidio della fidanzata.
La teoria delle pressioni ai tempi del delitto
Secondo alcune intercettazioni, Ermanno Cappa, il padre delle gemelle cugine di Chiara Poggi, avrebbe incontrato “alcuni parlamentari e il garante della privacy”, perché facessero pressioni su Feltri ai tempi delle prime indagini.
Lo stesso feltri però ha smentito queste ricostruzioni: “Ha fallito, perché io non ho mai ricevuto niente” ha dichiarato durante l’intervista
“Non ho mai ricevuto pressioni, ho sempre fatto il mio lavoro tranquillamente. E anche se le avessi ricevute, avrei saputo cosa dovevo rispondere” ha precisato.