Caso Liliana Resinovich, Sebastiano Visintin e l'ipotesi del suicidio: "Nulla a che fare con la sua morte"
Gli avvocati di Sebastiano Visintin tornano a puntare i riflettori sull'ipotesi del suicidio di Liliana Resinovich: si attendo le analisi del cordino
Sul mistero della morte di Liliana Resinovich i legali di Sebastiano Visintin rilanciano l’ipotesi del suicidio. L’avvocato Paolo Bevilacqua, uno dei difensori del marito della 63enne triestina scomparsa nel dicembre 2021 e ritrovata senza vita dopo due settimane, ha ribadito che la possibilità del gesto estremo da parte della donna non è da escludere.
L’ipotesi dei legali di Sebastiano Visintin
A marzo 2023 i legali di Sabastiano Visintin si erano opposti alla richiesta di archiviazione del caso per suicidio, ma oggi riportano nuovamente l’attenzione sul fatto che Liliana Resinovich possa essersi tolta la vita.
"Perché nessuno ce l’ha detto con certezza che si tratta di un omicidio" ha affermato l’avvocato Bevilacqua.
Non lo esclude nemmeno l’ex marito indagato, che ospite di Quarto Grado è tornato a ribadire di non avere "nulla a che fare con la morte di Liliana".
Sebastiano Visintin
Il nuovo incidente probatorio
Per fare luce sulle cause della morte di Liliana Resinovich si attendono i risultati del nuovo incidente probatorio disposto dal gip, a partire dall’analisi del cordino attorno al collo del cadavere della donna ritrovato il 5 gennaio 2022, tra gli alberi di fronte l’ex Ospedale Psichiatrico di San Giovanni di Trieste.
I consulenti dovranno cercare di capire, anche esaminando il c0lore tramite spettrofotometro, se quello spago possa essere riconducibile alla matassa che Sebastiano Visintin trovò a casa e consegnò alle forze dell’ordine nel marzo 2022.
Gli esperti cercheranno inoltre di stabilire se uno dei coltelli sequestrati all’uomo possa essere compatibile con il taglio sul cordino.
La vertebra rotta
Tra i nuovi accertamenti disposti dal gip Flavia Mangiante, non ci saranno quelli sulla vertebra T2, che non sarebbe stata rotta dal preparatore anatomico Giacomo Molinari durante l’autopsia.
I legali di Sebastiano Visintin avevano chiesto una superperizia nell’incidente probatorio sulla frattura, respingendo le conclusioni del giudice e sostenendo che sia stata provocata proprio in sede di esame autoptico.
"Danno per scontato che c’era la vertebra fratturata il giorno del ritrovamento: non è vero" ha dichiarato ai giornalisti l’avvocato Bevilacqua.