Omicidio Liliana Resinovich, la vertebra T2 non è stata rotta dal preparatore anatomico: svolta nelle indagini

Omicidio Liliana Resinovich: la rottura della vertebra non fu causata dall’anatomopatologo. Nuovi accertamenti su coltelli, abiti e cordini

Pubblicato:

Nuova svolta nell’omicidio di Liliana Resinovich: la vertebra T2 rotta non sarebbe stata lesionata dal preparatore anatomico durante l’autopsia. Il dettaglio cambia lo scenario investigativo, confermando che la frattura era già presente prima del trattamento sul cadavere. Il giudice ha rigettato la perizia richiesta dalla difesa di Sebastiano Visintin, indagato nel caso.

Omicidio Liliana Resinovich, la verità sulla vertebra T2 rotta

Come riporta Ansa lunedì 30 giugno, la frattura della vertebra T2 è tornata al centro delle indagini sull’omicidio di Liliana Resinovich.

La trasmissione Chi l’ha visto? ha rivelato che il gip ha respinto la richiesta della difesa di Visintin per una nuova perizia medico-legale, confermando che la lesione era già emersa nella Tac dell’8 gennaio 2022, quindi tre giorni prima dell’intervento del preparatore anatomico Giacomo Molinari.

omicidio Liliana Resinovich vertebra rottaANSA

Sebastiano Visintin e Liliana Resinovich

La conferma che la vertebra fosse già rotta prima dell’autopsia rafforza l’ipotesi di una lesione perimortale, un dettaglio che potrebbe risultare decisivo nel ricostruire l’esatta dinamica della morte della 63enne triestina.

Chi ha rotto la vertebra di Liliana Resinovich? Il fratello denuncia

Il fratello di Liliana, Sergio Resinovich, ha denunciato Giacomo Molinari per falso. L’uomo, in precedenza, si era attribuito la responsabilità della vertebra rotta, affermando di averla danneggiata involontariamente durante la manovra autoptica.

Ma la lesione era già visibile in esami precedenti, rafforzando l’ipotesi di un atto di depistaggio. La criminologa Roberta Bruzzone ha sottolineato l’importanza del dato: se quella frattura è perimortale, potrebbe essere collegata a un’aggressione. Per la famiglia Resinovich, la verità passa da qui.

Nuovi accertamenti chiesti dalla procura

Parallelamente, la pm Ilaria Iozzi ha chiesto alla gip Flavia Mangiante una serie di nuovi accertamenti in sede di incidente probatorio.

Si analizzeranno reperti già esaminati, gli abiti della vittima, i coltelli sequestrati a casa di Visintin e soprattutto un bracciale nero e celeste consegnato dal fratello di Liliana.

Il punto cruciale sarà l’esame dei cordini che legavano i sacchi contenenti il corpo: la procura vuole confrontarli con spaghi trovati a casa dell’indagato, per cercare corrispondenze genetiche o materiali.

Il taglio sul cordino

Un’attenzione particolare sarà rivolta al taglio effettuato sui cordini che avvolgevano il corpo di Liliana. Gli inquirenti vogliono stabilire con esattezza con quale strumento sia stato effettuato: uno degli obiettivi è verificare se i tre coltelli sequestrati nell’abitazione di Visintin possano essere compatibili.

Verranno effettuate analisi merceologiche e dattiloscopiche, alla ricerca di eventuali tracce di Dna. Ogni dettaglio tecnico potrebbe diventare fondamentale per inchiodare o scagionare il principale sospettato dell’omicidio di Liliana Resinovich.

omicidio-liliana-resinovich-vertebra-rotta ANSA