Omicidio di Liliana Resinovich, Sebastiano Visintin racconta la seconda perquisizione della polizia

Seconda perquisizione nell'appartamento di Sebastiano Visintin. L'indagato per la morte di Liliana Resinovich fa una richiesta e racconta i dettagli

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Sebastiano Visintin, unico indagato nell’ambito dell’inchiesta sul presunto omicidio di Liliana Resinovich, ha raccontato personalmente i dettagli di come è avvenuta la seconda perquisizione degli inquirenti nella sua abitazione, spiegando anche che tipo di tamponi sono stati effettuati per far luce sulla morte della moglie.

Omicidio Liliana Resinovich, come si è svolta la perquisizione

In un’intervista a Quarto Grado Sebastiano Visintin ha spiegato come si è svolta la seconda perquisizione nell’appartamento di via Verrocchio avvenuta il 15 luglio.

È durata quattro ore ed erano presenti polizia scientifica, consulenti della pm e squadra mobile.

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Sebastiano Visintin assiste alla riesumazione del cadavere della moglie Liliana Resinovich

Inizialmente si sono concentrati sulle attrezzature con un’attenzione minuziosa sulla macchina di affilatura dei coltelli che il marito della vittima utilizza nel laboratorio di Via Donadoni, oltre che in una stanza del suo appartamento.

Cosa cercano gli inquirenti

Sebastiano Visintin, alla trasmissione Mediaset, ha svelato un dettaglio che potrebbe essere importante al fine delle indagini sulla morte di Liliana Resinovich.

Le analisi degli inquirenti, nel corso della seconda perquisizione nell’appartamento dell’indagato, hanno incluso una serie di tamponi sia in laboratorio sia sul pavimento alla ricerca di tracce.

L’ipotesi, anche dello stesso Visintin, è quella che siano alla ricerca di polvere di zirconio.

La polvere di questo minerale è infatti presente sui nastri che il marito della vittima utilizza per la sua attività di arrotino.

Il giallo dello zirconio

Le analisi chimiche a guida dell’anatomopatologo forense e consulente Cristina Cattaneo avrebbero evidenziato la presenza sulla punta della scarpa sinistra di Liliana Resinovich proprio di polvere di zirconio.

Questo dettaglio ha dato il via ad una serie ipotesi.

Nel giorno in cui è scomparsa Lilly poteva trovarsi nel magazzino del marito.

Oppure l’uomo aveva addosso della polvere che ha poi portato in casa quando è stato in contatto con la moglie.

La richiesta di Sebastiano Visintin

Nel corso della seconda perquisizione nell’ambito delle indagini sull’omicidio di Liliana Resinovich è stato chiesto all’indagato anche di simulare come affila un coltello con la sua macchina.

L’obiettivo sarebbe quello di analizzare i consumi energetici dell’apparecchio per capire se l’uomo era al lavoro quando è scomparsa la moglie.

Sebastiano Visintin ha fatto una richiesta agli inquirenti, ben specifica, quella di fare altri tamponi in tutti gli ambienti del suo appartamento.

L’obiettivo sarebbe quello di dimostrare che la polvere di zirconio è così volatile da essere presente ovunque e per questo compatibile con le tracce presenti sulla punta della scarpa sinistra della vittima.

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