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Emanuela Orlandi, l'avvocata Laura Sgrò e il test del Dna sulle ossa trovate al San Camillo: cosa ha detto

Qual è il collegamento tra le ossa trovate al San Camillo e la scomparsa di Emanuela Orlandi? L'avvocata Sgrò chiarisce: "Mai chiesto test del Dna"

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Luca Mastinu

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, scrive di cronaca nera e attualità. Muove i primi passi nel fact checking per poi appassionarsi al mondo dell'informazione. Collabora con altre testate e siti web, esperto di musica.

Il ritrovamento di ossa umane in un padiglione dismesso dell’ospedale San Camillo, a Roma, ha riacceso la speranza sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Per tentare di dare un’identità a quei resti è stato disposto un test del Dna, ma l’avvocata Laura Sgrò che assiste la famiglia Orlandi ha fatto chiarezza: “Non ho mai chiesto di effettuare la prova del Dna”, ha detto, aggiungendo che per ora “parliamo di suggestioni“, specialmente sul collegamento con le dichiarazioni rese in passato da Sabrina Minardi.

Il chiarimento di Laura Sgrò

Dopo il ritrovamento di ossa umane all’interno del padiglione Monaldi de Sanctis dell’ospedale San Camillo di Roma, numerose notizie si sono rincorse con riferimenti alla scomparsa di Emanuela Orlandi.

Notizie, queste, rinforzate da quanto dichiarò Sabrina Minardi nel 2006, quando riferì che Emanuela sarebbe stata rapita da Enrico De Pedis, noto boss della fazione testaccina della Banda della Magliana, e trasferita per un certo tempo nei sotterranei di un’abitazione di via Pignatelli 13, poco distante dal nosocomio.

Ossa ritrovate al San Camillo, Laura Sgrò commenta il paragone con il caso di Emanuela Orlandi: “Non ho mai chiesto la prova del Dna, per ora solo suggestioni”

Raggiunta da Fanpage Laura Sgrò ha fatto chiarezza: “Non ho mai chiesto di effettuare la prova del Dna sulle ossa ritrovate al San Camillo”, e specifica che “la Procura ha già il suo Dna”.

Ancora, Laura Sgrò specifica che “siamo ancora gli albori” in quanto “i resti sono stati trovati ieri (giovedì 24 luglio, nda)”. In merito al collegamento con le dichiarazioni di Sabrina Minardi l’avvocata degli Orlandi sostiene che ci sia “un livello di suggestione”. In ogni caso, lei e la famiglia Orlandi restano a disposizione degli inquirenti.

Le ossa umane ritrovate al San Camillo

Su quei resti “dovranno essere svolti degli esami”, spiega Laura Sgrò, e verranno effettuati da “un bravo clinico forense” per capire se siano “ossa datate o meno”, ma anche per stabilire se si tratti di un adulto, una donna o un uomo.

Per il momento “non sappiamo niente di niente”, sottolinea parlando anche a nome dei suoi assistiti.

Il commento del fratello di Emanuela Orlandi

Appresa la notizia, anche Pietro Orlandi ha commentato il ritrovamento di resti al San Camillo. Su un gruppo Facebook da lui creato per riunire tutti coloro che chiedono verità per la sorella, ha scritto: “Ogni volta che si trovano ossa per Roma sembra debbano appartenere per forza a Emanuela. Speriamo di no“.

Pietro Orlandi, infatti, dal 1983 si batte per arrivare alla verità sulla sorte che ha colpito la sorella Emanuela, scomparsa il 22 giugno 1983 dopo una lezione di musica, al centro di Roma. In più occasioni Orlandi ha detto che il mancato ritrovamento dei resti della sorella lo inducono alla speranza che Emanuela sia ancora viva.

ANSA

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