Garlasco, chi è il nuovo super testimone e la verità sugli strumenti trovati nel canale di Tromello: la svolta
Il testimone che ha consegnato alle forze dell’ordine gli strumenti da muratore rinvenuti nel canale vicino Garlasco
Arriva quella che potrebbe essere una svolta nelle nuove indagini sul delitto di Garlasco, riaperte quasi vent’anni dopo l’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nell’agosto del 2007. Rintracciato l’uomo che, per primo, avrebbe ritrovato gli strumenti da muratore gettati nel canale di Tromello. Il testimone avrebbe consegnato tutto ai carabinieri già da parecchi anni. Le indagini dovranno stabilire se tra questi ci sia anche l’arma del delitto.
- Il nuovo testimone del caso Garlasco
- Gli strumenti nel canale
- A trovare gli attrezzi non furono gli agenti
Il nuovo testimone del caso Garlasco
Gianni Bruscagin afferma di aver saputo da una persona nel frattempo defunta, che Stefania Cappa era giunta nella casa del fratello a Tromello, nella mattina del 13 agosto 2007.
Si tratta del giorno dell’omicidio di Chiara Poggi. La testimonianza racconta di un “forte tonfo” seguito all’arrivo di Cappa.
Il rumore che si produce quando si gettano degli oggetti “molto pesanti” nell’acqua. Rumore di cui, all’epoca, era stato riferito all’avvocato dei Poggi, Tizzoni, e a un colonnello dei carabinieri.
Le indagini, all’epoca, si erano saldamente indirizzate su Alberto Stasi e la testimonianza di Bruscagin non venne mai ufficialmente depositata.
Soltanto nella primavera 2025, a seguito della riapertura delle indagini, l’uomo è tornato a raccontare la sua versione, nella trasmissione televisiva Le Iene.
Gli strumenti nel canale
A seguito della verbalizzazione delle parole di Bruscagin, le pm Valentina De Stefano e Giuliana Rizza ordinarono un sopralluogo nel canale di Tromello.
Nel canale su cui si affaccia la via Fante di Tromello si trovavano effettivamente numerosi attrezzi.
Gli inquirenti segnalano una mazza da muratore, una pinza da camino e due asce da boscaiolo, una col il manico ancora attaccato e l’altra senza.
Attrezzi che potrebbero essere compatibili con l’arma del delitto, seppur quest’ultima non sia mai stata identificata.
A trovare gli attrezzi non furono gli agenti
Gli strumenti furono gettati nel canale, ma a ripescarli non furono gli agenti, bensì un carpentiere del posto, di origini egiziane.
Saputo delle ricerche, l’operaio raccontò di aver recuperato degli attrezzi dall’acqua in passato e di conservarli ancora.
“Sono pezzi di ferro, faccio il carpentiere. Li ho presi nel 2018 e li ho tenuti perché possono sempre servire” ha raccontato ai carabinieri.
Così come indicato dall’uomo, gli strumenti si trovavano in un deposito vicino alla sua abitazione, da dove furono prelevati dagli investigatori.