Liliana Resinovich, Claudio Sterpin pensa che il marito della donna non sia l'assassino: "Ma sa chi è stato"
Secondo Claudio Sterpin, Sebastiano Visintin non ha commesso materialmente l'omicidio di Liliana Resinovich. Però - aggiunge Sterpin - l'uomo saprebbe chi è stato
Per Claudio Sterpin, 83enne amico intimo di Liliana Resinovich, l’autore dell’omicidio non sarebbe il marito della donna, Sebastiano Visintin. L’autore materiale sarebbe qualcun altro, un personaggio ignoto. Tuttavia, aggiunge, Sterpin, il marito di Liliana “sa benissimo chi è stato”.
- L'omicidio di Liliana Resinovich
- Sebastiano Visintin unico indagato
- Il luogo del ritrovamento
- Possibili testimoni
L’omicidio di Liliana Resinovich
Liliana Resinovich scomparve nel nulla il 14 dicembre 2021 e venne ritrovata morta nel boschetto dell’ex Ospedale psichiatrico di Trieste il 5 gennaio 2022.
Sebastiano Visintin unico indagato
Mentre il marito Sebastiano Visintin è l’unico indagato (i suoi legali parlano di “atto dovuto”), Claudio Sterpin, amico della donna, lo “scagiona” dall’accusa di essere materialmente l’assassino.
Sebastiano Visintin, marito di Liliana Resinovich, durante la puntata di “Porta a Porta” del 4 marzo 2025
“Non credo l’artefice sia stato Sebastiano, non credo sia stato lui ad ucciderla, ma lui sa benissimo chi è stato“, dice. L’uomo sostiene poi che il marito di Lilly conoscerebbe una serie di dettagli sull’omicidio, sia sulle circostanze che sul luogo in cui sarebbe stato tenuto il corpo.
Sterpin parla di un “lavoro premeditato, fatto da più persone“, e contesta duramente l’ipotesi degli esperti forensi secondo cui Liliana sarebbe morta il 14 dicembre 2021 e lasciata nello stesso luogo dove poi è stata ritrovata.
Il luogo del ritrovamento
A suo avviso, il corpo sarebbe stato depositato lì solo poche ore prima del ritrovamento, e denuncia come la sua testimonianza in tal senso fosse già stata comunicata alla polizia il 15 dicembre 2021.
Sterpin sostiene che una permanenza tanto prolungata nel bosco sarebbe stata incompatibile con l’integrità del cadavere, vista la presenza massiccia di cinghiali nell’area, che avrebbero potuto attaccare la salma:
“Fosse stato soltanto due giorni lì e una notte, infatti, sarebbe stato sfigurato dai cinghiali che lì pullulano”, ha spiegato Sterpin.
Nel frattempo, la posizione di Visintin si è fatta più difficile: dopo la pubblicazione delle tesi dell’accusa, l’uomo ha smesso di aggiornare i suoi profili social con foto di Liliana ed è calato il silenzio da parte sua e dei suoi avvocati.
Possibili testimoni
In merito alle indagini sulla morte di Liliana Resinovich, potrebbe essere rivalutata la testimonianza di alcuni sanitari che lavorano nel parco di San Giovanni a Trieste, dove il 5 gennaio 2022 fu rinvenuto il corpo della donna. I testimoni avevano riferito di aver visto, nei giorni precedenti al ritrovamento, un uomo aggirarsi nella zona.