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CRONACA ESTERA

Volo Air India precipitato ad Ahmedabad, motori spenti da chi era in cabina e ipotesi gesto intenzionale

Boeing 787 di Air India precipitato ad Ahmedabad, emerge un'ipotesi scioccante: schianto forse causato da un gesto intenzionale

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Mirko Vitali

GIORNALISTA

Giornalista esperto di politica e attualità, attento anche ai temi economici e alle dinamiche del mondo dello spettacolo. Dopo due lauree umanistiche e il Master in critica giornalistica, lavora e collabora con diverse testate e realtà editoriali nazionali

Emerge un quadro inquietante dall’analisi dei dati estratti dal “Flight data recorder” del Boeing 787 di Air India precipitato ad Ahmedabad il 12 giugno scorso. I motori del mezzo sono stati disattivati da qualcuno presente nella cabina di pilotaggio non appena è stato effettuato il decollo. La scatola nera non avrebbe fatto emergere alcuna anomalia a uno dei propulsori.

Air India precipitato, l’analisi della scatola nera

A riferire i dettagli di quel che ha restituito la scatola nera è Il Corriere della Sera che è entrato in contatto con due fonti occidentali a conoscenza dei primi risultati delle analisi.

Non c’è al momento una spiegazione sul perché i motori siano stati spenti. Quel che si sa è che non si sarebbe verificata alcuna anomalia a uno dei propulsori tale da spingere comandante e primo ufficiale a intervenire.

Un’immagine dell’aereo dopo lo schianto

Alla luce di quanto trapelato fino ad ora, si fa largo un’ipotesi scioccante, vale a dire che si crede che la caduta potrebbe essere stata innescata da un gesto intenzionale da parte di uno dei piloti o di una terza persona autorizzata ad entrare in cabina.

Ciò che è stato detto da coloro che erano presenti nella cabina è contenuto nell’altra scatola, il “Cockpit voice recorder“, i cui file audio sono ancora oggetto di trattativa tra Nuova Delhi e le autorità statunitensi.

Il dettaglio degli interruttori

L’analisi del “Flight data recorder” ha dimostrato che i due interruttori che servono a far funzionare il flusso di carburante verso i motori dell’aereo sono stati messi da “Run” a “Cutoff”, interrompendo il passaggio di cherosene. A quel punto i propulsori si sarebbero arrestati. Avrebbero potuto essere riattivati. Tuttavia servono diversi secondi perché tornino a pieno regime. Vista la quota bassa, per il Boeing 787 di Air India è stato impossibile non precipitare.

Il dettaglio relativo ai due interruttori è stata anticipata dal sito specializzato The Air Current ed è poi stata confermata dal Wall Street Journal. Le due levette vengono usate in tre fasi: per avviare i motori prima di decollare, per spegnerli dopo l’atterraggio o nel corso del volo per risolvere alcuni particolari problemi.

Secondo gli esperti, è impossibile che i propulsori vadano in tilt nello stesso momento a meno di casi eccezionali come un “bird strike”, che non c’è stato per quel che riguarda il Boeing precipitato.

Gli inquirenti stanno cercando di comprendere se lo spostamento degli interruttori sia stato intenzionale o meno. Due comandanti con anni di esperienza hanno spiegato che per metterli da “Run” a “Cutoff” bisogna sollevarli e anche toccarli. Insomma, trattasi di un’operazione che è quasi impossibile fare accidentalmente.

Lo schianto e il bilancio tragico

Il volo AI171 di Air India è caduto ad Ahmedabad, solamente trenta secondi dopo il decollo. Il jet avrebbe dovuto atterrare a Londra Gatwick.

Bilancio tragico: nello schianto sono morte 270 persone. 241 tra passeggeri e membri dell’equipaggio. Altre 29 sono decedute in quanto colpite dall’aereo mentre si trovavano in una mensa universitaria. C’è stato un solo sopravvissuto tra i viaggiatori.

Le autorità indiane guidano le indagini e a breve è attesa la pubblicazione del report preliminare. Trattasi di un documento che, spesso, contiene informazioni non degne di nota. Altrimenti detto, non c’è da aspettarsi che da tale atto emergano dettagli rilevanti.

Sempre fonti occidentali ascoltate dal Corriere della Sera riferiscono che i rapporti tra americani e indiani sulla gestione dell’inchiesta sono tesi. Non viene escluso che un rapporto finale non venga mai reso pubblico.

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