Auto solari addio: il progetto arriva al capolinea

I finanziamenti, gli ordini e le prenotazioni non bastano per sostenete i progetti delle auto solari, Sono Motors e Lightyear si concentrano su altro

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Laura Raso

AUTOMOTIVE SPECIALIST

Cresciuta nel paese della Moto Guzzi, coltiva la passione per i motori e trasforma l’amore per la scrittura in lavoro, diventando Web Content Editor esperta settore automotive.

Negli ultimi anni abbiamo visto apparire sulla scena automobilistica differenti soluzioni avanguardistiche, dedicate a rendere la mobilità del futuro sostenibile, non soltanto alimentando i veicoli a corrente tramite le consuete colonnine di ricarica.

L’addio

Un esempio è il progetto dedicato alle auto solari: abbiamo visto nel 2020 quello della tedesca Sono Motors e nel 2022 la rivoluzionaria Ligthyear 0 finlandese. Oggi però siamo costretti a dire addio alle auto solari europee per il futuro. Entrambe le aziende infatti hanno dovuto abbandonare (non sappiamo ancora se per sempre) i loro progetti futuri per mancanza di fondi. Hanno raggiunto quasi 70.000 euro tra finanziamenti, prenotazioni e ordini, ma ovviamente non sono bastati

Motivo per cui hanno dovuto concentrarsi su un business differente: sviluppo e fornitura di componenti fotovoltaici per altri costruttori. Prima la tedesca Sono Motors e poi anche l’olandese Lightyear: entrambe sono state costrette a rivedere i loro piani.

Cosa succede invece in Cina

Si tratta di progetti che in Europa per il momento non riscontrano il successo sperato. E questo accade nello stesso momento in cui invece in Cina – leader nell’innovazione, come sempre – proseguono senza sosta tutti i progetti destinati alla realizzazione di veicoli alimentati da energia fotovoltaica, che sappiamo essere la rinnovabile per eccellenza.

D’altronde in Cina alcune dinamiche e decisioni sono indipendenti dal mercato ma vengono prese in base a quello che decide il Governo a partito unico. In effetti l’Esecutivo ha già imposto la sua visione della mobilità; prima si è garantito il pieno controllo delle risorse, ne ha creato le tecnologie e poi ha fissato quelle che devono essere le regole per la conversione elettrica.

L’Europa fa l’opposto

Quello che succede in Europa è totalmente differente, visto che gli unici due grossi progetti sulle auto a energia solare non hanno avuto successo. Prima di tutto ha dovuto “mollare il colpo” la tedesca Sono Group, quotata al Nasdaq, che ha il controllo della Sono Motors. Poi è stata la volta anche dell’olandese Ligthyear, come abbiamo visto, a distanza di pochissimi giorni. Un buco nell’acqua per il momento, le risorse non bastano.

Lightyear ha dovuto ufficializzare la chiusura del suo progetto e quindi l’addio all’operazione che avrebbe portato alla realizzazione dell’auto a energia solare Lightyear 2. Una vettura alimentata da una batteria e da una serie di pannelli solari, dal prezzo di listino di circa 40mila euro e per la quale aveva già raccolto poco più di 20mila preordini, di cui circa la metà da parte dell’Arval.

Era tutto pronto per vedere arrivare sul mercato – nel corso del 2025 – l’auto elettrica a pannelli solari, grazie all’esperienza e al know-how che la Casa aveva già maturato con la realizzazione della Lightyear 0 da 250.000 euro. Una limousine lunga più di 5 metri con un’autonomia “solare” di circa 70 chilometri al giorno.

La produzione dei soli 946 esemplari è durata poco. Come avevamo visto, era iniziata nello stabilimento della Valmet – in Finlandia – alla fine del 2022, ma era stata interrotta dopo meno di due mesi, nonostante fosse stato ingaggiato Berndt Martens, ex top manager di Audi. Che ne sarà di questi progetti futuristici in Europa? Staremo a vedere.