La nuova truffa della multa non pagata: come proteggersi

La truffa della finta multa colpisce sempre più automobilisti: come funzionano le email ufficiali solo in apparenza che rubano dati e soldi ai malcapitati

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Alessandro Marchetti

Esperto di automotive

Nato con il pallino per i motori, scopro per caso la scrittura e ne faccio la mia passione. Copywriter e web editor, ma sempre con le auto nel cuore.

Pubblicato: 20 Ottobre 2025 07:30

Si chiama “truffa della multa non pagata” ed è l’ultimo raggiro che sta colpendo automobilisti in tutta Italia. Il meccanismo è tanto semplice quanto efficace: arriva una mail che sembra provenire da un ente ufficiale — spesso con loghi istituzionali e toni formali — che invita a saldare urgentemente una presunta multa. In caso contrario, si minacciano sanzioni più salate e perfino la decurtazione dei punti sulla patente. Un messaggio studiato nei dettagli per sembrare autentico, capace di ingannare anche chi ha un minimo di dimestichezza con le comunicazioni digitali.

Come funziona la truffa

Il trucco è sempre lo stesso: fare leva sul senso di urgenza e sulla paura. L’e-mail, che sembra inviata dal “Sistema Nazionale delle Infrazioni Stradali”, arriva spesso con un tono autoritario e ben costruito. In molti casi è accompagnata dai loghi di PagoPA o del Ministero dei Trasporti, rendendo la trappola ancora più credibile. Nel testo si legge che l’automobilista avrebbe commesso un’infrazione — solitamente un eccesso di velocità o una sosta vietata — e che la multa non risulta ancora saldata. L’importo indicato è generalmente dai 120 ai 300 euro, ma ciò che spinge la vittima ad agire è la minaccia che se il pagamento non avviene entro 72 ore possa aumentare a oltre 390 euro con la perdita di punti della patente.

A quel punto, chi clicca sul link riportato nella mail viene indirizzato verso un sito che sembra ufficiale, ma non lo è. È una copia del portale PagoPA o di altri servizi istituzionali, ma in realtà si tratta di una pagina creata per rubare dati bancari e personali. Una volta inserite le credenziali o i dati della carta di credito, la truffa è compiuta: i truffatori hanno ricevuto l’accesso per svuotare il conto delle vittime.

Come difendersi dalla trappola

Riconoscere la truffa non è difficile, ma serve un po’ di attenzione. Il primo campanello d’allarme è il dominio del sito: i portali ufficiali italiani terminano sempre con “.gov.it” o “.it”. Se l’indirizzo si conclude con altre estensioni — come “.es” — si tratta quasi certamente di un falso. Altro dettaglio fondamentale: le multe non vengono mai inviate via e-mail ordinaria. Le amministrazioni comunicano eventuali sanzioni solo tramite raccomandata, PEC o servizio Send.

Infine, diffidate da qualsiasi messaggio che impone urgenze anomale, come pagare entro poche ore per evitare il raddoppio della sanzione. Le multe vere seguono procedure e tempistiche precise di 60 giorni dalla notifica, e non includono mai minacce di questo tipo.

Come controllare le multe da pagare

Se si ha il dubbio di aver davvero ricevuto una multa, meglio evitare di cliccare su qualsiasi link e affidarsi solo ai canali ufficiali. Il modo più sicuro per verificare eventuali sanzioni è accedere al sito dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, dove — tramite SPID o Carta d’identità elettronica (CIE) — è possibile controllare la propria posizione debitoria.

Un’altra opzione è l’app IO, attraverso la quale gli enti pubblici comunicano multe e scadenze in modo sicuro e certificato. Infine, per un controllo più ampio, si può consultare anche il Portale dell’Automobilista, che consente di verificare i punti della patente e le eventuali violazioni al Codice della Strada.