Chamila Wijesuriya uccisa da Emanuele De Maria, il marito contro i giudici: "Serviva una perizia psichiatrica"
Il marito di Chamila Wijesurija, la 50enne uccisa da Emanuele De Maria al Parco Nord di Milano, se la prende con i giudici
È un uomo distrutto Himanshu, marito della 50enne Chamila Wijesuriya, uccisa a coltellate e trovata senza vita al Parco Nord di Milano. Il presunto killer Emanuele De Maria, evaso dal carcere di Bollate e poi morto suicida, aveva un permesso per lavorare all’esterno, in un hotel dove lavorava anche la donna. Il marito della 50enne uccisa se la prende con i giudici, dicendo che serviva più attenzione: “Come mai uno che ha commesso un omicidio può essere libero?”
- Parla il marito di Chamila Wijesuriya
- La relazione tra Chamila Wijesuriya ed Emanuele De Maria
- Il marito contro i giudici
- La posizione dei giudici sul caso De Maria
Parla il marito di Chamila Wijesuriya
Chamila Wijesuriya, la 50enne uccisa da Emanuele De Maria a Milano, ha lasciato il marito Himanshu e un figlio.
L’uomo ha parlato per la prima volta dell’orrore che ha sconvolto la sua vita: “Ho perso tutto”, racconta a Repubblica, “nessuno me la può restituire”.
Chamila era “una moglie perfetta, una grande lavoratrice” e una “ottima madre”, dice l’uomo.
Originari dello Sri Lanka e da tempo in Italia, stavano insieme da quasi trent’anni: “Il 2026 avremmo fatto trent’anni di matrimonio“.
La relazione tra Chamila Wijesuriya ed Emanuele De Maria
Chamila Wijesuriya ed Emanuele De Maria si erano conosciuti all’Hoter Berna, in zona stazione centrale. Dalle indagini sembra che i due avessero una relazione e che la donna sia stata aggredita e uccisa perché voleva chiuderla.
Il marito della donna dice di non aver mai sospettato nulla. Chamila le aveva fatto il nome di De Maria solo quando questi era arrivato a lavoro.
Lei gli aveva detto di essere preoccupata di questo tizio venuto dal carcere, lui le aveva detto di stare attenta.
Al Corriere della Sera l’uomo ha raccontato di aver sentito la moglie per l’ultima volta alle 15.20 di venerdì, quando l’ha chiamata al telefono.
“Mi ha detto che stava uscendo dalla palestra a Cinisello Balsamo”. In realtà, come mostrato dalle telecamere, in quei momenti era al Parco Nord in compagnia di De Maria.
“Quello che mi aveva raccontato non era la verità. La palestra è distante dieci minuti da casa. Ma non ho mai avuto modo di dubitare di lei in quasi trent’anni di matrimonio”, dice il marito.
Il marito contro i giudici
Himanshu Wijesuriya continua a chiedersi come sia possibile che un uomo condannato per femminicidio potesse girare liberamente.
“Credo che l’autorità giudiziaria italiana dovesse fare più attenzione – afferma – ho il dubbio che non siano stati fatti tutti gli accertamenti giusti prima di mandare un killer a lavorare in un hotel”.
“Perché a questa persona non sono state fatte delle perizie? Perché era in giro?”, si chiede.
“La mia preoccupazione, che condivido con tutti, giustizia italiana compresa, è questa: fate più attenzione quando date la libertà a chi ha commesso un omicidio volontario”.
La posizione dei giudici sul caso De Maria
Dopo il suo avvocato, anche i giudici sono intervenuti sul caso del permesso di lavoro esterno ad Emanuela De Maria, condannato a 14 anni di carcere per un femminicidio commesso nel 2016.
“La decisione è stata emessa in ragione di un percorso carcerario che si è mantenuto sempre positivo anche durante i due anni di lavoro presso l’albergo Berna, senza che nulla potesse lasciare presagire l’imprevedibile e drammatico esito”, scrivono in una nota il presidente della Corte d’Appello di Milano, Giuseppe Ondei, e la presidente facente funzione del Tribunale di Sorveglianza, Anna Maria Oddone.