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Delitto di Garlasco, Vittorio Feltri difende Alberto Stasi e attacca Ermanno Cappa: "È un avvocaticchio"

Delitto di Garlasco, parla Vittorio Feltri. Strenuo difensore di Alberto Stasi, il giornalista ha attaccato Ermanno Cappa definendolo un avvocaticchio

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Simone Gervasio

GIORNALISTA

Giornalista professionista, napoletano trapiantato a Milano, si occupa di cronaca, attualità, cultura pop e sport. Dopo una laurea in Comunicazione e un master in Giornalismo, ha lavorato per diversi siti e redazioni. Oltre al web, ha avuto esperienze anche in tv e in radio

Continuano a tenere banco le indagini sul delitto di Garlasco. Da sempre sostenitore dell’innocenza di Alberto Stasi, Vittorio Feltri lo ha difeso in un’intervista e ha attaccato Ermanno Cappa, zio della defunta Chiara Poggi e padre di Paola e Stefania. Il giornalista ha definito il legale – che in alcune intercettazioni si era detto infastidito da lui – un “avvocaticchio”.

Vittorio Feltri contro Ermanno Cappa, cos’ha detto e perché

Vittorio Feltri passa al contrattacco e spara a zero su Ermanno Cappa, padre delle gemelle Cappa, più volte tirate in ballo nell’omicidio della loro cugina, Chiara Poggi, uccisa nel 2007 a Garlasco ma per il cui delitto non sono mai state indagate.

Per il giornalista, strenuo sostenitore dell’innocenza di Alberto Stasi e per questo motivo inviso a Cappa, il legale non è altro che “un avvocaticchio”.

Le gemelle Cappa al funerale della cugina, Chiara Poggi

Il parere del giornalista sul delitto di Garlasco

In un’intervista al Corriere della Sera, il direttore editoriale del Giornale è tornato a parlare del delitto di Garlasco, prendendo le mosse da alcune intercettazioni trapelate nelle scorse settimane nelle quali si leggeva di un Ermanno Cappa, avvocato lombardo, infastidito dalle parole di Feltri.

Voleva infangarmi? Non me ne frega niente. E poi non so nemmeno chi sia questo avvocaticchio. Per me uno che fa una cosa del genere è un avvocaticchio. Perché vuole screditare uno come me che fa il cronista, mica ero il pm?”, dice il giornalista.

Il contenuto delle intercettazioni era stato rivelato dal settimanale Giallo. In una telefonata, l’avvocato Cappa avrebbe affermato: “Ho un incontro con alcuni deputati per attaccare Vittorio Feltri”. Inoltre il legale si diceva intenzionato a scoprire “chi passava al giornalista documenti a favore di Stasi” e avrebbe contattato alti funzionari del Garante della Privacy e dell’Ordine dei Giornalisti nonché un senatore.

Per Feltri, Alberto Stasi è innocente

Feltri non ha dubbi sull’innocenza di Stasi, condannato nel 2015 in via definitiva a 16 anni di carcere per l’omicidio di Chiara Poggi. Negli ultimi mesi però la procura di Pavia ha riaperto l’inchiesta e indagato un amico del fratello di lei, Andrea Sempio. Per il giornalista, fin dalle prime sue battute, il processo è stato “un pasticcio giudiziario”. E anche oggi non ha cambiato idea. “Questa nuova inchiesta non mi convince, mi sembra che stiano facendo un gran casino. Dopo diciotto anni non trovi niente e infatti non mi sembra che ci sia niente di nuovo di così interessante da poter dire che siamo vicini al punto di risolvere il caso. C’è una tale confusione, mi sembrano tutti un po’ ubriachi”, ha detto.

Su Stasi poi argomenta: “Sono straconvinto che sia innocente. L’ho sempre difeso, lo difendo ancora e lo difenderò sempre. Se uno viene assolto in primo grado, viene assolto in Appello e poi arriva la Cassazione che dà degli imbecilli a quei giudici, che cosa devo dire? Se l’hanno assolto due volte vuol dire che c’erano dei dubbi. A quel punto basta, doveva finire lì, in quale Paese un processo si rifà tutte queste volte? Mi sembra stupefacente che una persona assolta per due volte sia in galera da dieci anni. È una vicenda che mette la magistratura nel ridicolo”.

“C’erano diversi elementi che mi facevano dubitare di come stava agendo la magistratura. Ho capito che poteva finire male, e infatti è stato così. Alberto Stasi è una persona docile, tranquilla, non si scalda mai, si esprime bene, si capisce che ha studiato, è laureato alla Bocconi. La detenzione l’ha sofferta molto, ma come fanno tutte le persone intelligenti, s’è tenuto tutto dentro. L’ho visto tre o quattro volte, anche due mesi fa. Era contento perché aveva ottenuto la semilibertà”, chiosa.

IPA

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