La Cina ringrazia la Russia: record di auto vendute nel mondo

Storico sorpasso della Cina al Giappone nell'esportazione di veicoli nel corso del 2023. L'ascesa del gigante è stata favorita anche dalla Russia

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Tommaso Giacomelli

GIORNALISTA AUTOMOTIVE

Nato e cresciuto a Lucca, laureato in Giurisprudenza a Pisa, sono riuscito a conciliare le due travolgenti passioni per auto e scrittura. Una grande fortuna.

Il mondo cambia e persino in fretta. Fino a pochi anni fa, quasi nessuno avrebbe pronostico una Cina protagonista globale nel campo delle quattro ruote, mentre adesso dobbiamo constatare il sorpasso del Dragone a un interlocutore da sempre presente sulla scena come il Giappone. Nel 2023, infatti, le esportazioni di auto cinesi hanno raggiunto quota 5,6 milioni, una cifra che va ben oltre i 4 milioni e più del Sol Levante.

A sostenere questo scatto in avanti della Cina è l’Associazione dei costruttori cinesi, che un po’ gongola per il nuovo impressionante ruolo rivestito dalla propria nazione nel settore automotive. Ma come ha fatto il gigante asiatico a diventare così importante? Le ragioni sono molteplici.

L’espansione in Russia

Il sorpasso sul Giappone è frutto di un percorso partito da lontano. Il piano a lungo termine di Xi Jinping per fare della Cina una superpotenza dell’auto, è stato accuratamente studiato da parte del vertice della politica cinese. Un obiettivo conquistato sulla carica di incentivi miliardari alla filiera locale, politiche protezionistiche nel mercato locale e, soprattutto, nessun appoggio alle sanzioni occidentali alla Russia. A seguito della guerra in Ucraina, infatti, i costruttori europei e statunitensi hanno smesso repentinamente le consegne e la produzione di auto nella nazione governata da Vladimir Putin.

Le case cinesi come Byd e Chery, invece, furbescamente si sono inserite riempiendo il vuoto lasciato dai rivali occidentali, quintuplicando le vendite in Russia. Un cavallo di Troia in piena regola, una pianificazione scaltra e oculata che adesso permette alla Cina di spiccare letteralmente il volo. Il mercato russo, in fondo, era un elefante libero da catturare. Missione compiuta, si potrebbe dire, alla luce del fatto che la produzione locale di auto in Russia va decisamente a rilento, anche se qualcosa si muove come ci ricorda la bizzarra Amber, elettrica che è diventata protagonista involontaria sui social network.

Più produzione in Cina

A questa immensa ascesa delle esportazioni da parte i Pechino ha contribuito anche la scelta di molteplici costruttori occidentali di aprire delle proprie fabbriche all’interno dei confini cinesi. Lo scorso anno, Tesla ha venduto più di 344 mila vetture prodotte nella gigafactory di Shanghai, ma non è l’unico esempio. Altri colossi delle quattro ruote come Bmw, Mercedes-Benz e Volkswagen hanno da un po’ di tempo allestito dei grandi impianti produttivi in Cina che producono sia per il mercato locale, il più grande di tutto il globo, sia per i mercati internazionali. Dunque, l'”alleato” occidentale in qualche modo ha dato una spinta al progresso del successo cinese.

Il fattore elettrico

Il grande risultato che la Cina ha ottenuto nel 2023 dipende ancora, e soprattutto, dalle esportazioni di auto tradizionali, quelle alimentate coi carburanti benzina e gasolio. Per conservarlo e renderlo ancora più solido, tuttavia, la Cina punta sulla mobilità elettrica, settore nel quale i costruttori del Dragone hanno fondato un vantaggio competitivo grazie al controllo dell’intera filiera, dalle terre rare alle batterie. Non è un mistero, nell’ultimo trimestre dell’anno scorso Byd ha superato per immatricolazioni Tesla, certificando per il momento lo spostamento della forza dell’industria dell’auto da Occidente a Oriente. I tempi che cambiano.