Durante il periodo di sospensione della patente, il titolare perde immediatamente il diritto di circolare. Non è infatti consentito utilizzare la patente in alcuna circostanza. Neanche per spostamenti urgenti, a meno che non sia stato preventivamente autorizzato con permesso eccezionale del Prefetto. Siamo davanti a un vero e proprio vincolo per l’automobilista e la sua mobilità quotidiana.
L’ordinanza di sospensione, che porta come data di inizio il giorno stabilito dalla Prefettura, acquisisce efficacia immediata soltanto al momento della sua notifica. Se la comunicazione dovesse arrivare in ritardo o non rispecchiasse correttamente i tempi previsti, il conducente può impugnarla segnalando il danno procedurale subito.
Avere la patente sospesa significa dover depositare fisicamente il documento alla Motorizzazione civile o alla Prefettura stessa. Fino a quando il documento non viene formalmente consegnato, l’inesorabilità della sospensione resta in sospeso, ma a carico del conducente grava ancora la responsabilità di non utilizzarlo.
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Quanto dura la sospensione della patente
La sospensione della patente prevede una durata minima di 15 giorni, ma può estendersi anche per periodi più lunghi in base alla gravità dell’infrazione. Il provvedimento si applica in varie circostanze previste dal Codice della Strada. Tra queste rientra il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza o dei sistemi di ritenuta, obbligatori per tutti gli occupanti del veicolo. Anche la guida in violazione delle limitazioni alla circolazione stabilite da un’ordinanza del sindaco, in genere per finalità legate alla riduzione dell’inquinamento atmosferico, può comportare la sospensione del titolo di guida.
Un’altra situazione che può dar luogo a questo tipo di sanzione è il mancato rispetto dell’obbligo di fermarsi dopo un incidente che abbia causato danni soltanto alle cose, se il comportamento del conducente che si allontana sia stato all’origine del sinistro e il danno ai veicoli coinvolti risulti grave. La normativa è severa anche nei confronti di chi circola con un veicolo dotato di cronotachigrafo non funzionante, manomesso o privo del foglio di registrazione, strumenti utilizzati nei mezzi adibiti al trasporto professionale.
Infine, anche il trasporto eccezionale o la guida di un mezzo classificato come eccezionale, effettuati senza il rispetto delle prescrizioni imposte dalle autorizzazioni o in violazione dei limiti stabiliti dalla legge, possono determinare l’applicazione della sospensione della patente. In tutte queste ipotesi, la durata massima della sospensione varia a seconda della gravità: può essere di 30 giorni, raddoppiare rispetto alla sanzione base prevista o raggiungere un massimo di 3 mesi.
La sospensione della patente può raggiungere una durata massima di 5 anni, ma questo limite si applica quando il conducente, responsabile di un incidente stradale, non presta soccorso alle persone ferite a seguito del sinistro. Si tratta della sanzione più severa prevista dal nostro ordinamento nei confronti di un guidatore proprio in virtù della gravità del comportamento omissivo.
Non è comunque detto che venga sempre applicata la pena più pesante. A seconda delle valutazioni effettuate dalle autorità competenti, che possono essere l’autorità giudiziaria, la Motorizzazione civile o il prefetto, la durata della sospensione può essere ridotta. In alcuni casi si può optare per la sanzione minima prevista, pari a 18 mesi. La decisione finale dipende dalle circostanze del caso, analizzate prima di stabilire l’entità della misura da adottare.
Quando serve la visita medica per riottenere la patente
In caso di sospensione per motivi di inidoneità temporanea alla guida, la normativa in vigore prevede visite mediche periodiche e il rispetto delle tempistiche stabilite, pena il blocco della patente fino alla dimostrazione del recupero delle condizioni necessarie.
Se la sospensione deriva da abuso di alcol o sostanze, alla scadenza del periodo sancito è necessario sottoporsi a visita della Commissione medica locale. Solo dopo aver ottenuto il certificato di idoneità psicofisica, il documento verrà restituito. Finché non avviene, la sospensione resta valida.
Sospensioni per violazioni del Codice della Strada
Nel caso di sospensione per violazione dei limiti di velocità o altre infrazioni amministrative, la restituzione della patente avviene in automatico alla scadenza del periodo indicato. Non è richiesto sostenere nuovi esami, a meno che non siano previste specifiche condizioni dal provvedimento.
Per i neopatentati, le interruzioni alla guida sono più rigide. Superare i limiti di velocità anche di poco può costare mesi di sospensione.
Se la patente è necessaria per motivi lavorativi, come nel caso di consegne o servizi essenziali, c’è la possibilità di richiedere una deroga professionale. L’automobilista deve presentare documenti che attestino il bisogno urgente e continuativo di circolare: in caso di accoglimento, la Prefettura può concedere uno stop ridotto o un permesso limitato.
Come fare ricorso contro la sospensione
L’automobilista colpito dal provvedimento di sospensione della patente conserva la possibilità di presentare opposizione, a prescindere dalla durata del periodo di sospensione che gli è stato imposto. L’obiettivo di chi contesta il provvedimento è ottenere l’annullamento della sanzione accessoria e per farlo può scegliere tra due percorsi alternativi: proporre ricorso al giudice di pace oppure rivolgersi direttamente al prefetto. Anche se entrambi i canali sono finalizzati allo stesso risultato, la revoca della misura, ci sono alcune differenze procedurali da considerare.
Una delle principali riguarda le tempistiche. Chi decide di affidarsi al giudice di pace deve agire entro 30 giorni dalla data in cui ha ricevuto la notifica della sanzione. Se invece preferisce intraprendere la via amministrativa, ha a disposizione 60 giorni per presentare istanza al prefetto.
Il diritto di opposizione non è in ogni caso sempre esercitabile. Accade ad esempio quando l’infrazione che ha portato alla sospensione della patente è legata a un reato: in questo caso la competenza passa all’autorità giudiziaria e di conseguenza viene escluso ogni intervento amministrativo. Lo stesso vale se il conducente ha già pagato la sanzione pecuniaria prevista nel verbale: il pagamento equivale a un’accettazione implicita del provvedimento e rende inammissibile ogni successiva contestazione. Infine, non è più possibile fare opposizione una volta scaduti i termini previsti dalla legge per presentare il ricorso.
Le conseguenze della guida con patente sospesa
Chi si mette al volante durante la sospensione incorrerebbe nel reato di guida senza patente, con conseguenze penali: multa, sequestro del veicolo, arresto fino a sei mesi e un’estensione della durata del divieto a guidare.
Non sono secondarie le ripercussioni sulla copertura assicurativa: la polizza può non coprire incidenti causati durante lo stato di sospensione, con conseguente onere economico pesante in caso di sinistro.