Un’onda di incredulità ha percorso il Tamigi, superando i confini di Oxford e raggiungendo i principali tabloid internazionali. Emma Watson, la carismatica e talentuosa attrice che ha conquistato milioni di cuori come la brillante Hermione Granger nella saga di Harry Potter, si è ritrovata protagonista di una vicenda ben più terrena di quelle a cui è abituata. Non sul set di un nuovo blockbuster, ma al centro di un tribunale, la star britannica ha dovuto fare i conti con la spietata efficienza della giustizia stradale del Regno Unito, che non fa sconti a nessuno, nemmeno a chi è abituato a calcare i tappeti rossi più prestigiosi. Il verdetto è una multa salata e la sospensione della patente, un epilogo amaro per una semplice infrazione dei limiti di velocità.
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La vicenda risale ad alcuni mesi fa
I fatti risalgono a mesi fa, quando l’attrice è stata “pescata” – come si dice in gergo poliziesco – al volante della sua elegante Audi. Il luogo del “crimine” una tranquilla strada vicino alla storica città di Oxford, dove vige un limite di velocità di 30 miglia orarie (circa 48 km/h). La velocità registrata dalla sua vettura, tuttavia, era di 38 miglia all’ora, appena 8 miglia oltre il consentito. Una differenza minima, quasi impercettibile nel flusso del traffico, ma sufficiente per far scattare le implacabili procedure della polizia britannica, famosa per la sua zero-tolleranza in materia di infrazioni stradali. La vicenda evidenzia la meticolosità con cui le autorità applicano il Codice della Strada, anche per pochi chilometri all’ora in più.
Questa disavventura ha colto Emma Watson in un momento di profondo cambiamento e crescita personale. L’attrice, oggi 35enne, ha infatti scelto di mettere in pausa, o quantomeno di affiancare alla sua carriera cinematografica, un percorso accademico di alto livello. Già dal 2023, è tornata sui banchi di scuola – o meglio, tra le antiche mura di una delle istituzioni più venerate al mondo – essendo stata ammessa a un corso post-graduate per conseguire un master in scrittura creativa presso la celebre e prestigiosa Università di Oxford. Una decisione che dimostra una sete intellettuale e un desiderio di esplorare nuove sfide lontano dalle sirene di Hollywood, immergendosi in un ambiente dove il merito accademico è la vera valuta.
Il caso ha avuto grande risonanza mediatica
Il caso, che ha rapidamente guadagnato l’attenzione dei media britannici, come ampiamente riportato anche dalla BBC, è giunto alla sua conclusione legale dinanzi alla Wycombe Magistrates’ Court. Nonostante il grande clamore e la notorietà dell’imputata, Emma Watson ha scelto di non presentarsi di persona in aula, affidando la sua difesa. Questi, con la professionalità del suo ruolo, ha debitamente confermato le generalità della sua assistita, identificandola in un frangente così formale semplicemente come una “studentessa”, e rassicurando al contempo sulla sua piena solvibilità. Un dettaglio che, nella sua essenzialità, sottolinea il desiderio di mantenere un profilo basso in una situazione personale.
La sentenza emessa dal giudice non ha lasciato spazio a interpretazioni o favoritismi. Per aver superato il limite di velocità, a Emma Watson è stata comminata una multa di 1044 sterline, una cifra che, convertita in euro, supera i 1200 euro. Ma la sanzione più incisiva, e probabilmente quella con l’impatto più immediato sulla sua quotidianità, è la sospensione della patente di guida per i prossimi sei mesi. Per una figura abituata a viaggiare e muoversi liberamente, spesso con un’agenda fitta di impegni internazionali, questa revoca temporanea del diritto di guidare rappresenta una complicazione non indifferente, costringendola a riorganizzare i suoi spostamenti e a fare affidamento su altri mezzi o persone.