Cilindrata

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Claudio Braglia

Giornalista specializzato automotive

Frequentava ancora la facoltà di ingegneria quando ha iniziato la sua carriera giornalistica a Motosprint e Autosprint. Successivamente sono arrivate InMoto, Auto, SuperWHEELS, Moto World e alVolante, alcune delle quali ha anche concepito e diretto. La sua passione? Guidare soprattutto in pista e realizzare le prove più complete supportate da rigorosi rilevamenti strumentali.

Si tratta di un termine caratteristico di tutti motori a combustione interna, e rappresenta il volume di ciascun cilindro calcolato dal punto morto inferiore (PMI) al punto morto superiore (PMS) durante il movimento del pistone nel suo moto alternativo. In buona sostanza è il volume d’aria teoricamente aspirato nel corso di un ciclo, ed esprime la cilindrata unitaria (mentre per ottenere quella totale è poi necessario moltiplicarla per il numero di cilindri del motore).

Seguendo l’iter aritmetico per calcolare il volume del solido, bisogna prima trovare l’area del cerchio (vale a dire la base del cilindro) partendo dall’alesaggio (il suo diametro) e poi moltiplicarlo per la corsa. Prendendo come esempio il motore a sei cilindri a V biturbo dell’Alfa Romeo Stelvio Quadrifoglio (che ha alesaggio e corsa di 86,5×82 mm), si procede in questo modo:

3,1416 x 43,252 (cioè il Pi greco per la metà dell’alesaggio elevata al quadrato, espressa in mm) e si moltiplica il prodotto per la corsa (82 mm). Infine, il tutto va moltiplicato per il numero dei cilindri (6): ne risulta una cilindrata totale di 2891,267 cm3.

Più grande non è sempre meglio…

Secondo il sistema internazionale (SI), la Cilindrata (detta anche “cubatura”) si esprime sia in cm3 (ma non in cc, né in centilitri) sia in litri (un litro equivale a 1000 cm3), e il suo valore numerico dà subito un’idea di quanto sia grande il motore. Ovviamente, più la cilindrata è alta, più il motore eroga potenza, e soprattutto coppia.

In linea di principio, se si usa l’auto soprattutto in città, una cilindrata di 1-1,2 litri è più che sufficiente per assolvere al compito, mentre se sono ricorrenti i lunghi viaggi in autostrada è consigliabile una cubatura all’incirca doppia. Va pure rimarcato che, se si ama il temperamento sportivo e lo sprint, è bene scegliere motori con una ridotta cilindrata unitaria, cioè più frazionati: vale a dire meglio un 3.0 a 6 cilindri, piuttosto che a 4 cilindri. Attenzione, però, che con le grosse cilindrate hanno anche un grosso costo dell’assicurazione

Con un piccolo aiuto aggiuntivo…

A ben guardare, esistono anche soluzioni che possono rendere i motori termici di ridotta cubatura molto più performanti. Intendiamo riferirci al “downsizing” (cioè riduzione), che si è diffuso a partire da qualche anno fa soprattutto coi motori a tre cilindri di 1,2-1,5 litri, che grazie all’impiego della sovralimentazione a turbocompressore, permetteva di ottenere comunque un sostanzioso numero di cavalli, ma anche all’avvento delle ibride full o plug-in, soluzioni “miste” che sfruttando il contributo dei motori elettrici garantiscono elevate prestazioni riducendo fortemente le emissioni