Il rilancio di uno storico marchio di auto italiane

Lo storico brand del motorsport O.S.C.A. torna in pista grazie a Massimo Di Risio, che ha presentato un piano industriale per il rilancio del marchio

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Virgilio Motori

Redazione

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Pubblicato: 20 Settembre 2022 11:13

Un marchio glorioso del motorsport italiano è pronto a ritornare a far parlare di sé grazie all’operazione di rilancio messa in atto nell’ultimo periodo. Parliamo di O.S.C.A., acronimo dell’iconica Officine Specializzate Costruzioni Automobili, che dal 1947 ha scritto importanti pagine della storia dell’automobilismo italiano divenendo, nel giro di pochi anni, punto di riferimento nel mondo delle corse. Seppur vincente, però, dopo il passaggio dai fratelli Maserati alla famiglia Agusta, nel 1967 l’azienda chiuse i battenti.

Il rilancio di O.S.C.A.

A occuparsi del rilancio di O.S.C.A. sarà Massimo Di Risio, proprietario della DR Automobiles, che ha acquisito i diritti per lo sviluppo automotive dell’azienda da Fabia Maserati, nipote di uno dei fondatori della Casa del Tridente, nonché figlia del compianto erede Alfieri Maserati, deceduto lo scorso gennaio. Alla base della decisione di Maserati di cedere il posto a Di Risio c’è l’ottimo curriculum che lo stesso imprenditore molisano ha alle spalle.

Ex pilota di successo, Di Risio ha saputo reinventarsi anche da uomo d’affari nel mondo dell’automotive, conquistando subito un posto di rilievo nel mercato auto con la sua DR Automobiles (qui vi abbiamo parlato della crescita esponenziale del brand). Fabia Maserati, commentando il passaggio all’imprenditore 62enne, ha sottolineato che in Di Risio vede “la stessa passione e la stessa tenacia che hanno animato i Maserati”. “È stato un pilota vincente, prima ancora di diventare imprenditore di successo dell’automotive. La sua è una storia di grande passione, ha una visione ancora romantica di questo mondo, abbinata però a una grande capacità imprenditoriale” ha spiegato Maserati.

Le speranze della storica O.S.C.A., dunque, sono tutte riposte in Di Risio che, secondo quanto riferito da Fabia Maserati, ha in mente un piano industriale che rilancerà in maniera significativa il marchio (a proposito di DR, ecco il nuovo SUV che sta ottenendo un successo grandioso).

L’imprenditore molisano, però, non è stato l’unico a interessarsi al brand negli ultimi anni, con Alfieri Maserati che avrebbe rifiutato spesso proposte da altri grandi nomi del settore dell’automotive. La figlia Fabia, infatti, ha sottolineato che le intenzioni del defunto padre erano quelle di far rivivere il marchio glorioso, ma affidandolo “nelle mani di chi, come lui, ha sempre pensato che l’odore della benzina fosse il più inebriante dei profumi, così come il rombare dei motori il più emozionante dei suoni, a tal punto da fare dell’automobile un elemento totalizzante della propria vita”.

O.S.C.A., una storia breve ma gloriosa

In un ventennio d’oro, le auto delle Officine Specializzate Costruzioni Automobili conobbero successi e salirono alla ribalta del mondo del motorsport italiano e non solo. Nata dalla passione ereditata da Carlo Maserati, la Casa automobilistica fu fondata nel 1914 da Alfieri Maserati e fu subito capace di distinguersi, nel giro di poco, nel panorama automobilistico sportivo. Alla morte di Alfieri furono i fratelli Bindo, Ernesto ed Ettore ad ereditare l’attività che, dal 1947, prese il nome di O.S.C.A., Officine Specializzate Costruzioni Automobili – Fratelli Maserati.

L’azienda a conduzione familiare divenne subito famosa grazie ad automobili da competizione di piccola cilindrata, a partire dalla MT4 caratterizzata da un motore bialbero da poco più di 1 litro e da appena 72 cavalli capace di imporsi in gare come la Targa Florio (alcune delle auto iconiche che l’hanno vinta saranno esposte all’Heritage Hub, ne abbiamo parlato qui). Fino ai primi anni Sessanta i fratelli Maserati furono fra i maggiori protagonisti nello sport automobilistico mondiale e le loro O.S.C.A. di piccola cilindrata si affermarono in tutto il mondo. Nel 1964 arrivò la cessione alla famiglia Agusta che però, dopo appena tre anni, decise di interrompere definitivamente l’attività.