Leclerc, Hamilton e ‘lift and coast’: i colpevoli del doppio podio mancato da Ferrari

Le doti tecniche della Ferrari non supportano a dovere i piloti, che però ci mettono del loro per complicare le cose

Foto di Zander Arcari

Zander Arcari

analista specializzato di Formula 1

In pista per la prima volta all'età di 7 anni, Zander Arcari ha sempre amato la massima categoria del motorsport. Da circa 10 anni è un analista specializzato di Formula 1, per Virgilio Motori racconta le complesse sfide legate al mondo della Formula 1.

Pubblicato: 27 Ottobre 2025 11:05

Due errori che costano carissimo alla Ferrari. È questo il riassunto più appropriato della gara, con grande proprietà di sintesi. Parliamo della partenza imperfetta di Charles Leclerc e dell’errore ingenuo di Lewis Hamilton nell’incontro ravvicinato con Verstappen. Il doppio podio era alla portata, ma bisogna essere perfetti. La critica va fatta, perché senza queste due situazioni ascrivibili a piloti e team, il risultato poteva essere migliore.

La sbavatura di Charles letale per Lewis

Partiamo da un presupposto: ieri vincere era impossibile. La super McLaren di Lando Norris aveva un passo stratosferico e nulla si poteva fare. Tuttavia, per le due Rosse, c’era la concreta possibilità di tenere dietro il resto delle vetture. Lewis poteva salire finalmente sul podio, un qualcosa di atteso, considerando che il suo compagno di squadra lo ha fatto bene sette volte guidando la medesima monoposto.

La prima situazione in essere riguarda lo stacco frizione di Charles: debole, non solo non glia ha concesso di attaccare Norris nella maniera corretta, ma per la dinamica che si è venuta a creare, ha chiaramente tarpato le ali alla vettura numero 44 e di riflesso favorito l’aggressività di Max. Arriva pertanto il contatto che danneggia l’auto dell’inglese. Ancora: Charles è costretto a tagliare la chicane per evitare problemi.

Una mossa che gli regala sì la testa della corsa, ma resta pur sempre irregolare. Ecco perché nella retta che porta alla 4, il monegasco rallenta, fa passare Lando ma non Lewis. Hamilton non è d’accordo e si sfoga in radio, perché secondo la sua disamina, anche lui doveva passare, essendo davanti in curva 1. Una situazione che lo innervosisce. Non gli va giù, tanto che ritorna sull’argomento ancora in due occasioni. Il muretto non fa nulla, però.

Uno scenario senza dubbio difficile da giudicare al volo, nessuno dice il contrario. Fatto sta che l’ex Mercedes perde la concentrazione. Non si può imputare a Leclerc la colpa di una partenza imperfetta, ma al contempo si può dire che un suo start corretto avrebbe creato differenti dinamiche, che non avrebbero in qualche modo punito il compagno di squadra. Solo sfortuna? Nì… perché una buona partenza è ad appannaggio del pilota.

L’errore sciocco che Lewis non doveva fare

Ma c’è qualcosa di più grave da analizzare: l’errore che non ti aspetti da un pilota di grande esperienza. Tutto nasce dalla lotta tra Hamilton e Verstappen, che inizia in curva 1 e si protrae sino alla 4. Anzitutto va detto che Max si getta all’interno come se non ci fosse un domani: molla i freni e con prepotenza si inserisce quando l’inglese stava già impostando la curva. Il contatto tra i due è inevitabile. Danno all’ala.

Hamilton subisce il colpo ma non molla, prende la corda di curva 2 e a quel punto l’olandese non ha più spazio, taglia la chicane, passa sull’erba e rientra in pista. Lewis si getta nella sua scia e, alla staccata della 4, prova una mossa all’esterno. Ma esagera con la frenata, tanto che blocca l’anteriore. Va dritto, ma invece di prendere la via di fuga designata per tornare in pista, taglia il prato: errore.

È questa la mossa incriminata che convincerà gli steward a rifilargli 10 secondi di penalità. Uno sbaglio che un sette volte campione del mondo non può commettere. Sapeva bene quali sarebbero state le conseguenze. E la teoria che sull’erba abbia perso la direzionalità dell’auto, non potendo imboccare la stretta linea di asfalto, non regge per nulla. Dopo il bloccaggio doveva prevedere la traiettoria utile e rallentare di più. Non lo ha fatto. Stop.

Il compagno di viaggio “indispensabile”

Ma non finisce qui, perché c’è un altro “fedele amico” che stravede per essere protagonista nelle vicende del Cavallino Rampante. Parliamo dell’immarcescibile lift and coast, che pure ieri ha la sua buona dose di colpe. Ci riferiamo a quell’obbligo del pilota che deve alzare il piede dal gas prima delle principali staccate. Mossa che fanno pure gli altri piloti, tutto vero, ma non così tanto come succede agli alfieri della Rossa.

Pensate che nel GP del Messico i ferraristi sono arrivati a superare i 300 metri di lift off nelle principali staccate, dovendo implementare questa strategia correttiva pure in altre parti della pista, sebbene un misura minore. Immaginate una situazione del genere quanto renda debole una staccata di una Formula 1. Magari Max avrebbe trovato lo stesso il modo per attaccare, ma servirgli sul piatto d’argento il sorpasso non è cosa. Mai. Specie a lui.

Eppure andava fatto, altrimenti i freni si sarebbero incendiati come al Gran Premio di Singapore. E pensare che il team di Maranello ha pure portato un aggiornamento, con nuove prese posteriori che dovevano aumentare il cooling dell’impianto frenante. Insomma… oltre agli errori dei piloti, ci si mette pure la cara vecchia SF-25, con le sue splendide caratteristiche. Auto che, per fortuna, tra circa un mese e mezzo finirà in soffitta.

P.s. Santa Virtual Safety Car

Senza quell’intervento divino della direzione gara, inspiegabile nella circostanza in essere, nelle ultime due tornate Verstappen si sarebbe fumato Leclerc come un sigaro cubano acceso. Una botta di deretano mica da ridere per la Rossa: senza l’operato della Dea Bendata, le colpe suddette sarebbero pesate ancor di più…