Fiat 600, via la bandiera italiana dopo il caso delle Fiat Topolino

Stellantis sceglie di togliere la bandiera italiana dalla Fiat 600 per evitare ulteriori polemiche dopo il caso della nuova Fiat Topolino dei giorni scorsi

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Davide Raia

Esperto di tecnologia e motori

Editor e copywriter, mi occupo principalmente di tecnologia, in tutte le sue forme, e di motori. Appassionato di viaggi, vivo tra Napoli e la Grecia.

Arrivano i primi effetti del “caso” delle Fiat Topolino fermate alla dogana a causa della bandiera italiana esposta su una fiancata. Per evitare ulteriori problemi, il Gruppo Stellantis, di cui fa parte il marchio Fiat, ha preso una decisione drastica: la Fiat600 non avrà il logo della bandiera italiana, che arricchiva il logo posteriore. Si tratta di una mossa preventiva che punta a evitare ulteriori polemiche che potrebbero danneggiare la commercializzazione del crossover. Il legame tra Stellantis è l’Italia continua ad essere complicato.

Fiat gioca d’anticipo

L’addio alla bandiera italiana sulla Fiat 600 è, quindi, un modo per giocare d’anticipo da parte di Fiat che punta a evitare ulteriori polemiche dopo gli eventi degli ultimi mesi e un rapporto non certo idilliaco con il Governo. Nei giorni scorsi, un lotto di Fiat Topolino, quadriciclo elettrico prodotto in Marocco, è stato bloccato al porto di Livorno. L’accusa è di vendita di prodotti industriali con segni mendaci, per via di un adesivo della bandiera italiana (di dimensioni ridotte) sulla carrozzeria.

Stellantis, nei mesi scorsi, ha dovuto fare i conti anche con un altro caso mediatico: il debutto dell’Alfa Romeo Milano, infatti, è stato accompagnato dalle critiche da esponenti del Governo a causa della scelta del nome (legato alle radici di Alfa Romeo) per un modello che viene prodotto fuori Italia. Le critiche hanno spinto Alfa Romeo a cambiare il nome del suo SUV.

Un simbolo della delocalizzazione

La Fiat 600 è un modello che potrebbe generare polemiche analoghe a quelle citate in precedenza. Il crossover, svelato la scorsa estate, è uno dei progetti principali per il futuro di Fiat ma, a differenza della Fiat 500X, prodotta a Melfi, non è realizzato in Italia ma nello stabilimento di Tychy in Polonia, sede storica di produzione della Fiat 500 (ma non nella versione elettrica, prodotta a Mirafiori) e stabilimento dove Stellantis realizza anche la Jeep Avenger oltre all’Alfa Romeo Junior, nuovo nome della Milano, sfruttando la piattaforma CMP del gruppo.

Il rischio di nuove polemiche era elevato. La Fiat 600, infatti, è uno dei simboli della delocalizzazione della produzione di Stellantis, che guarda con sempre meno interesse alle sue attività produttive in Italia. Il Gruppo ha investito in modo significativo nello stabilimento polacco a cui è stata affidata la produzione della nuova famiglia di B-SUV dei brand che facevano parte del Gruppo FCA (Alfa Romeo, Jeep, Fiat e Abarth). La scelta di eliminare la bandiera dalla carrozzeria rappresenta un tentativo di calmare le acque per la Casa italiana.

Sia la Fiat Topolino che la Fiat 600, pur non essendo prodotte in Italia, sono, però, state sviluppate a Torino, dal Centro Stile Fiat, come fatto notare da Stellantis dopo il caso delle Topolino fermate a Livorno. Per evitare ulteriori problemi (e per non danneggiare le vendite dei propri modelli in Italia con pubblicità negativa), l’azienda ha scelto di rimuovere la bandiera italiana che, a questo punto, potrebbe essere riproposta solo su modelli prodotti nel nostro Paese, come la 500 Elettrica o l’eterna Fiat Panda, realizzata nello stabilimento di Pomigliano d’Arco.