Fiat Topolino fermate alla dogana, “non sono italiane”: accuse a Stellantis

Sequestrati 134 esemplari di Fiat Topolino al porto di Livorno: contestati gli adesivi con la bandiera italiana sulle fiancate di mezzi prodotti in Marocco

Foto di Silvio Frantellizzi

Silvio Frantellizzi

Giornalista Pubblicista

Giornalista pubblicista dal 2014, da oltre 10 anni scrive sul web occupandosi di vari argomenti: sport, cronaca, motori, musica, cinema e videogame.

Guardia di Finanza e Agenzia delle dogane e dei monopoli hanno sequestrato 134 Fiat Topolino nel porto di Livorno: secondo gli agenti intervenuti, la presenza sui mezzi elettrici di adesivi raffiguranti la bandiera italiana sarebbe un’indicazione fallace sull’origine del prodotto, in quanto i quadricicli sono prodotti in Marocco e non in Italia.

Maxi sequestro di Fiat Topolino nel porto di Livorno

Il maxi sequestro delle 134 Fiat Topolino (119 Topolino “classiche” e 15 Topolino Dolcevita) è avvenuto durante la giornata di mercoledì 15 maggio 2024 presso il porto di Livorno. A sequestrare le vetture sono stati gli agenti della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli.

Le Topolino riportavano sulle fiancate adesivi raffiguranti la bandiera italiana: per i militari delle fiamme gialle e per i funzionari dell’ente statale è un segno di indicazione fallace sull’origine del prodotto. I mezzi elettrici arrivati in Toscana su una nave merci, sono prodotti in Marocco, nello stabilimento di Kenitra insieme alla Citroen Ami, che nel 2023 è stato il quadriciclo elettrico più venduto in Italia, e alla Opel Rocks-e.

Al momento i 134 modelli di Fiat Topolino si trovano in stato di deposito giudiziario nel terminal Leonardo da Vinci e presso la Compagnia impresa lavoratori portuali. Le autorità contestano la vendita di prodotti industriali con segni mendaci, punita dall’articolo 517 del codice penale, la stella legge per la quale il Ministro delle Imprese e del Made in ItalyAdolfo Urso, ha contestato all’Alfa Romeo il nome di Milano per il nuovo piccolo SUV presentato quest’anno, tanto da portare la Casa del Biscione a cambiare il nome del modello in questione.

La replica di Stellantis

Non si è fatta attendere la replica di Stellantis che ha reagito all’accaduto attraverso la nota di un portavoce: “Stellantis ritiene, rispetto al fatto che un piccolo adesivo riportante i colori della bandiera italiana apposto sulle portiere potesse costituire una fallace indicazione della origine dei beni, di avere operato nel pieno rispetto delle norme, comunicando in modo trasparente il Paese di produzione delle Topolino, senza alcun intento decettivo nei confronti dei consumatori”.

Il Gruppo nato dalla fusione tra FCA e PSA, dopo il sequestro delle Topolino “classiche” e di quelle nella speciale versione Dolcevita, ha fatto sapere che “per risolvere ogni questione” è stato deciso di “intervenire sui veicoli in sequestro con la rimozione dei piccoli adesivi, previa l’autorizzazione delle autorità”.

Stellantis ha inoltre precisato che “l’adesivo in questione aveva la sola finalità di indicare l’origine imprenditoriale del prodotto. Infatti, il design della nuova Topolino, che è una auto storica per Fiat sin dal 1936, è stato ideato e sviluppato a Torino da un team di professionisti del Centro Stile FIAT di Stellantis Europe S.p.A., società italiana”.

Nella nota diramata dopo il sequestro dei mezzi elettrici, l’azienda ha anche ribadito di aver sempre dichiarato con estrema chiarezza che la Topolino viene fabbricata nello stabilimento di Kenitra in Marocco, a partire dalla presentazione ufficiale avvenuta durante l’estate del 2023:  “Peraltro, la società, sin dal momento della presentazione del nuovo modello è sempre stata chiara nel dichiarare che questo viene fabbricato in Marocco”.