Note di eleganza e tecnologia all’avanguardia compongono la partitura musicale di DS. Pronto a illuminare il panorama automobilistico con idee audaci e un design senza tempo, il marchio è cresciuto fino a diventare un’entità a sé stante. Alla guida di una delle sue vetture, tutto sembra fermarsi. Non si tratta di spostarsi da un “punto A” a un punto “B”: l’esperienza sensoriale è unica, un viaggio nel cuore del lusso e del comfort. Un’oasi di benessere nel caos della vita moderna.
Rivolgendosi a un pubblico esigente, le linee fluide, i dettagli curati e gli interni sofisticati ne caratterizzano le produzioni. Ma, al di là del colpo d’occhio di sicuro impatto, i progettisti compiono un lavoro sublime sull’hi-tech, importante anche e soprattutto oggi. I modelli vantano una serie di novità in termini di sicurezza, comfort e connettività. Non meno significativo l’impegno nell’elettrificazione, attraverso materiali eco-compatibili.
In estrema sintesi, DS costituisce un macrocosmo, un modo di vivere, un’espressione della propria personalità. Oggi parte del gruppo Stellantis, costituito nel 2021 da Fiat Chrysler Automobiles (FCA) e PSA Groupe, presidia il segmento premium, accanto alle italiane Alfa Romeo e Lancia. Per capirne l’identità, concediamoci un tuffo nel passato, in un percorso che dalle origini arriva fino ai giorni nostri.
Indice
Capitolo I
Come ogni storia, anche DS ha un inizio in grado di definirne il destino futuro. Ci troviamo nel 1955 quando vide la luce la Citroën DS 19, un veicolo subito capace di catturare l’attenzione grazie a un’immagine avveniristica e alle dotazioni eccellenti. Concepita dal visionario ingegnere André Lefèbvre e dal designer italiano Flaminio Bertoni, era una berlina in rotta coi soliti schemi. Invece di piegarsi ai meccanismi soliti, i fautori preferirono attribuirle un piglio differente.
La carrozzeria aerodinamica, le sospensioni idropneumatiche autoregolabili e i freni a disco anteriori la rendevano molto più avanti rispetto alle contemporanee. Lefèbvre, un ingegnere aeronautico sensibile al tema dell’innovazione, portò un approccio unico. Le sue esperienze pregresse ebbero un’influenza determinante nella silhouette del veicolo, che riduceva la resistenza all’aria e migliorava l’efficienza del carburante. I tratti fluidi e affascinanti ne definivano sia il il look sia la funzionalità, affinché la guida fosse più silenziosa e stabile. Il talento di Bertoni nell’unire forma e concretezza contribuì a ottenere una macchina tanto piacevole da osservare quanto innovativa.
L’accoglienza di pubblico fu straordinaria: in appena 45 minuti, pervennero circa 750 ordini. Perché fu chiamata così? La pronuncia di DS in francese (Déesse) significa “dea”, a rifletterne la natura pseudo-divina nell’ambito dei motori. Soltanto nel 2014, una volta proclamato il brand indipendente, assunse l’accezione di Different Spirit, per il proposito di distinguersi attraverso l’estetica, la tecnologia e l’eleganza. Simbolo del rinascimento industriale transalpino del dopoguerra, la capostipite della famiglia permise di dimostrare che pure la Francia sapeva creare modelli appaganti a livello visivo ed eccellenti sotto il profilo tecnico.
Una “rispolverata” al mito
Nel 2009, Citroën prese una decisione strategica importante: rivitalizzare l’eredità della leggendaria DS lanciando una linea di vetture inedita sotto il nome di DS Automobiles. Questo passo non costituiva un semplice omaggio al passato glorioso, bensì dava il via a un percorso ambizioso verso l’affermazione di una realtà evoluta. Con tale mossa, il Double Chevron puntava a rispolverare l’aura rivoluzionaria della DS per posizionarsi nella fascia premium. I vertici dirigenziali avevano in mente di costituire una divisione in grado di competere direttamente con i maggiori marchi automotive di alto lignaggio.
Una via diretta a capitalizzare l’eredità e il prestigio associati al mezzo storico, sfruttando i recenti progressi avvenuti nella filiera. Il desiderio di abbracciare il presente e il futuro si manifestò anche nelle tecnologie avanzate per garantire degli standard elevati di qualità ed efficienza. L’artigianato raffinato e la cura per i dettagli si traducevano in interni lussuosi, realizzati con materiali di ottima fattura e accoglienti.
Ad aprire le danze fu la DS 3, subito un successo. Dotata di un’estetica distintiva, caratterizzata da un tetto flottante, fari anteriori a LED e un’ampia gamma di personalizzazioni, fece presa tra i ragazzi e gli appassionati di design. La tecnica avanzata, le motorizzazioni efficienti e il comportamento su strada sia dinamico che preciso permisero una “partenza sprint” nei punti vendita.
Sull’onda delle fortune riscosse, nel 2011 toccò alla DS 4 approdare in scena. Si avvertiva il bisogno di una compatta premium e le richieste della community vennero soddisfatte a pieno. All’eleganza di una berlina combinava la praticità di un crossover, fatta di posizione di guida rialzata, un’immagine sportiva e finiture di pregio. Anche qui, DS Automobiles puntò su un’ampia configurabilità e su materiali esclusivi.
L’anno successivo toccò alla DS 5. Ammiraglia del portafoglio prodotti, incarnava sembianze audaci, “intelligenza” di bordo e una driving experience inconfondibile. Linee affusolate e un abitacolo ispirato al mondo dell’aeronautica permettevano di distinguersi all’istante. È stata una delle prime a introdurre la tecnologia Hybrid 4, un sistema ibrido-elettrico ad assicurare performance spinte, a fronte di emissioni e consumi contenuti.
Gli ultimi anni
Negli anni successivi alla sua dismissione, il marchio è stato, quindi, riscoperto e rivisitato. Durante il 2014 Citroën lo ha scorporato, al fine di consolidarne l’immagine di azienda rivolta a una platea abbastanza benestante. Due modelli ne hanno tenuta alta la reputazione: la DS 4 Crossback, un crossover elegante e versatile, e la DS 3 Performance, una versione sportiva della controparte canonica.
Si è svelato nel 2016 il pioniere dei SUV del produttore, rappresentato dalla DS 7 Crossback. Immesso nelle concessionarie nel 2016, incorporava spunti eccellenti quali l’illuminazione a LED e i sistemi ausiliari alla guida, oltre alle qualità di sempre. È seguita nel 2018 la DS 3 Crossback, volto ad attrarre una domanda giovane e arrembante.
Inoltre, la DS 3 Crossback E-Tense ha infranto un “tabù”, in quanto prima del Costruttore a essere offerta anche in variante al 100% elettrica. Nemmeno all’avvento della crisi sanitaria i ritmi sono rallentati. Si veda l’ingresso in listino della DS 9, una berlina di lusso disponibile pure con sistema plug-in hybrid. La DS 4 immessa in commercio nel 2023 lascia presagire una storia ancora lunga, basata sui valori di sempre: “bon ton” e soluzioni lungimiranti.