Sul cessate il fuoco tra Russia e Ucraina Putin risponde in piena notte: la reazione all'ultimatum di Trump

Cessate il fuoco tra Russia e Ucraina, il discorso di Vladimir Putin in piena notte dopo l'ultimatum di Trump

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Messaggio alla nazione in piena notte di Vladimir Putin. Lo ‘Zar’ ha risposto a Donald Trump che gli ha lanciato un ultimatum nelle scorse ore: accettare di far partire tra Russia e Ucraina una tregua incondizionata di 30 giorni da lunedì oppure dover affrontare nuove pesanti sanzioni. Putin, nel suo discorso, ha preso tempo spiegando che prenderà una decisione entro il 15 maggio.

Cessate il fuoco tra Russia e Ucraina, il discorso di Putin in piena notte

Putin ha convocato i giornalisti in piena notte, tra sabato 10 e domenica 11 maggio. “Non fu la Russia a interrompere i negoziati nel 2022. Fu Kiev”, ha dichiarato con riferimento ai colloqui che terminarono su un binario morto tre anni fa.

“Ciononostante – ha aggiunto il leader russo – proponiamo che Kiev riprenda i negoziati diretti senza alcuna precondizione. Offriamo alle autorità ucraine di riprendere i negoziati già giovedì (15 maggio, ndr), a Istanbul”.

Putin discorsoFonte foto: ANSA
Vladimir Putin

E ancora: “La nostra proposta è sul tavolo, la decisione spetta ora alle autorità ucraine e ai loro curatori guidati, a quanto pare, da ambizioni politiche personali e non dagli interessi dei loro popoli”.

Putin, ancora una volta, ha lasciato intendere che secondo lui possono esserci negoziati senza che scatti il cessate il fuoco. “La tregua non è esclusa a fine colloqui”, ha sottolineato. Il contrario di quel che ha dichiarato Trump secondo cui lo stop all’uso delle armi deve essere il primo passo da compiere per tentare di trovare una soluzione alla guerra.

Putin: “Alcuni Paesi ci parlano in modo villano”

Come al solito i toni di Putin sono stati un mix di morbidezza e durezza estrema. “Prima o poi – ha spiegato sempre nel suo discorso – ripristineremo rapporti costruttivi con i Paesi europei, anche con quelli che non rinunciano ad azioni palesemente aggressive nei nostri confronti, e che cercano tuttora di parlarci in maniera villana, imponendoci degli ultimatum”.

Lo ‘Zar’ ha quindi proposto di riprendere i colloqui interrotti alla fine del 2022, “senza indugio, già a partire da giovedì prossimo, a Istanbul, dove si erano già svolti, e dove era stata approvata una bozza di accordo poi cestinata”.

Si è poi rivolto a Erdogan chiedendogli di “organizzare questi colloqui”. Poi il solito copione, con Putin che ha affermato che la Russia vuole “una pace duratura, di prospettiva storica”.

Ha aggiunto che un riarmo ucraino non sarebbe un segno che Kiev voglia la pace. Quindi ha concluso: “La nostra proposta sta sul tavolo. La decisione spetta adesso alle autorità di Kiev, e ai loro protettori, che vorrebbero continuare la guerra per mano ucraina. Vogliamo anche esprimere gratitudine per gli sforzi di pace intrapresi dai nostri colleghi stranieri, da Cina, Brasile e negli ultimi tempi dalla nuova amministrazione americana”.

Perché la Russia non accetta il cessate il fuoco? La spiegazione di Peskov

La Russia vuole realmente un cessate il fuoco? Probabilmente no. Motivo? Lo si può capire dalle dichiarazioni rilasciate nelle scorse ore dal portavoce del Cremlino Peskov.

“Le truppe russe – ha rimarcato Peskov – stanno avanzando e avanzano con una certa sicurezza. Perché dovremmo concedere un vantaggio a Kiev?”.  “Siamo già abituati alle sanzioni – ha aggiunto -. Spaventarci così è una perdita di tempo”.

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