Tesla è in crisi, che cosa sta succedendo e qual è la soluzione adottata da Elon Musk

In risposta alle difficoltà accusate da Tesla, il CEO, Elon Musk, attua dei provvedimenti e la Borsa reagisce in positivo, con l’aumento dei prezzi delle azioni

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Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Il recente periodo non è stato dei migliori per Tesla, che fornisce ora delle rassicurazioni  circa ii nuovi veicoli elettrici, compresi alcuni accessibili. Ne ha parlato apertamente la stessa compagnia durante un incontro con gli investitori andato in scena la scorsa settimana, martedì 30 aprile.

Programmi anticipati

Inizialmente l’ondata di approdi era in programma per la seconda metà del prossimo anno, prima del dietrofront, sollecitato dalle difficoltà riscontrate negli ultimi mesi, per via di una concorrenza sempre più folta e agguerrita.

In passato, Tesla ha beneficiato dei pochi competitor diretti, avendo intuito anzitempo le potenzialità delle BEV. All’epoca della sua costituzione, le vetture a zero emissioni sembravano un sogno lontano, ma la situazione è cambiata radicalmente.

Su quali siano i modelli in dirittura d’arrivo permane un’aura di mistero: potrebbe essere un esemplare già annunciato dalla compagnia oppure una nuova linea completamente diversa.

Sia i dettagli tecnici sia i prezzi rimangono non meglio specificato, ma le dichiarazioni hanno comunque permesso di ridare slancio alle azioni, il cui prezzo è salito di oltre il 9%. La conclamata strategia commerciale tipica di Elon Musk, basata su dichiarazioni esplosive che promettono di rivoluzionarie la mobilità, ha sortito dei benefici.

Il tycoon sudafricano è avvezzo a promettere innovazioni straordinarie, cosa fatta a più riprese in passato, ad esempio con il Cybertruck, avveniristico pick-up disponibile negli Stati Uniti, suo malgrado reduce da un richiamo di massa. Eppure, l’hype del pubblico è ogni volta almassimo.

In risposta ai portatori d’interesse, ha pensato di calmare le acque con un prospetto dettagliato sulle manovre future. Se ne avvertiva il bisogno alla luce delle difficoltà riscontrate, dettate pure un calo delle immatricolazioni delle BEV oltreoceano e in una crescente concorrenza dalla Cina.

Già nel 2023 Tesla ha dovuto fronteggiare, in una serrata sfida colpo su colpo, l’orientale BYD, il pilastro di Pechino dalle mire globali. Il bagaglio di esperienze, competenze e risorse nel comparto a zero emissioni fanno della Repubblica del Dragone un osso duro, da contrastare con ogni mezzo a disposizione.

Ridimensionate le tecnologie produttive

Per accelerare la produzione delle future aggiunte in listino, Tesla ha assunto la decisione di ridimensionare le relative ambizioni in termini di tecnologie produttive.

In precedenza, Musk aveva promesso un metodo di assemblaggio innovativo, denominato “unboxed”, che avrebbe consentito di tenere sotto controllo le spese. Tuttavia, le difficoltà riscontrato hanno spinto a un cambio di programma.

Le vetture nasceranno sulle attuali linee, frutto di un mix di metodi nuovi e vecchi. A causa del dietrofront, gli oneri di fabbricazione non diminuiranno quanto auspicato in principio, ma vi sarà i presupposti per far crescere i volumi di veicoli in tempi certi. Comunque, la strategia “unboxed” sarà adottata nel caso del robotaxi, che sarà svelata la prossima estate, il cui nome è ufficialmente noto: Cybercab.

Qualche settimana fa, l’amministratore delegato ha annunciato tramite mail il licenziamento del 10% del personale, pari a circa 14.000 operatori. In aggiunta, due alti dirigenti, da anni alle dipendenze di Tesla, hanno abbandonato la nave, inducendo a porsi più di qualche interrogativo su cosa stia accadendo tra le fila interne.