Lo “street food” è una delle formule di ristorazione più utilizzate negli ultimi anni e che ha generato una serie di eventi e appuntamenti dedicati a chi ama un certo cibo, tendenzialmente economico e veloce da consumare. Street e food sono due parole che si sposano benissimo con i motociclisti, inclini a tuffarsi in specialità culinarie dopo aver percorso tanti chilometri in moto, desiderosi di riempire lo stomaco svuotato dalle emozioni di una bella gita fuori porta.
Anticipiamo che non esistono moto specifiche per fare una cosa così normale come andare a gustare un panino o una piadina in cima al passo, ma abbiamo fatto lavorare l’immaginazione e scelto alcune delle moto che ci sembrano più affini a chi vuole portare l’amica o la compagna a prendere un fritto lungo le strade dei motociclisti.
BMW R NINE T SCRAMBLER
E’ così bella che uno come minimo ci vuole uscire a cena, passare a prendere l’amica e fare un figurone. Essendo principalmente una gran moto però, si merita il giretto di rito settimanale e con il bicilindrico boxer di vecchia generazione raffreddato ad aria è una garanzia di divertimento e di grande fruibilità. Più di cento cavalli sono sufficienti a questa grossa naked che poco ha da fuoristrada, ma molto appeal vintage che sta bene un po’ dappertutto. Essendo una tedesca, io mi ci vedrei bene fermo da un camioncino degli hot-dog, chiedendo di prepararmelo con dei frankfurter o semplicemente un bratwurst accompagnati da una birra, rigorosamente tedesca e rigorosamente analcolica, in moto non si beve gradazione.
ROYAL ENFIELD SCRAM 411
E’ una nostra vecchia conoscenza, ed è una delle moto più equilibrate che Royal Enfield potesse concepire. Di fatto, è l’Himalayan svestita e snellita per la città. Un ottimo compromesso per uscire da soli o in due, il monocilindrico 411 cc da 24 Cv non scalda, la potenza è minima, ma quanto basta per tuffarci nel traffico agilmente. Al ritmo del flusso urbano, tra uno stop e una ripartenza, conviene fermarci dal nostro Kebab di fiducia, appoggiarci a un tavolino e dopo il primo, prenderci anche l’asporto da portare a casa. Perché se l’appetito vien mangiando, in moto vien guidando.
TRIUMPH BONNEVILLE T100
Uno dei cibi da strada più classici è il fritto e c’è una nazione che ne ha fatto un piatto nazionale, il fish and chips. Basta unire patatine fritte a qualche boccone di merluzzo ben panato e fritto che siamo subito nel costume culinario britannico. E cosa c’è di più britannico di una Triumph Bonneville T100? Vedendo quante “Bonny” circolano alle nostre latitudini direi che anche i il famoso pesce fritto con patatine di contorno può essere tranquillamente sostituito dai nostri prelibati fritti di pesce al cartoccio. Il profumo inebriante del sardoncino fritto che s’insinua nei vicoli della vecchia Cesenatico è il richiamo giusto per fermarsi con la bicilindrica inglese, appoggiare guanti, occhiali a goccia, casco e sgranocchiare anelli, ciuffi di calamari e ottima sarda con una bibita gelata. La T100 è una bellezza senza tempo, si guida da dio e non ti lascia mai a bocca asciutta. Comoda, vibra il giusto da farti capire che sei in sella ad una moto, ma è facile e agile come un centoventicinque. Invece è un 900 cc da 65 Cv che ti fa scappare in riva al mare, a una cert’ora, quando cala il sole e sale l’appetito. Cheers.
HARLEY DAVIDSON PAN AMERICA
E’ il crossover dei crossover, perché non rompe solo gli schemi con la strada, ma anche con la tradizione del marchio. Questo potrebbe far storcere il naso ai puristi o chi ha nell’immaginario collettivo il mito Harley Davidson. Ma se “tu non vo’ fa l’americano” la Pan America è quello che ci vuole. Il bicilindrico è mostruosamente pieno di coppia e sostanza che tradotto in numeri misura 1.252 cc per 152 Cv americani. Si guida che è un piacere, è una motocicletta totale in grado di sbottonarti la camicia ad ogni manata di gas, ma anche di cullarti dolcemente tra i tornanti dei più bei passi di montagna, soprattutto in coppia. Pan America sa di viaggio, di Arizona, di fast food con la fila delle motociclette fuori dalla porta che ti accecano a suon di cromature. E dopo un paio di centinaia di chilometri con la compagna, la Pan va rigorosamente parcheggiata all’ombra di un’insegna luminosa che cita “Hamburger”. Ma sia chiaro, non serve essere sulla route sixty-six, con un panino cucinato a dovere, esce fuori un po’ d’America che è in tutti noi.
DUCATI DESERTX
La piadina è come il Rubicone, divide la Romagna in due. Soprattutto nello spessore e se a nord del celebre fiume guadato da Giulio Cesare la piadina è particolarmente grossa e di diametro medio, scendendo verso Rimini essa si assottiglia e si allarga, ricordando un pane di antiche origini orientali. Per varcare i confini, siano pur essi gastronomici, serve comunque la moto adatta e la Ducati DesertX è certamente quello che fa al caso nostro. Di tutte le enduro stradali è quella che più pende verso l’off-road puro e il potente bicilindro da 110 Cv è potente e docile al tempo stesso. Si guida con tanto “manico”, ma non si finisce mai di sfruttarlo fino in fondo. Agile e leggera in strada, è un portento sugli sterrati anche più estremi. Da Riccione a Bologna, da Comacchio a Imola, se si tratta di piadina si casca in piedi. L’importante è non esagerare, ma con la DesertX migliora anche la digestione. Parola!
Non esiste un modello per andare a mangiare un prodotto di street food, piuttosto sappiamo che ogni scusa, anche un pasto frugale con gli amici su una strada di montagna, è sempre un’ottima occasione per andare in giro con la nostra cara amata moto.