Qual è la multa per chi supera i limiti di velocità in città per due volte in un anno

Se un conducente viola per due volte in 12 mesi la soglia compresa tra i 10 km/h e i 40 km/h oltre il limite massimo consentito, scatta una misura accessoria

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Fabio Lepre

giornalista

Appassionato di motori e narratore delle storie dell'industria dell'auto. Sempre alla ricerca di notizie sul mondo delle 4 ruote e delle novità normative.

Pubblicato: 2 Giugno 2025 06:30

Se superare i limiti di velocità una sola volta comporta multe e decurtazioni di punti, farlo due volte nell’arco di 12 mesi modifica l’inquadramento dell’infrazione. Si passa da una sanzione amministrativa a una violazione aggravata con conseguenze più pesanti.

La ratio di questa norma si fonda su una logica preventiva e dissuasiva. L’obiettivo del legislatore è scoraggiare comportamenti pericolosi e ripetuti, che mettono a rischio la sicurezza di pedoni, ciclisti e altri utenti della strada, soprattutto in contesti urbani dove la presenza di attraversamenti, incroci, marciapiedi e scuole rende ogni chilometro orario in eccesso una potenziale minaccia. La legge distingue tra l’errore occasionale e la condotta reiterata e punisce in modo più severo quest’ultima.

Limiti superati due volte, quando scatta la sospensione della patente

La norma di riferimento è l’articolo 142 del Codice della Strada che disciplina le sanzioni in caso di superamento dei limiti di velocità. Se un conducente viola per due volte in 12 mesi la soglia compresa tra i 10 km/h e i 40 km/h oltre il limite massimo consentito, scatta una misura accessoria che va oltre la multa. Non si tratta più solo di pagare una sanzione pecuniaria, ma di affrontare la sospensione della patente da 15 a 30 giorni, a seconda della gravità e delle modalità dell’infrazione. La recidiva non è automatica: va accertata e verbalizzata dagli organi preposti e deve riferirsi a infrazioni avvenute esclusivamente in ambito urbano.

La multa in caso di superamento tra 10 e 40 km/h oscilla tra 173 e 695 euro, ma in presenza della seconda infrazione il minimo edittale viene aumentato a 220 euro, con un massimo di 880 euro, a testimonianza della maggiore gravità attribuita al comportamento. E si mantiene la decurtazione di tre punti dalla patente per ciascuna delle due infrazioni.

Se invece le violazioni hanno riguardato superamenti ancora più gravi, oltre i 40 km/h, si applicano sospensioni più lunghe e multe più consistenti, ma anche il rischio concreto di revoca della patente in caso di altre recidive entro il biennio.

L’evoluzione dell’elettronica di bordo offre oggi strumenti concreti per evitare la seconda infrazione. Le vetture più moderne sono dotate di limitatore intelligente di velocità, che si attiva in base al riconoscimento della segnaletica stradale. Alcuni modelli integrano avvisi acustici o vibrazioni del volante quando si supera la soglia impostata, mentre i sistemi più avanzati intervengono sul pedale dell’acceleratore

Controlli, contestazioni e ruoli di Polizia e Prefettura

L’accertamento della recidiva può avvenire in due modalità che dipendono da come viene rilevata la seconda infrazione. Se la seconda violazione viene contestata immediatamente da un agente in servizio, ed è presente nella banca dati del Ministero l’infrazione precedente già commessa nei 12 mesi antecedenti, la sospensione della patente può essere disposta su strada, con ritiro immediato del documento e trasmissione degli atti al Prefetto.

Nel caso in cui l’infrazione venga rilevata tramite dispositivi automatici, come autovelox o tutor, e quindi non contestata al conducente, è la Prefettura competente per territorio a intervenire. Dopo aver ricevuto la comunicazione dall’organo accertatore, verifica se i presupposti della recidiva e, in caso positivo, emette un provvedimento di sospensione, notificato al titolare della patente.

In seguito del ritiro o della sospensione, non è consentito guidare fino alla scadenza del termine stabilito, pena ulteriori sanzioni e il rischio di denuncia penale per guida con patente sospesa.

Perché i limiti in città contano di più

Superare i limiti di velocità in città non è un’infrazione come le altre. In ambito urbano la velocità massima è di norma fissata a 50 km/h, con riduzioni fino a 30 km/h in prossimità di scuole, ospedali, zone residenziali o ciclabili. In questi contesti, anche un piccolo aumento della velocità può risultare decisivo in caso di impatto.

Gli studi dimostrano che un veicolo che viaggia a 50 km/h ha bisogno di circa 25-28 metri per fermarsi completamente, ma basta un eccesso di 10 km/h per raddoppiare il rischio di provocare lesioni più.

L’introduzione delle Zone 30 in alcune città italiane va letta proprio in quest’ottica. Ridurre la velocità consente di abbattere il rischio d’incidente, di aumentare il tempo di reazione e di mitigare le conseguenze fisiche in caso di urto.

La diffusione dei dispositivi di controllo della velocità – autovelox, telecamere intelligenti, radar stradali, sistemi tutor urbani – ha aumentato la possibilità di essere sanzionati anche senza la presenza fisica degli agenti. Ecco allora che segnalare la presenza di rilevatori di velocità, predisporre cartelli ben visibili e adottare una segnaletica coerente e trasparente sono elementi che aiutano a contenere le infrazioni e costruire una cultura della sicurezza.

Cosa succede dopo la sospensione

Al termine del periodo di sospensione stabilito dal Prefetto o dal verbale immediato, il conducente è chiamato a seguire una procedura per ottenere la restituzione della patente. Il documento viene riconsegnato previo accertamento di avvenuta scadenza del periodo sospensivo e della regolarità della posizione amministrativa. La recidiva incide sul saldo punti della patente e, in caso di azzeramento, può portare all’obbligo di sostenere di nuovo l’esame di teoria e pratica. In base alla gravità complessiva del comportamento, il Prefetto può richiedere una visita di idoneità psicofisica, da effettuare davanti alla commissione medica locale.

Per chi utilizza l’auto per lavoro, la sospensione della patente può avere effetti economici e professionali. Alcuni contratti assicurativi prevedono clausole penalizzanti in caso di sospensione per recidiva, che comportano aumenti di premio o perdita di copertura Rc. Anche il rinnovo del documento può subire dei ritardi nel caso in cui siano state commesse più infrazioni gravi in un arco temporale ravvicinato.

Premi, classi di merito e rischio di revoca

Una delle conseguenze della recidiva per eccesso di velocità è il suo impatto sulla classe di merito assicurativa. Le compagnie considerano le sospensioni della patente per motivi di sicurezza stradale come indicatori di rischiosità elevata.

Quando un conducente viene sanzionato per due violazioni in un anno, con conseguente sospensione, il suo profilo assicurativo peggiora anche senza sinistri. In alcuni casi può scattare un aumento del premio annuale oppure l’esclusione dalle tariffe più favorevoli. In presenza di assicurazioni pay per use o legate a dispositivi telematici, una recidiva può comportare la disattivazione della polizza o la rinegoziazione del contratto con condizioni peggiorative.