F1 GP Olanda, Ferrari allo sbando: le pagelle

La F1 ritorna dopo la pausa estiva con un back to back. Nel GP Olanda la Ferrari è sprofondata negli errori e l'imprevedibilità del meteo non ha aiutato la Rossa

Foto di Eleonora Ottonello

Eleonora Ottonello

Esperta di Formula 1

Nata a Genova nel 1987, scrivo per passione. Nel quotidiano mi divido tra la vita di addetta alla vendita e quella di educatore cinofilo. Grande appassionata di Formula 1, nel 2007 iniziai a collaborare con svariati siti del settore. Inviata anche sul campo, niente mi fa esplodere il sorriso come vedere le monoposto sfrecciare sull'asfalto

La F1 fa ufficialmente il suo rientro in pista dopo le vacanze estive e lo fa con un back to back. Max Verstappen sale sul gradino più alto del GP Olanda, 13esima gara del campionato 2023, dove ha conquistato l’11esima vittoria della stagione, un vero e proprio record.

E se il successo del pilota della Red Bull era pressoché scontato, dopo il podio ottenuto da Leclerc a Spa ci si sarebbe aspettato di più dal Cavallino Rampante.

Non si può dire che quanto visto a Zandvoort sia un bel biglietto di visita per la Ferrari in previsione della gara di Monza, che si correrà già la settimana prossima sul tracciato brianzolo. L’unico che nell’Olanda di Verstappen è riuscito a tenere in piedi la baracca è stato Sainz che ha portato a casa un ottimo quinto posto. Ma bando alle ciance e passiamo ai fatti: i top e flop del GP Olanda di F1.

TOP

Fernando Alonso

Anche se all’anagrafe sotto la voce età troviamo scritto 42 anni, quando lo si vede girare in pista non ha niente da invidiare ai ventenni. Autore di una partenza eccezionale, nelle gare dove le condizioni atmosferiche sono maggiormente incerte, Alonso fa vedere, ancora, di che pasta è fatto. Lucido, intelligente, irriducibile. Dopo un paio di mesi di sofferenze, dove Aston Martin ha dimostrato di aver perso il vantaggio rispetto alle proprie avversarie, Fernando Alonso è tornato sul podio. Per l’ovietense, questa è una seconda giovinezza, highlander della massima serie automobilistica.

Si è comportato come un gatto. Con il meteo pazzo dalla sua parte, Alonso si è gettato anima e corpo, alla ricerca di quella 33esima vittoria tanto desiderata e che tarda ad arrivare. Anche quando ai box sembrano compromettergli un attimo la gara al 49esimo giro, Nando non si abbatte e mette in scena un vero e proprio finale da leone.

Alla ripartenza dietro alla Safety Car ci prova. Tenta di tenere il passo di Verstappen ma la sua Aston Martin non può fare niente contro la stratosferica Red Bull dell’olandese. Per lo spagnolo è stato senza alcun dubbio un risultato incoraggiante, tenendo conto che mancava dal podio dal GP del Canada. Ma anche un supplizio per essere arrivato così vicino ma allo stesso tempo così lontano dalla vittoria.

Max Verstappen

Per la prima volta non ho inserito l’olandese della Red Bull al primo posto tra i top di questa gara. Nonostante ciò, non c’è vento o pioggia che tenga, nulla è capace di fermare l’attuale campione del mondo in carica. La nona vittoria stagionale, sessione dopo sessione, ha preso sempre di più le sembianze di una formalità.
Nel balletto dei pit stop, la Red Bull rimette in testa alla corsa Super Max che, proprio come i più grandi campioni di questo sport, fa sembrare tutto un gioco da ragazzi.

L’olandese sta dominando il campionato e se continuerà ad avere a disposizione una monoposto che glielo possa permettere batterà diversi record. Il ritmo mostrato oggi in pista è sembrato indemoniato tanto che, è riuscito a ridurre in pochissimi giri il distacco da Perez prima dell’undercut ai danni del messicano. Anche se non si dice per scaramanzia, ormai Verstappen starà facendo sicuramente il conto alla rovescia per festeggiare il terzo titolo mondiale della sua carriera.

I commissari del GP Olanda

Quando la gara è stata interrotta al 65esimo giro, per uno scroscio molto forte di pioggia, i veri protagonisti sono stati loro. Esattamente come è successo in altre occasioni, quando l’azione in pista si ferma a causa dell’acqua a tenere alto lo spirito dei tifosi dagli spalti e da casa, ci pensano loro. Eroici anche sotto questo punto di vista.

Pierre Gasly

Il fatto che sia arrivato sul podio con una vettura come l’Alpine, già è clamoroso di suo. Io ho votato Pierre Gasly come “Driver of the Day” e ora vi spiego il perché. Il pilota francese non sbaglia niente e massimizza ogni opportunità avuta dalla pista. Scattato dalla 12esima posizione, nonostante la penalità di cinque secondi per aver superato il limite di velocità in corsia box, si è reso protagonista del GP Olanda con un sorpasso da antologia sulla Ferrari di Sainz.

Impressiona per la visione di gara, riesce a restare lucido, nonostante la confusione generale, gestisce ottimamente gli pneumatici, ha un ritmo indiavolato. E, cosa più importante, anche se arrivato in Alpine solamente a inizio anno, in classifica piloti è un punto davanti al suo connazionale e compagno di squadra, Esteban Ocon. Riesce a salire sul podio, pure lui, mettendosi alle spalle Perez. Magari, fossi nei vertici della Red Bull, io una seconda possibilità a questo ragazzo gliela darei.

FLOP

Sergio Perez

Ormai mettere il messicano tra i flop del GP potrebbe apparire come sparare sulla croce rossa. Grazie all’arrivo della pioggia, a inizio corsa, riesce a sfruttare l’occasione rientra subito ai box e si prende la leadership del GP Olanda. Bisogna dire che la Red Bull ci mette del suo per fargli tornare Verstappen davanti, in occasione della seconda sosta.
Avrebbe potuto chiudere la gara tranquillamente in seconda posizione eppure, ci mette del suo, commette una serie di errori. I più gravi, sicuramente la penalità di cinque secondi per aver superato il limite di velocità in pit lane (che gli costa il podio) e il lungo in curva 1 al 63esimo giro.

È un pilota di esperienza e guida una Red Bull. Sulla carta non dovrebbe faticare più di tanto per chiudere le gare in seconda posizione. Ma, se vogliamo spezzare una lancia a favore di Perez dobbiamo dire che sinceramente non è facile fare il secondo a vita. Basterebbe chiedere ai “secondi” illustri. Se vuole tenersi il sedile, il povero Sergio deve darsi una svegliata. Altrimenti non ci metterà tanto la premiata ditta Marko & Co. a disfarsi anche di lui.

Ferrari

Fino a un anno fa si pensava che il male assoluto del Cavallino Rampante fossero Binotto e Rueda, accusati più volte di essere i veri colpevoli degli insuccessi della Ferrari.
Una volta che l’ex Team Principal della Rossa ha lasciato Maranello, Vasseur, il suo successore, non ci ha pensato su due volte a sostituire anche l’ingegnere spagnolo. Ma i dati (e i risultati) dicono che c’è qualcosa che non va nella squadra. Problemi ben più profondi perché, tranne pochi sprazzi di lucidità, la Ferrari è sempre più una squadra allo sbando.

Nel GP Olanda il Cavallino Rampante non è stato da meno. Proprio nelle prime fasi della gara, Leclerc rientra ai box per mettere le intermedie. Trova i meccanici non pronti, mancano le ruote per il monegasco. E in un attimo sembra di tornare al GP Europa 1999, quando la stessa sorte era capitata a Eddie Irvine.

Di teorie ne sono state fatte parecchie. C’è chi ha affermato che Leclerc sia rientrato troppo presto e che, conseguentemente, i meccanici della Rossa non siano stati avvisati tempestivamente. Errori degli uomini in Rosso a parte, il monegasco visto a Zandvoort sembrava essere un lontanissimo cugino di quello che è salito sul podio a Spa.

Scattato dalla nona posizione della griglia di partenza dopo l’errore nelle qualifiche di sabato, Leclerc al via ha subito un contatto con Piastri che condiziona in modo negativo tutta la sua gara, fino al ritiro. Ieri, l’unico che possiamo salvare della Rossa è Carlos Sainz. Lo spagnolo ha lottato con le unghie e con i denti chiudendo con un dignitoso quinto posto. Il massimo al quale potesse ambire la Ferrari nel GP Olanda.

Lance Stroll

Vale un po’ quanto detto per Perez. Ma con un compagno come Fernando Alonso che vuoi fare? Nonostante il meteo pazzo, Stroll si perde tra le pozzanghere. Chiude in undicesima posizione, esattamente dove era partito non riuscendo a portare a casa nemmeno un punto. Poco, tenendo conto che il suo compagno di squadra, che all’anagrafe ha 42 anni e guida la stessa monoposto, è riuscito ad arrivare di poco dietro alla Red Bull di Max Verstappen, in seconda posizione.

Qualche giorno fa era circolata la notizia (poi rivelatasi una fake news) di un possibile ritiro di Lance Stroll dalla F1 per dedicarsi al tennis, disciplina per la quale il canadese è portato. Anche se il 24enne sembrerebbe voler continuare a lottare per dimostrare (al padre soprattutto… che è proprietario del team) di reggere il confronto con Alonso, io fossi in lui, una carriera nel tennis non la escluderei a priori.

Max, Max, Supermax

No. Non sto inserendo Verstappen nei flop. Non è che mi sia ammattita all’improvviso. “Max, Max, Supermax” è la canzoncina dei Pit-Stop Boys, pubblicata nel 2021 proprio dopo la vittoria del primo titolo iridato da parte del figlio d’arte, e che da praticamente due anni fa da sottofondo a ogni vittoria del pilota olandese.
La marea orange segue il proprio idolo su ogni pista del Mondiale, un po’ come è successo a Schumacher durante i suoi anni in Rosso. Ma quando si è in Olanda, gara di casa per Super Max, ogni occasione è buona per rilanciare il motivetto musicale. Tanto da diventare quasi nauseante.

E allora, messa la gara di Zandvoort in archivio, la F1 si sposterà velocemente verso Monza per il GP Italia. Il tempio della velocità, una pista leggendaria che ha fatto la storia di questo sport. Un circuito per tanti versi simile a Spa, dove la Ferrari è salita sul podio. Un’iniezione di fiducia che serve a tenere alto lo spirito del popolo rosso. Ma dal Cavallino Rampante, a Monza, ci si aspetterà di più.