Ecobonus, fine degli sconti: l’Italia resta ancora indietro

L'Italia resta indietro sulla transizione elettrica: le immatricolazioni di BEV hanno fatto segnare il -15%, in netta controtendenza col resto d'Europa

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Alessandra Caraffa

Esperta di automotive

Laureata in filosofia, è SEO Copywriter e Web Editor. Si occupa principalmente di mondi digitali e prospettive future - anche in ambito di motori.

Secondo il report recentemente pubblicato dall’Osservatorio Smart Mobility della School of Management del Politecnico di Milano sulla diffusione delle auto elettriche, l’Italia va in controtendenza rispetto al resto del mondo: nel corso del 2022, mentre in altri Paesi le vendite di auto elettriche sono aumentate a velocità spedita, quelle italiane hanno fatto segnare un inaspettato – 15% rispetto al 2021.

A complicare il quadro di una transizione che sembra non aver ancora convinto gli italiani, la distribuzione degli incentivi statali per l’acquisto di veicoli elettrici: quelli destinati all’acquisto di quadricicli come Citroen AMI e Fiat Topolino sono già finiti, mentre quelli per BEV e Hybrid Plug-in sembrano rimasti intoccati.

Ecoincentivi, esauriti i fondi (ma solo per le microcar)

Gli ecoincentivi statali per l’acquisto di veicoli elettrici della categoria L, che comprende anche i quadricicli leggeri come Citroen AMI e Fiat Topolino, sono terminati: i fondi, stanziati nove mesi fa, sono andati esauriti.

I 35 milioni di euro messi a disposizione dal MISE per i veicoli di categoria L erano destinati all’acquisto di ciclomotori 50 cc, motoveicoli a due e tre ruote e quadricicli, cioè le microcar con potenza inferiore ai 15 kW (che hanno un costo più adeguato alle tasche degli italiani ed evidentemente soddisfano le nuove esigenze di mobilità urbana).

I primi fondi a terminare, quasi istantaneamente, sono stati però quelli per l’acquisto di veicoli con emissioni comprese tra 61 e 135 grammi di CO2 per chilometro, con alimentazione ibrida o endotermica. L’Ecobonus di maggior successo, a quanto pare, è stato quello meno ecologico: i fondi destinati all’acquisto di veicoli con emissioni di CO2 più basse, comprese tra 0 e 20 gr/km e tra 21 e 60 gr/km, sono ancora praticamente tutti da usare.

Un segno che trova conferma nell’ultimo report del Politecnico di Milano sulla diffusione di auto elettriche: la rivoluzione che sta investendo il mercato globale dell’auto sembra non voler toccare l’Italia, che rischia di perdere una delle sfide cruciali del decennio.

Auto elettriche: calo delle immatricolazioni in Italia

Secondo il report del Politecnico di Milano, la diffusione delle auto elettriche cresce in maniera rilevante in tutto il mondo, in alcuni casi superando le aspettative. La crescita maggiore è quella della Cina (+82% rispetto al 2021), seguono gli Stati Uniti (+51%) e l’Europa (+15%).

Nel Vecchio Continente le immatricolazioni di veicoli elettrici sono passati dal 2,5% del 2019 al 22,9% del 2022, e il trend sembra destinato ad essere confermato anche nel 2023. I Paesi in cui sono state acquistate più auto elettriche sono Germania, Regno Unito e Francia, ma in termini percentuali a farla da padrone sono Norvegia e Svezia: qui la percentuale di auto elettriche immatricolate supera quella delle auto con motore endotermico, con picchi che sfiorano il 90%.

L’Italia, in questo disegno di progresso, non c’è. I dati sulle vendite di veicoli elettrici nel 2022 mostrano un netto rallentamento delle immatricolazioni, -15% rispetto al 2021, e non c’è segnale che indichi un’inversione di rotta nel prossimo futuro. Come spiega al ‘Corriere’ il responsabile dell’Osservatorio Simone Franzò “anche nel primo semestre del 2023 non ci sono segnali di quel cambio di passo che invece sarebbe assolutamente necessario”, non solo in vista del nuovo Piano nazionale integrato per l’Energia e il Clima ma “soprattutto per abilitare ricadute virtuose sul tessuto industriale nazionale”.

Il problema, chiaro a tutti da qualche tempo, è che gli italiani non hanno più lo stesso potere d’acquisto dei cugini d’oltralpe, e non tutti possono permettersi le costose auto elettriche attualmente sul mercato, il che spiega almeno in parte anche il successo delle microcar. “A fronte dei recenti rincari energetici e al costo unitario ancora molto alto dei veicoli”, spiega Franzò, “l’incentivazione economica all’acquisto rimane un fattore determinante per invertire questo trend”.